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Uno sguardo agli outlook per i mercati nel 2023

Il primo periodo dell’anno di solito è il momento in cui si fanno delle panoramiche su cosa ci aspetta nei mesi a venire. Ma siamo sicuri che funzionino? Qualcuno dice di sì

di Lorenzo Cleopazzo 8 Gennaio 2023 09:30
financialounge -  mercati outlook 2023 sunday view

Astronomia e astrologia, qual è la differenza?

C’è chi le confonde sempre e chi mente, eppure tra le due c’è un vero e proprio abisso. La prima infatti è una scienza antica, l’altra ti dice di che segno zodiacale sei. La prima studia i corpi celesti e ciò che li riguarda, l’altra li usa per predire ciò che avverrà.

L’astronomia dice che nel 2023 potremo ammirare circa 12-15 meteoriti, l’astrologia invece dice che il 2023 sarà un anno pieno di soddisfazioni professionali, ma solo se sei Sagittario.

Diciamocelo: troviamo irresistibilmente appassionante – o quantomeno divertente – andare a scartabellare i vari oroscopi e le visioni a lunga gittata degli esperti. Ma ne vale davvero la pena?

Come sempre ciò che conta è approcciarsi alle fonti con occhio critico e ascoltare diverse voci, nel coro e fuori. Scoprirai che non tutti intendono le previsioni allo stesso modo.

UNO SGUARDO AL 2023


Ci sono delle previsioni che si basano su osservazioni attente, su dati matematici e su precedenti storici; nell’ambiente sono detti Outlook e quelli del 2023 ci parlano di un anno un po’ così.

Se nel 2022 gli investitori hanno dovuto fare i conti con un’inflazione più alta del previsto e le severe misure delle banche centrali, c’è chi dice che quest’anno riusciremo a convivere in equilibrio tra questi due estremi. Il punto di forza, secondo questo scenario, sarebbe il fatto che i mercati ormai si sono abituati a questa situazione e avremo meno volatilità.

Altri esperti invece suggeriscono che proprio per le scelte aggressive delle banche centrali, ci sarà un aumento dei licenziamenti dati dalla contrazione economica anti-inflazione, mentre altri ancora ci parlano di un’Europa più vulnerabile e di una Cina in grande spolvero.

In generale gli outlook sembrano concordare sul fatto che il 2023 sarà un anno di transizione, anche se c’è qualcuno che si sbilancia un po’ di più. Ma d’altro canto è normale: siamo forse abituati a dover prendere una posizione, anche quando quest’abitudine si traduce in qualcosa di cui non possiamo essere certi.

Del resto c’era qualcuno che ce lo diceva già da metà ‘700.

UNO SCOZZESE PESSIMISTA?


Quel qualcuno era David Hume e ce lo disse più o meno così: “’Che il sole non sorgerà domani’ è una proposizione non meno intelligibile e non più contraddittoria dell'affermazione ‘che esso sorgerà'”

Una frase forte, a prima vista abbastanza pessimistica, ma che esprime al meglio il suo pensiero così come quello di tutti gli empiristi. Ma andiamo con ordine.

Nell’aforisma che hai appena letto, il nostro filosofone scozzese ci dice che frasi come “domani il sole sorgerà” e “domani il sole non sorgerà” hanno lo stesso valore, perché non possiamo essere certi né di un una né dell’altra. Questo è tipico degli empiristi: pensatori che basavano la mente umana esclusivamente sulle esperienze compiute, lasciando quindi aperti non pochi spiragli.

In poche parole, per Hume e combriccola l’uomo ragiona per abitudine, ed è quindi conformato a pensare che un certo fatto ripetutosi novantanove volte avverrà anche la centesima – tipo il sole che sorge, appunto. Non esiste un principio di causa: siamo semplicemente abituati a pensare che un certo evento generi un certo effetto, e noi scambiamo questa inebriante sensazione per una certezza, anche se – per Hume – niente di tutto questo è dimostrabile, e per questo è impossibile fare previsioni.

Certo gli si può dare ragione o torto, fatto sta che se stai leggendo questa newsletter significa che anche oggi il sole è sorto.

UN PARAGRAFO OTTIMISTA


Outlook e previsioni, qual è la differenza?

I primi si basano su fatti passati e sulle conseguenze logiche che ne vengono tratte, le seconde invece sono supposizioni più orientate al futuro che al passato, basandosi su indizi più o meno sicuri – e abbiamo usato i termini della Treccani eh.

Certo nessuna delle due è infallibile, ma ciò che cambia è l’approccio.

Senza scomodare scenari apocalittici in cui il sole non sorge, al caro Hume dobbiamo pur ammettere una cosa: lui non pensava mica che il mondo fosse in mano al caso. Il nostro filosofo, da buon empirista, diceva semplicemente che non possiamo essere certi di ciò che avverrà in futuro, anche se si è ripetuto migliaia di volte – e forse anche di più, a contare tutte le albe della storia della Terra.

Ma quello che per Hume era una debolezza del pensiero comune, negli outlook si è trasformato in un punto di forza! Non si parla di semplici presupposizioni o ipotesi: qui ogni frase viene pesata usando come controparte l’esperienza, e non di una singola persona, ma dell’intero sistema Mondo.

Sarà anche per questo che la parola ‘outlook’ significa letteralmente ‘prospettiva’ e non banalmente ‘opinione’.

BONUS TRACK


Il testo – importantissimo – di Hume da cui è presa la frase di poco sopra s’intitola ‘Ricerca sull’Intelletto Umano’ e la sua prima edizione venne pubblicata in forma anonima: probabilmente l’oroscopo del 1739 non dava troppa fortuna in ambito lavorativo ai Toro con ascendente Capricorno.
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