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Generali Investments

Lavoro ancora incompiuto delle banche centrali, cautela su azioni e High Yield

Generali Investments analizza le implicazioni di una lotta all’inflazione che si sta rivelando più dura del previsto e aggiorna le sue stime sul punto d’arrivo dei tassi: per la Fed la stima è al 5,75%

5 Marzo 2023 16:00
financialounge -  Generali Investments mercati outlook Thomas Hempell

Cautela su azioni, credito High Yield e debito dell'Europa meridionale, anche se con un sottopeso tattico leggermente ridotto. Il credito Investment Grade sembra invece ancora allettante su base relativa, mentre gli argomenti a favore delle obbligazioni dei Mercati Emergenti sono diventate meno convincenti. Il calo della propensione al rischio e l'aumento dell'incertezza sull'inflazione forniranno una tregua temporanea per il dollaro, sul quale comunque la visione a medio termine rimane per una rinnovata debolezza.

POSSIBILI PICCHI ANCORA PIÙ ALTI DEI TASSI


Sono le indicazioni conclusive dell’Outlook mensile di Generali Investments a cura di Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research, che sottolinea come l'ardua battaglia delle banche centrali contro l’inflazione si stia facendo ancora più dura, dopo che febbraio ha raffreddato le speranze che possano rapidamente riportarla verso l'obiettivo, mentre sono possibili picchi nei tassi ancora più elevati. Il recente rimbalzo dei tassi reali a lungo termine rende le valutazioni azionarie ancora più estreme, mentre il recupero dai minimi della crescita in Europa ed il rimbalzo legato alla riapertura della Cina rappresentano solo un sollievo parziale.

VALORE NEL CREDITO INVESTMENT GRADE


Per questo Generali Investments continua a privilegiare un pur ridotto sottopeso verso azioni e credito High Yield, mentre vede valore, principalmente in termini di carry, nel credito Investment Grade. A un anno dall'invasione dell’Ucraina le azioni globali si sono riprese ma registrano ancora un calo del 4,3% dal 24 febbraio 2022, mentre le obbligazioni hanno subito un duro colpo. Anche se i prezzi del gas, del petrolio e della maggior parte delle materie prime sono scesi a livelli pre-invasione, le preoccupazioni sull'inflazione continuano a pesare, con i mercati dei titoli di Stato europei in calo di quasi il 25% e i rendimenti dei Bund a 10 anni in aumento di circa 240 punti base.

LA DOCCIA FREDDA DI FEBBRAIO


Dopo l'ottimismo di inizio anno, febbraio ha rappresentato una doccia fredda sulle speranze di una rapida normalizzazione. Secondo Hempell l'inflazione complessiva è destinata a continuare a diminuire per il calo dei prezzi dell'energia e degli effetti base, ma la viscosità dell'inflazione core ha messo a nudo il lavoro incompiuto delle banche centrali. Nell'area euro ha consolidato la sua ascesa sino ad un massimo storico del 5,3% a gennaio, mentre permarranno le tensioni salariali fino a tutto il 2023, con uno scenario simile anche negli Stati Unit.

UNA BATTAGLIA SEMPRE PIÙ DURA


Pertanto, sottolinea Hempell, la complessa battaglia delle banche centrali sta diventando ancora più dura. Generali Investments ha aggiornato le sue previsioni sui tassi terminali per la Fed al 5,75% entro l'estate e per la BCE al 3,75%, ritenendo inoltre che la valutazione del mercato che prezza il primo taglio dei tassi ad inizio 2024 si dimostrerà probabilmente ottimista, almeno nel caso della BCE.

VENTI CONTRARI MITIGATI DALLA TENUTA ECONOMICA


I venti contrari derivanti dalla politica monetaria sono stati mitigati dal sostegno alla crescita in Europa e dal rimbalzo della riapertura in Cina. Anche la resilienza dei recenti dati sull'attività negli Stati Uniti dovrà essere confermata, poiché il clima mite a inizio anno potrebbe aver distorto favorevolmente il quadro. Gli indicatori anticipatori continuano a dare forti segnali di contrazione.

NON ASPETTARSI UN RIMBALZO CONTRARIAN


Nel breve termine, la necessità di prolungati rialzi dei tassi potrebbe consentire un moderato ulteriore rialzo ai rendimenti core. Ma la trasmissione degli aumenti dei tassi ufficiali verso i rendimenti a più lunga scadenza sarà sempre più frenata dai timori del mercato che le banche centrali possano stringere eccessivamente. Per questo, secondo Hempell, gli asset rischiosi risentiranno del vento contrario della politica monetaria più aggressiva, rendendo le valutazioni ancora più estreme. Il mercato si è inoltre ripreso visibilmente da un posizionamento profondamente ribassista, facendo venir meno la tesi di un esteso rimbalzo contrarian.
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