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I ritardi sul Pnrr riportano l’attenzione sui titoli di Stato italiani

Le difficoltà dell’Italia sul Pnrr mettono a repentaglio una crescita già troppo bassa rispetto agli altri Paesi europei. Goldman Sachs indica una preferenza per i titoli spagnoli mentre per Moody’s i Btp rischiano il declassamento a “junk”

di Antonio Cardarelli 26 Aprile 2023 12:01
financialounge -  BTP mercati Pnrr

Prima Goldman Sachs, poi Moody’s. L’Italia rischia di tornare al centro dell’attenzione dei mercati a causa dei ritardi accumulati sui progetti del Pnrr. Oggi il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto è chiamato a rispondere in Parlamento proprio su questo tema, cruciale per la tenuta dei conti pubblici.

GOLDMAN SACHS E MOODY’S


Nei giorni scorsi Goldman Sachs ha messo nero su bianco la preferenza per i titoli di Stato spagnoli rispetto a quelli italiani a 10 anni. Secondo Goldman Sachs, il differenziale salirà a 235 punti base entro la fine del 2023. Da qui l’indicazione di shortare i Btp decennali, alla luce di un Pil italiano che cresce meno rispetto ad altri Paesi europei e rischia la stagnazione senza i fondi del Pnrr. L’altro scossone sul debito italiano è arrivato dall’agenzia di rating Moody’s, chiamata a pronunciarsi il 19 maggio. In un’analisi Moody’s ha specificato che l’Italia, attualmente, rischia un downgrade a livello “junk” del proprio debito: “Una crescita debole e costi di finanziamento più elevati potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell’Italia”.

I RITARDI SUL PNRR


Le difficoltà dell’Italia ruotano intorno alla crescita troppo debole e ai ritardi nell’arrivo dei fondi del Pnrr. Elementi che, incrociandosi con il rialzo dei tassi da parte della Bce e con la riduzione del bilancio della banca centrale europea, potrebbero penalizzare pesantemente il debito governativo italiano. Bruxelles non ha ancora sbloccato il pagamento della terza rata da 19 miliardi di euro per i 55 obiettivi del secondo semestre 2022. I dubbi sollevati dall’Ue sul Pnrr italiano riguardano i ritardi nelle riforme strutturali, la capacità di spesa e la chiarezza degli obiettivi da raggiungere.
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