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Che fine hanno fatto le criptovalute?

Dopo il boom di qualche tempo fa, Bitcoin e compagnia sembrano scomparsi dai radar, complice anche l’eclissarsi di alcuni protagonisti della scena. Ma è davvero così?

di Lorenzo Cleopazzo 12 Marzo 2023 09:30
financialounge -  bitcoin criptovalute mercati sunday view

In principio ci fu un’idea. L’idea di una finanza decentralizzata che potesse fare a meno delle banche per passare il ‘potere’ direttamente in mano alle persone.

In principio ci fu un’idea, ma poi non si sa bene che fine abbia fatto questa idea.

Le criptovalute hanno cavalcato un’onda gigantesca, spingendo tantissime persone a spulciarsi miriadi di video e articoli su cosa fosse la blockchain, su quali fossero le migliori cripto e su come arricchirsi con i propri wallet digitali. Il panorama degli investitori si è arricchito di figure nuove, per lo più amanti del rischio, aggiungendo un nuovo asset ai possibili scenari sui mercati. Come in tutti i casi simili, si era creata una paura di perdere il proverbiale treno, nella prospettiva di essere tagliati fuori dal trend del futuro – i più bravi sintetizzerebbero con la sigla FOMO, Fear of Missing Out.

Ma ora che l’onda dell’entusiasmo si è trasformata in un cheto laghetto di montagna, cosa rimane delle cripto? Una nicchia di specialisti, oppure un flebile lumicino destinato a spegnersi?

E sfatiamo subito un mito: ‘Bitcoin’ e ‘criptovalute’ non sono sinonimi.

IL CASO SILVERGATE


Era il 2008 quando è stato registrato il dominio bitcoin.org e tuttora è ancora il più cercato e visitato del settore. Era 2014 quando Silvergate Bank lascia il settore immobiliare per approdare nel magico mondo delle cripto. Era, ed è, il 2023 quando la stessa Silvergate ha annunciato di dover chiudere i battenti.

Nella serata dell’8 marzo, la Silvergate Capital Corporation – la holding che controlla la Silvergate Bank – ha messo nero su bianco la liquidazione ordinata delle operazioni della banca, includendo anche il completo rimborso di tutti i depositi. Come ci sia finita in una situazione simile è presto detto: colpa di una serie di fattori che hanno reso il 2022 un anno difficilissimo per le cripto e per i suoi protagonisti. A partire da una generale atmosfera ribassista, fino ai fallimenti di alcuni grandi nomi tra cui la celebre FTX, tra l’altro legata alla Silvergate. Per dirla in numeri, si parla di circa 2.000 miliardi di dollari persi.

Ora che la banca vicina alle cripto ha chiuso i battenti, ci si chiede che ne sarà di questa ‘estesa nicchia’ d’investitori e, per dirla in breve, cosa rimane ora delle criptovalute. Un esempio ci viene dall’andamento del valore del Bitcoin, che se prima superava i 43 mila euro, oggi è sceso poco sotto i 19 mila. Altro che montagne russe.

Un modello esemplificativo, ma probabilmente fin troppo riduttivo per un caso di crisi che forse è solo superficiale e non incontrovertibile.

GENTE SOFISTICATA


I Sofisti fanno la loro comparsa nell’acropoli nel quinto secolo avanti Cristo, quando la casta dell’aristocrazia ateniese stava affrontando una crisi profonda e il potere si spostava sempre più verso il popolo.

In quel tempo si credeva che la virtù, la cosiddetta areté, fosse appannaggio esclusivo dei nobili e trasmessa per lignaggio. Questi nuovi pensatori erano arrivati ad Atene da ogni dove e promettevano di insegnare proprio l’areté a chiunque, creando così una nuova casta di politici e mercanti eccelsi nella dialettica. In città la borghesia si scatena e parte la corsa per iscrivere il proprio figlio a questi seminari, con proporzionale esborso di denaro. Un hype assurdo in quel di Atene.

Solo che, proprio come le cripto, anche i sofisti dovettero fare i conti con un ambiente che sembrò diventare sempre più diffidente, e a mano a mano scomparvero. Il fatto che si facessero pagare per insegnare l’arte del logos, e per questo tanto criticati da Socrate e Platone, non ha creato loro un buon eco neanche nei secoli a venire.

Bisognerà aspettare tra ‘800 e ‘900 affinché vengano rivalutati come pensatori, elevandoli al rango di corrente filosofica e non più meri mercenari della dialettica.

UN FUTURO CRIPTICO


La Silvergate era diventata una vera e propria istituzione nel settore, dato l’elevato rischio della materia, e ora che è scomparsa gli attori coinvolti si chiedono che futuro si prospetta. In verità, come riporta anche Forbes, i vari paesi si stanno mobilitando per regolamentare il mondo delle cripto e questo è visto come una vera e propria manna da chi potrebbe così offrire e ricevere molte più sicurezze, dai giganti del settore ai singoli investitori.

Rimane comunque difficile fare una previsione sull’andamento di questo trend, anche se sembra che qualcuno inizi ad accettare pagamenti in cripto e addirittura si parla di alcuni governi che starebbero pensando di creare una propria valuta digitale. Certo che il mondo è sempre più moderno e interconnesso, e anche se le criptovalute appaiono in crisi rimangono sempre un risvolto importante della società 4.0.

Il progresso tecnologico è in perenne movimento, e con la sempre maggiore accettazione e – perché no -integrazione nella cosiddetta ‘finanza tradizionale’, le valute digitali potrebbe tornare sulla cresta dell’onda. E anche le cripto, come i Sofisti, sarebbero rivalutate. Presto o tardi.

BONUS TRACK


Protagora - segni particolari: Sofista – diceva che “l’uomo è misura di tutte le cose”. Un umanesimo ante-litteram che risuona ancora oggi, pure nel nostro caso. Nel mondo delle valute digitali, dove il valore è dato esclusivamente da domanda e offerta senza intromissioni delle istituzioni, l’investitore privato può davvero essere misura di tutto. O per lo meno dei suoi cripto-risparmi.
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