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L'Arabia Saudita continua la scalata a Nintendo

Il Public Investment Fund aumenta la partecipazione per la seconda volta in un mese, superando il 7%

di Stefano Silvestri 16 Febbraio 2023 09:36
financialounge -  Nintendo Smart Life

Lo scorso aprile, su queste pagine, raccontavamo di come l'Arabia Saudita stesse da qualche tempo investendo nel settore del gaming. A dichiararlo era stato lo stesso principe Mohammed Bin Salman, che successivamente aveva dato il via a una serie di operazioni che andiamo qui di seguito a riassumere.

GRANDI MANOVRE


Tutto è iniziato nel gennaio del 2021, con l’investimento da parte del Savvy Gaming Group (SGG), controllato dal fondo sovrano saudita, di 1,5 miliardi di dollari in ESL Gaming e FACEIT, successivamente fuse in un unico gruppo chiamato ESL FACEIT. L'Arabia Saudita ha quindi creato Ignite, un fondo da 1,1 miliardi di dollari per lo sviluppo di videogiochi e contenuti digitali. Lo scorso febbraio, invece, il Public Investment Fund (PIF) ha investito 3,3 miliardi di dollari in azioni di Activision Blizzard, Take-Two Interactive ed Electronic Arts, acquistando anche il 5% di Capcom e Nexon. Non bastasse, l’Electronic Gaming Development Company, di proprietà della Mohammed bin Salman Foundation, ha poi acquisito il 98% di SNK, sviluppatore giapponese famoso per le serie di Metal Slug e King of Fighters.

NINTENDO


Come se quanto appena elencato non fosse sufficiente, lo scorso 20 maggio il fondo sovrano dell'Arabia Saudita, il Public Investment Fund, ha acquistato il 5.01% delle azioni di Nintendo, diventando così il quinto azionista più importante dell'azienda giapponese. Un valore questo evidentemente ritenuto non sufficiente da bin Salman se è vero che il PIF lo scorso gennaio ha portato la partecipazione al 6,07%, che nella giornata di ieri è nuovamente salita al 7,08%. La casa di Super Mario, che in precedenza aveva dichiarato di aver appreso dell'investimento iniziale del PIF attraverso i notiziari, non ha al momento commentato l’accaduto. Non è quindi chiaro se quanto sta accadendo sia assimilabile al tentativo di scalata ostile avvenuto anni fa da parte di Vivendi ai danni di Ubisoft, successivamente “salvata” dall’ingresso di Tencent. Men che meno è chiaro se il PIF si fermerà o meno al 7%, ma questo probabilmente lo scopriremo presto…
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