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La Fed al banco di prova dei dati sull’inflazione, ma l’obiettivo è ancora lontano

Allianz Global Investors, nel weekly outlook del Senior Economist di Sean Shepley, analizza le implicazioni dei numeri in arrivo e giudica ottimistiche le attese su eventuali tagli dei tassi USA già nel corso dell’anno

di Virgilio Chelli 12 Febbraio 2023 11:00
financialounge -  Allianz Global Investors mercati Sean Shepley

I dati di inflazione in arrivo nelle prossime due settimane saranno un banco di prova per la politica della Fed. Per la prima volta la spesa personale al consumo esclusi alimentari ed energia, che va sotto la sigla PCE core, potrebbe scendere sotto il target per i tassi di interesse a breve fissato dalla banca centrale, facendo tornare i tassi di interesse reali in territorio positivo. Ma Powell e i suoi potrebbero ritenere di avere ancora del lavoro da fare, perché le loro decisioni si basano sulle previsioni d’inflazione a 12-24 mesi. La Fed ha già annunciato ulteriori rialzi, ma segnalando un inasprimento monetario meno urgente.

PERCHÉ LA FED HA CAMBIATO I TONI


Secondo il weekly outlook di Allianz Global Investors a cura di Sean Shepley, Senior Economist, sono due le ragioni alla base della variazione dei toni degli uomini della Fed. La prima è che di recente il tasso di inflazione annualizzato è salito a livelli più vicini a quelli prospettati dalla banca centrale nel medio periodo, indicando che i tassi reali potrebbero costituire un freno sempre più efficace alla spesa di consumatori e aziende. La seconda è che di recente alcuni indicatori anticipatori hanno mostrato un indebolimento, in particolare nel manifatturiero. La Fed preferirebbe riuscire nel suo intento senza causare un crollo dell’attività e deve valutare attentamente quando porre fine al ciclo di inasprimento.

OTTIMISTICHE LE ATTESE DI TAGLI NEL 2023


Inoltre, non tutti gli indicatori USA hanno mostrato un peggioramento come quelli del manifatturiero, osserva Shepley: la domanda di lavoro si conferma molto solida e sembra improbabile un rallentamento della crescita salariale a livelli coerenti con il target della Fed. Per questo l’esperto di AllianzGI giudica ottimistiche le attese di mercato su eventuali tagli dei tassi in corso d’anno, e in caso di sorprese al rialzo dell’inflazione, si potrebbe persino assistere a una nuova accelerazione del ritmo dell’inasprimento.

INASPRIMENTO MENO AVANZATO IN EUROZONA


Fuori dagli USA, anche le banche centrali del G7 stanno effettuando valutazioni simili. Bank of Canada è stata la prima ad annunciare che sospenderà l’inasprimento, Bank of England ha indicato che una pausa potrebbe essere imminente, ma secondo AllianzGI le motivazioni sono poco convincenti con l’inflazione che sorprende al rialzo nei servizi mentre sul mercato del lavoro si registrano netti aumenti salariali. Il ciclo di inasprimento della BCE è invece in fase meno avanzata.

LA BCE ARRIVERÀ AL 3,5%


Shepley nota che alcune risposte della Presidente Lagarde all’ultima conferenza stampa hanno creato confusione, ma lo scenario centrale di AllianzGI prevede tuttora un rialzo al 3,5% a fine primavera e in seguito una rivalutazione della necessità di inasprire ancora. Infine, Bank of Japan è la più indietro ma sembra intenzionata a contentarsi di ridurre l’entità degli stimoli con la rimozione o la progressiva riduzione del controllo sulla curva dei rendimenti, per cui secondo AllianzG Ie probabilità di rialzi dei tassi in Giappone sembrano ancora molto basse.

INDICAZIONI DAI DATI USA IN ARRIVO


Il dato complessivo sull’inflazione USA a gennaio, noto come CPI, arriva il 14 febbraio e dovrebbe continuare a scendere anno su anno, ma il mercato ritiene che l’inversione di rotta dei rendimenti obbligazionari indotta dalla Fed potrebbe proseguire ancora per qualche tempo. Una aspettativa che potrebbe essere rafforzata se le vendite al dettaglio USA dovessero come previsto rimbalzare trainate dal settore auto. A catalizzare l’attenzione saranno anche i dati sui prezzi alla produzione, sulla produzione industriale, e l’indagine sulle imprese della Fed di Filadelfia.

NECESSARIO ANCORA INASPRIMENTO DELLA FED


Nell’Area Euro sarà una settimana più tranquilla con la seconda lettura del PIL nel quarto trimestre che dovrebbe confermare che la recessione è stata evitata e che la bilancia delle partite correnti dovrebbe beneficiare ancora del calo dei prezzi del gas naturale, che rende le importazioni di energia meno onerose. Dopo il netto calo di ottobre è anche possibile un ulteriore modesto incremento della produzione industriale. In generale, AllianzGI si aspetta che i dati in arrivo siano coerenti con la convinzione che, nonostante la politica monetaria USA sia al banco di prova, l’obiettivo finale è ancora lontano e sarà necessario un ulteriore inasprimento.
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