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La decisione

L’Ue boccia il prestito ponte per Alitalia: “Lo Stato recuperi 400 milioni”

Secondo la Commissione europea il prestito del 2019 era un aiuto di Stato illegittimo, ma non sarà Ita a dover restituire i soldi

di Antonio Cardarelli 27 Marzo 2023 15:59
financialounge -  Alitalia economia

I 400 milioni di euro “prestati” dal governo ad Alitalia nel 2019 erano un aiuto di stato illegittimo e quindi vanno recuperati. La bocciatura, in parte annunciata visti i precedenti, arriva dalla Commissione europea, che però non considera Ita Airways “successore economico” di Alitalia. Quindi non spetterà a Ita rimborsare lo Stato, ma i soldi dovranno essere recuperati dagli asset ancora in liquidazione.

LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE


Secondo quanto stabilito dalla Commissione, il prestito ponte del 2019 ha dato ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico nei confronti della concorrenza. L’indagine era stata aperta dopo la concessione del prestito ed è arrivata alle stesse conclusione dell’inchiesta riguardante i due prestiti concessi nel 2017 per un totale di 900 milioni di euro. Nel febbraio 2020 la Commissione cominciò un'indagine formale per stabilire se il prestito pubblico aggiuntivo di 400 milioni di euro concesso dall'Italia il 26 ottobre 2019 fosse legale e nel settembre 2021 concluse che i prestiti di Stato da 900 milioni di euro ad Alitalia erano illegali. Una linea ribadita anche per il prestito del 2019.

ITA AIRWAYS NON DOVRÀ PAGARE


In sostanza, dice Bruxelles, “nessun investitore privato avrebbe concesso all'epoca il prestito alla compagnia area' e che 'il prestito ha conferito ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali”. Per questo motivo l'aiuto pubblico è incompatibile con le leggi Ue. Tuttavia, dalla decisione della Commissione arriva la conferma che Ita Airways, non essendo considerato il successore economico di Alitalia, non dovrà restituire il prestito. Un passaggio accolto positivamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
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