Investimenti e politica monetaria

Ecco la strategia di Pictet AM nello scenario di tassi più elevati per un periodo prolungato

Per Andrea Delitala (Pictet Asset Management) resta una cautela interessante, e ancora praticabile, la strategia di acquistare protezione di portafoglio attraverso strutture opzionali come put su indici

di Leo Campagna 21 Aprile 2023 11:04

financialounge -  Andrea Delitala banche centrali mercati Pictet Asset Management
Sia nel caso delle due banche statunitensi fallite (Silicon Valley Bank e  Signature Bank) che nel salvataggio di Credit Suisse da parte di UBS, si è trattato di situazioni a sé stanti caratterizzate da cattiva gestione o specificità particolari, per esempio il disallineamento nel portafoglio di titoli rispetto alle passività o perdite pregresse. “Resta il fatto che se è vero che si è evitato un credit crunch istantaneo, è altrettanto vero che la sostituzione di depositi con le life-line delle istituzioni, come nel caso del Bank Term Funding Program (BTFP) varato ad hoc dalla Federal Reserve, ha comportato un forte aumento del costo delle passività per le banche e una conseguente erosione profonda della redditività degli istituti oggetto di salvataggi” tiene a precisare Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.

RICADUTE NEGATIVE SULL’EROGAZIONE DEL CREDITO


E’ facile immaginare come queste crisi possano avere ricadute negative sull'erogazione di credito, in particolare nel settore degli immobili commerciali, finanziato per l’80% proprio da istituti minori, soggetti a una regolamentazione meno stringente. La conseguenza potrebbe tradursi in un freno all'attività economica difficile da quantificare. Nel frattempo, nota Delitala, i dati macroeconomici rilasciati sono stati mediamente poco al di sopra delle attese con la previsione di una recessione nei prossimi 12 mesi risalita solo di poco, attestandosi intorno al 65% secondo il Bloomberg consensus.

MERCATO DEL LAVORO USA E INFLAZIONE


Intanto, mentre il mercato del lavoro americano resta solido in termini occupazionali (disoccupazione a marzo scesa al 3,5% e aumenti salariali al +4,2%), i prezzi al consumo USA scendono al 5%, mentre quelli core aumentano di un decimale al 5,6%. In Europa, l’inflazione headline è scesa dal’8,5% al 6,9%, mentre quella core si è attestata al 5,7%.

UN QUADRO MACRO NEL COMPLESSO DISCRETO


“Un quadro macro nel complesso discreto, ma con meno enfasi sugli effetti positivi della riapertura cinese, che stentano a manifestarsi e con una possibile aggravante con una minore accessibilità al credito, almeno negli Stati Uniti. Un contesto in cui le banche centrali sembrano intenzionate a perseguire la stabilizzazione dei prezzi, pronte comunque a ricorrere ad altri mezzi di liquidità per contrastare l'eventuale tensione finanziaria”, commenta il manager di Pictet Asset Management.

LIVELLO TERMINALE DEI TASSI DELLA FED E DELLA BCE


Da notare come il livello terminale di tassi previsto dalla Fed nei suoi Summary of Economic Projections di marzo sia rimasto lo stesso indicato a dicembre, poco sopra il 5% con un ulteriore rialzo di 25 punti base da oggi previsto per il 3 maggio. Nell’ambito della zona euro, invece, la BCE mantiene una retorica alquanto da falco. “Riteniamo probabile che l’Eurotower deliberi ancora un paio di rialzi da 25 punti base, fino al raggiungimento del 3,5% come punto d'arrivo del ciclo restrittivo”, puntualizza Delitala.

DAL PUNTO DI VISTA DEGLI INVESTITORI


Dal punto di vista degli investitori, il problema è che il mercato risulta un po’ sospeso tra l'ottimismo di inizio anno e la paura di una recessione : i valori impliciti nella curva dei rendimenti obbligazionari e le valutazioni azionarie risultano intermedi tra questi due scenari. “Una situazione che rende le obbligazioni vulnerabili in caso di no landing e l'azionario decisamente caro nel caso di una recessione appena più che tecnica. Il nodo più evidente per gli attivi a rischio è lo scenario di tassi più elevati per un periodo prolungato (“higher for longer”) e acquistare protezione attraverso strutture opzionali come put su indici, per esempio, resta una cautela interessante e ancora praticabile”, conclude l’Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.

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