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Effetto Btp Italia

Tornare a mettere soldi solo nei titoli di Stato è un errore

I 10 miliardi raccolti dal Btp Italia sono una buona notizia. Ma il ritorno dei “Bot People” non è un bene né per i risparmiatori né per un sistema che ha bisogno di mercati e risparmio gestito per finanziare aziende e innovazione

di Controredazione 10 Marzo 2023 09:53
financialounge -  btp italia inflazione mercati The Contrarian

Successone per il nuovo Btp Italia collocato dal Tesoro. Ovunque si legge così. E, in effetti, è un successone in termini di raccolta, i numeri parlano chiaro: siamo a quasi 10 miliardi in totale, di cui circa 1,35 agli investitori istituzionali. Dunque boom soprattutto in chiave retail, tutti i piccoli risparmiatori corsi a sottoscrivere questo bond di Stato che rende il 2% più il tasso di inflazione, nello specifico si tratta del tasso FOI senza la componente tabacchi.

IL RITORNO DEI “BOT PEOPLE”


Tutto questo in un momento in cui c’è proprio la corsa del retail ai bond. Lo si è visto in occasione di diverse recenti emissioni, come quella Eni. Il ritorno dei cari e vecchi “Bot People” qualcuno dice. La storica propensione degli italiani al titolo di Stato “sicuro” e all’obbligazione “sicura”, che si era sopita necessariamente nell’era dei tassi zero e che evidentemente ritorna ora con i tassi che corrono per effetto delle politiche restrittive messe in campo dalle banche centrali per contrastare il nemico inflazione. E in tutto questo sicuramente hanno pesato mercati finanziari andati male nel 2022 per la guerra scatenata da Putin e appunto per una inflazione galoppante.

NON SI PUÒ NON GUARDARE ANCHE AI MERCATI FINANZIARI


Ecco quindi spiegata la nuova corsa ai bond e ai titoli di Stato da parte di molti piccoli risparmiatori. Ma siamo sicuri che si tratti proprio di un successone in tutti i sensi? Partiamo da chi investe: ok, c’è un rendimento assicurato, ma, a parte ragionamenti possibili in termini di conto capitale, siamo certi che sia sicuramente meglio delle Borse che a tanti comprensibilmente sono tornate a far paura l’anno scorso? No, la risposta è no. Non si può essere sicuri e basta vedere cosa hanno fatto le Borse europee negli ultimi sei mesi, a partire proprio da quella italiana. Forse tanti piccoli risparmiatori non l’hanno neanche percepito, ma da ottobre 2022 ad oggi i mercati azionari sono stati protagonisti di una grande ripresa. Tanto per essere chiari chi ci ha creduto e investito ha sicuramente guadagnato bene. Nessun titolo di stato ha reso così nello stesso periodo. Sì, certo c’è il rischio. Ma, appunto, da sempre si parla di rischio/rendimento.

NO ALLO “STATALISMO FINANZIARIO”


Ma guardiamo poi il tutto anche da un altro punto di vista, quello “di sistema”: lo Stato si mette a fare continuamente emissioni raccogliendo miliardi e miliardi di euro con i titoli di Stato. Certo, bene, benissimo, per un Paese come il nostro con un debito pubblico enorme che va continuamente rifinanziato. Ma una volta messo in sicurezza il bilancio dello Stato, siamo certi che sia un bene uno Stato che drena sempre più il risparmio dei cittadini, che li incoraggia così a diffidare sempre più dei mercati finanziari, che finisce per far concorrenza a quell’industria del risparmio gestito che da sempre, si dice, è cosa buona che cresca per poi finanziare aziende, investimenti produttivi, progetti e innovazione? No, non siamo certi, per nulla. Anzi, oltre un certo limite, sentiamo il rischio di uno “statalismo finanziario”, del ritorno di un sistema antico fatto solo di debito pubblico e Stato che sempre più raccoglie, paga interessi e spende. Dov’è il necessario ruolo del privato e degli investimenti privati che vanno appunto in progetti innovativi di aziende magari nuove?

Insomma, bene i titoli di Stato, ma non si può tornare a pensare che per il risparmio e l’investimento privato tutto si riduca ad aspettare solo la prossima emissione del Tesoro.
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