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Previsione sbagliata

La grande recessione più annunciata della storia? Semplice: non ci sarà

Il Fondo Monetario Internazionale ha certificato quello che i mercati già sentivano: nel 2023 la tanto annunciata recessione non ci sarà. Ma d'altra parte viviamo nell'epoca delle grandi previsioni sbagliate...

di Controredazione 31 Gennaio 2023 12:09
financialounge -  mercati recessione The Contrarian

Contrordine investitori! La recessione più annunciata della storia a quanto pare non ci sarà. Stiamo parlando di quella che avrebbe dovuto investire i Paesi sviluppati, e in particolare quelli europei, più esposti alle conseguenze della guerra. Ma le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale parlano di "economie occidentali sorprendentemente resilienti" ai venti contrari degli ultimi mesi. E così ecco la sorpresa: addio (per il momento) recessione, benvenuta crescita, anche se timida.

I DATI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE


Guardiamo allora le stime pubblicate ieri dall'Fmi. Nel 2023 il Pil globale crescerà del 2.9% (+0,2% rispetto all'ultima previsione) e poi del 3,1% nel 2024. L'Eurozona crescerà dello 0,7% nel 2023 e dell'1,6% nel 2024. Ma le sorprese arrivano dai Paesi più industrializzati. Per la Francia è stata confermata la crescita del Pil allo 0,7%, mentre Italia e Germania - guarda un po' - non avranno il segno meno davanti alla crescita del 2023. L'Italia, vista a -0,2% lo scorso ottobre, potrebbe crescere dello 0,6% nel 2023 mentre per la Germania la stima attuale è di una crescita dello 0,1% quest'anno, poco ma comunque meglio del precedente -0,3%.

REGNO UNITO UNICO PAESE DEL G7 IN RECESSIONE


Questi i numeri, che interpretati significano una sola cosa: i profeti di sventura, quelli che vedevano nel mix rialzo dei tassi, inflazione e guerra in Ucraina gli ingredienti perfetti per la temutissima stagflazione, questa volta non ci hanno preso. L'unico Paese che secondo l'Fmi andrà in recessione nel 2023 è il Regno Unito (-0,6%), ma come al solito gli inglesi hanno voluto distinguersi dal resto del mondo inserendo un ingrediente autoctono alle condizioni economiche già difficili: la Brexit.

L'EPOCA DELLE GRANDI PREVISIONI SBAGLIATE


Affermare "lo avevamo detto" è sempre un po' antipatico, ma in effetti... lo avevamo scritto. Il sospetto che le previsioni catastrofiste fossero più fumo che arrosto ci era venuto. Ma d'altra parte, pian piano, ci stiamo rendendo conto che forse viviamo nell'epoca delle grandi previsioni sbagliate. Qualche esempio. "La Russia arriverà a Kiev in una settimana e gli ucraini dovrebbero arrendersi": è passato quasi un anno dalla scellerata invasione decisa da Putin e l'Ucraina ha tenuto botta all'esercito russo. "A causa della guerra il prezzo del gas arriverà alle stelle e manderà all'aria l'economia occidentale": dopo il picco di agosto il gas è sui 60 euro al megawattora, meno del periodo pre-invasione, e i Paesi occidentali sono attrezzati per fare a meno delle forniture russe. "I rialzi dei tassi delle banche centrali manderanno l'economia in stagflazione e i mercati in picchiata": i mercati hanno digerito i rialzi dei tassi e dopo il bottom di qualche mese fa l'S&P 500 si rifiuta di scendere sotto i 4.000 punti. Morale? Lasciarsi andare a profezie catastrofiste è facile, ma si rischia di farsi inutilmente del male.
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