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Lo scenario

I rischi ma anche le possibili sorprese dell’Europa nel 2023 secondo Wellington Management

Gli esperti di Wellington Management si aspettano che l’inflazione rimanga ostinatamente elevata ma con un ciclo economico europeo che presenta un’ampia distribuzione di possibili scenari

di Leo Campagna 10 Febbraio 2023 09:04
financialounge -  Eoin O’Callaghan mercati Tushar Poddar wellington management

La gamma di possibili scenari riguardanti la crescita 2023 dell’Europa è molto ampia, con chiari rischi di ribasso, ma anche potenziali sorprese al rialzo. Ne sono convinti Eoin O'Callaghan, Macro Strategist e Tushar Poddar, Macro Strategist di Wellington Management, secondo i quali se non si verificherà una profonda recessione, l’inflazione dovrebbe rivelarsi più elevata e duratura di quanto previsto dalla Banca centrale europea. Probabile, di conseguenza, un ciclo di rialzi più sostenuto di quanto previsto dal mercato.

IL SENTIMENT DI FAMIGLIE E IMPRESE


“Si può stimare che lo shock commerciale causato dal brusco aumento dei prezzi dell’energia equivalga ad una riduzione del PIL tra il 3% e il 4%. In parallelo la compressione dei redditi reali delle famiglie e dei margini delle imprese ha spinto il sentiment a livelli peggiori di quelli che si erano registrati durante la crisi finanziaria globale del 2008/2009. Riteniamo che il PIL dell’Eurozona possa contrarsi quindi dello 0,5% quest’anno” riferiscono O'Callaghan e Poddar.

IL PROSSIMO INVERNO NUOVA SFIDA PER IL RIFORNIMENTO DI SCORTE DI GAS


Secondo i due manager i pericoli relativi ai prezzi dell’energia proseguiranno. Archiviato l’inverno 2022 in modo indolore, il prossimo rappresenterà di nuovo una sfida per il rifornimento delle scorte di gas, in particolare se la Cina dovesse riprende a pieno ritmo e iniziare a competere per ottenere un maggior numero di spedizioni di gas naturale liquido (GNL). Giocano invece a favore del ciclo sia le condizioni finanziarie, non ancora rigide, e sia l’impulso fiscale.

NEXTGENERATION EU


“Dall’inizio del 2022, i governi europei hanno annunciato misure a sostegno delle famiglie e delle imprese equivalenti a quasi il 5% del PIL mentre dovrebbe essere potenziato il piano per la ripresa dell’Unione, il NextGenerationEU. Inoltre mentre i portafogli ordini sono ancora a livelli record, le famiglie dispongono di risparmi forzati pari a circa sei punti percentuali, che potrebbero essere impiegati. Infine, il canale del credito è solido e garantisce l’equivalente di circa mezzo punto percentuale di PIL di prestiti netti al settore privato ogni mese” spiegano O'Callaghan e Poddar.

I RISCHI LEGATI ALL’INFLAZIONE


I quali poi si concentrano sui rischi legati alla forza dell’inflazione, ancora sottovalutata, e a un tasso terminale più elevato. “Riteniamo che le dinamiche che hanno spinto i prezzi al consumo siano destinate a persistere, con l’inflazione europea che rimarrà molto più elevata di quella degli ultimi 10-15 anni e potenzialmente più alta della media dei mercati sviluppati” puntualizzano i due manager di Wellington Management.

LA REGOLA DI TAYLOR


O'Callaghan e Poddar, combinando le loro prospettive di crescita e inflazione e applicando una semplice Regola di Taylor (che suggerisce che per smorzare l’inflazione, il tasso reale deve aumentare in modo proporzionale), stimano un picco di tassi nell’Eurozona pari al 5-6%. “In altre parole, senza questi rialzi, per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% l’anno prossimo, sarebbe necessaria una profonda contrazione del PIL di circa il 6%” sottolineano i due manager.

PROBABILE RIDUZIONE DEL BILANCIO DELLA BCE


La probabile riduzione del bilancio della Bce (per le operazioni di rifinanziamento di più lungo termine che giungono a scadenza e il quantitative tightening, cioè l’inasprimento quantitativo) insieme ai grandi piani di emissione di nuovo debito dovrebbero esercitare una maggiore pressione al rialzo sui premi per i bond a più lunghe scadenze. “Il debito sovrano italiano, potrebbe vedere il governo Meloni sotto pressione se intendesse estendere oltre il primo trimestre i sussidi per l’energia che appesantirebbero ulteriormente il debito, già ora al di sopra del 150% del PIL” argomentano O'Callaghan e Poddar.

I RISCHI CHE CORRONO SVEZIA E NORVEGIA


Una seconda area vulnerabile è rappresentata dall’elevato livello di indebitamento delle famiglie nei paesi scandinavi. Possibile che ciò limiti i cicli di rialzo dei tassi in Svezia e Norvegia rispetto ad altri Paesi e aumenti il rischio di un forte adeguamento al ribasso dei prezzi delle case in entrambi i Paesi e un deprezzamento delle loro valute.
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