Contatti

Sunday view

Perché le Big Tech stanno licenziando così tanti dipendenti

Microsoft, Google, Amazon e non solo: in tutto il mondo si parla dei licenziamenti di migliaia di dipendenti. Risposta comune per affrontare un momento di crisi che sembra esteso a tutto il settore tech

di Lorenzo Cleopazzo 29 Gennaio 2023 10:00
financialounge -  big tech inflazione sunday view

Nell’antica Roma esisteva un tempio aperto ai fedeli solo in alcuni momenti precisi: era il tempio di Giano, la divinità con due volti rivolti uno al passato e l’altro al futuro, il cui luogo di culto era accessibile al popolo solo in tempo di guerra. Oggi i tempi appaiono complicati anche per le cosiddette Big Tech, con Google & co. che aprono le porte delle loro sedi non tanto per dare conforto a chi confida in loro, quanto piuttosto per agevolare il defluire dei dipendenti licenziati.

Nomi come Microsoft e Google - anticipati da un paio di mesi da Meta e Twitter – stanno facendo i conti con grandi numeri di dipendenti lasciati a casa, nel tentativo di riprendersi dal momento non facile che ha aperto il 2023. Certo può stupirci quanto brand così grossi e apparentemente inscalfibili si ritrovino a fare dei tagli così pesanti, eppure è successo anche a uno degli imperi più vasti della storia di cancellare da un giorno all’altro una delle sue professioni più importanti.

TECH CALDO


18.000 da Amazon, 10.000 da Microsoft, 12.000 da Alphabet – società madre di Google e YouTube – e circa 600 da Spotify, a cui si aggiungono anche i 3.900 di IBM e i 3.000 di SAP assieme a molti altri.

Numeri diversi, ma cause comuni: se in piena pandemia si presagiva un boom del digitale sicuro e duraturo, oggi le prospettive di tassi, inflazione e recessione non ancora scongiurata, non fanno dormire sonni sereni ai piani alti delle Big Tech. Di certo il Covid ha creato una bolla attorno al settore, gonfiando le aspettative su un comparto che viaggiava oggettivamente meglio quando non ci si poteva muovere da casa. Si credeva che questa spinta fosse ormai incontrovertibile, con moltissime aziende che hanno assunto e investito di conseguenza. Tra queste però non c’era Apple, che per ora rimane l’unica che sembra scampare a questi numeri, grazie alle sue scelte che l’avevano portata a rallentare le assunzioni nel 2022.

Anche se oggi la bolla montata dalla pandemia è scoppiata, rimane comunque forte la voglia di spingere sugli ultimi trend senza farsi sfuggire le opportunità rappresentate da temi rivoluzionari, con Metaverso e intelligenze artificiali in testa. Quella allo sviluppo è una gara a cui nessuno vuole rinunciare, anche a costo di lasciare indietro qualcuno. Se quindi da un lato alcuni analisti parlano di ‘esuberi’ da tagliare, dall’altro è innegabile quanto le Big Tech abbiano ormai inglobato lo sviluppo di certe tematiche e non vogliono di certo cambiare strada.

Ma del resto anche la storia ci insegna che, volenti o nolenti, nessuno è più grande del progresso.

UNA PROFESSIONE (QUASI) INSOSTITUIBILE


In vita l’Impero Ottomano comunicava con il mondo attraverso alcuni uomini illuminati chiamati Dragomanni. Questi potevano vantare un’ampissima conoscenza delle lingue che permise loro di essere assunti da nobili, commercianti e politici per essere i loro uomini di fiducia e ricoprire veri e propri incarichi pubblici.

Tra scambi diplomatici, negoziati e traduzioni, i dragomanni assunsero presto un ruolo fondamentale nella società dell’epoca. Uno dei più famosi fu tale Alessandro Maurocordato. Il nostro uomo, colto e capace, scala rapidamente le gerarchie fino al seggio di Gran Dragomanno della Sublime Porta - questo il nome dato al governo imperiale – e ci rimane bello comodo per oltre 10 anni.

Almeno fino ai primi sismi politici che fanno traballare la sua posizione al punto da essere incarcerato. Il nostro Maurocordato però venne ritenuto troppo importante per lasciare vacante una professione fondamentale come quella del dragomanno e fu rapidamente reintegrato nell’incarico con tante scuse e una bella pacca sulla spalla. Questo era il prestigio dei dragomanni nel massimo splendore della loro professione, ma in poco più di due secoli tutto questo sparisce.

Dopo varie peripezie – tra cui una guerra mondiale e una guerra d’indipendenza -, con il Trattato di Losanna del 1923 venne smantellato l’intero Impero Ottomano, e con esso il potere e la legittimità della professione più importante della sua scala sociale.

QUESTIONE DI PROSPETTIVE


Bisogna sempre indagare entrambi i lati della medaglia, e il riferimento a Giano bifronte del primo paragrafo non era certo casuale. Anche riguardo ai movimenti delle Big Tech occorre guardare sia l’aspetto sociale di tante persone lasciate a casa, sia il gran fermento che si è creato attorno a certi temi. I numeri possono fare impressione, ma ciò che scalda la situazione è la grande energia che nomi come Microsoft e Google stanno infondendo verso determinati trend, come l’intelligenza artificiale.

Nel primo ‘900 la tendenza vedeva la cartina geografica orientarsi verso un assetto sempre più moderno e la professione del dragomanno ne fece le spese, certo, ma ciò non significa che le persone che l’esercitavano scomparvero assieme a lei. Oggi, tra 2022 e 2023, sembra che molte cose procedano col freno a mano tirato e se per qualcuno i licenziamenti delle Big Tech possono essere figli di ‘scelte sbagliate’ in precedenza, per altri sono un ulteriore indirizzo di quali saranno gli sviluppi su cui puntare nel prossimo futuro e perché no, cavalcarli anche professionalmente.
Questione di prospettive, e se anche Giano guardava contemporaneamente passato e futuro, in questo caso forse è meglio focalizzarsi maggiormente sul secondo.

BONUS TRACK


Alessandro Maurocordato, il dragomanno di questa storia, diede origine a una vera e propria stirpe di figure fondamentali per l’Impero Ottomano e gli stati che lo componevano. Il suo nome si mantenne forte per secoli, in ruoli sempre differenti e con le relative peripezie e ‘licenziamenti’ di mezzo.

Volete sapere cosa c’era sullo stemma di famiglia? Una fenice che rinasce dal fuoco.

E non può essere un caso.
Share:
Trending