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Nuovo "fronte"

La vera guerra tra Cina e Usa ora è sull’intelligenza artificiale

Le aziende tecnologiche cinesi sono chiamate al difficile compito di ridurre il gap con quelle americane senza violare le regole molto restrittive del governo di Pechino sulla censura online

di Antonio Cardarelli 14 Febbraio 2023 10:31
financialounge -  cina economia intelligenza artificiale Smart Life

L'ultima frontiera dello scontro tra Cina e Stati Uniti, le due super potenze globali, è l'intelligenza artificiale. I pesanti investimenti di big come Microsoft in aziende come OpenAI, che ha svelato al mondo le potenzialità di ChatGPT, un'intelligenza artificiale che impara continuamente, che può essere applicata a diversi settori, ha aperto un nuovo terreno di sfida.

IL CONTROLLO DI PECHINO SU INTERNET


La corsa all'intelligenza artificiale, che sta già coinvolgendo le grandi aziende tecnologiche americane come Alphabet (Google) apre dunque nuovi scenari nei rapporti internazionali. Pechino, da diversi anni, cerca di tenere il passo di Washington nel campo della tecnologia. E quello dell'intelligenza artificiale è un settore che non può trascurare. Ma quando si parla di internet, motori di ricerca e apprendimento automatico per la Cina le cose diventano più complicate rispetto ai Paesi occidentali, perché di mezzo c'è la pesante censura governativa.

GLI SFORZI DI ALIBABA E NETEASE


Diversi analisti, infatti, prevedono già che l'accesso a ChatGPT verrà bloccato dal governo di Pechino. Attualmente l'accesso dalla Cina non è ufficialmente vietato, ma OpenAI impedisce agli utenti di iscriversi. Quindi, per la Cina, la strada è quella di mettere a punto prodotti in grado di fare concorrenza a ChatGPT. Ma il crinale sul quale le aziende tecnologiche cinesi che stanno lavorando sull'intelligenza artificiale, come Alibaba e NetEase, è molto stretto. Anche perché queste società, secondo le prime indiscrezioni, stanno lavorando su prodotti applicabili in settori specifici, quindi più difficilmente controllabili dal governo.

LE REGOLE DI PECHINO SULLA CENSURA


Nel caso di NetEase, per esempio, l'IA verrebbe integrata negli strumenti tecnologici per l'istruzione. JD.com, società cinese di e-commerce, ha invece dichiarato che rilascerà una "versione industriale" di ChatGPT (ChatJD) che si concentrerà sulle vendite al dettaglio e sulla finanza. Il difficile compito delle aziende tecnologiche cinesi è convincere investitori e consumatori si non essere in ritardo sull'IA senza però essere percepiti, dal governo, come sviluppatori di prodotti potenzialmente pericolosi per il partito Comunista cinese. Il mese scorso la Cina ha introdotto un regolamento dedicato proprio all'intelligenza artificiale e, in generale, ai contenuti generati in maniera "sintetica". Regole che vanno ad aggiungersi a quelle, già restrittive, sugli algoritmi. Quindi, per le società cinesi che lavorano all'intelligenza artificiale, non sarà semplice ridurre il gap con quelle americane senza incorrere in problemi con la censura governativa.
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