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La giornata dei mercati

Borse europee pesanti dopo la BCE, nel finale i ribassi intorno al 3%

L’aumento dei tassi è stato limitato a 50 punti ma sono state alzate le stime di inflazione e Christine Lagarde ha mostrato determinazione a contrastarla con nuovi rialzi. Spread tra BTP e Bund tedesco oltre 200 punti

di Virgilio Chelli Aggiornato al 15/12/2022 17:30
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15/12/2022 17:30


Seduta pesante per le Borse europee con in principali indici in ribasso di quasi il 3% dopo l’ultima riunione dell’anno della BCE, che ha annunciato un rialzo di mezzo punto come nelle attese e l’avvio della riduzione del bilancio a partire da marzo. Inizialmente mercati e investitori non avevano reagito troppo male, ma la situazione è peggiorata durante la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, che ha mostrato estrema determinazione nel continuare a contrastare l’inflazione alzando il costo del denaro e ribadendo l’obiettivo del 2%, lontanissimo dall’attuale livello dei prezzi al consumo.

La mossa della BCE fa seguito a quella analoga di ieri dalla Fed ed arriva insieme a quella di Bank of England, che ha ugualmente alzato i tassi di mezzo punto. I tassi sono in aumento di solo mezzo punto come da attese, ma le stime di inflazione giudicata ancora troppo elevata vengono riviste al rialzo dalla stessa BCE indicando che saranno necessari ulteriori aumenti. Intanto da marzo 2023 partirà il cosiddetto quantitative tightening, vale a dire la riduzione degli acquisti di titoli e la conseguente cura dimagrante del bilancio della banca centrale, al ritmo iniziale di 15 miliardi al mese.

I principali listini già in territorio negativo hanno esteso i ribassi intorno al 2% mentre Lagarde parlava per poi accentuare il movimento negativo con Francoforte, Parigi a Milano tutte in netto ribasso intorno al 3% nelle battute finali. Lo spread tra BTP italiano e Bund tedesco si è allargato oltre i 200 punti. A Milano venduti in particolare i finanziari e i tecnologici.

15/12/2022 15:05

Tassi in aumento di solo mezzo punto come da attese, ma le stime di inflazione giudicata ancora troppo elevata vengono riviste al rialzo mentre saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi. Intanto da marzo 2023 partirà il cosiddetto quantitative tightening, vale a dire la riduzione degli acquisti di titoli e la conseguente cura dimagrante del bilancio della banca centrale.

Il verdetto dell’ultima riunione dell’anno della BCE non è piaciuto molto al mercato. I principali indici azionari europei, da Francoforte a Parigi a Milano, si muovono in netto ribasso con cali intorno al 2 per cento mentre si allarga lo spread tra BTP e Bund tedesco fino a sfiorare i 200 punti base. In conferenza stampa la presidente della BCE Christine Lagarde ha specificato che gli acquisti di asset verranno ridotti al ritmo di 15 miliardi al mese. Per la fine del 2023 verrà anche rivista la framework dei tassi a breve.

Anche la prospettiva di un picco dei tassi americani oltre il 5% nel 2023 contribuisce a deprimere l’umore delle Borse europee, dopo la riunione della Fed di ieri. La revisione al rialzo delle prospettive di inflazione da parte della BCE è stata consistente con la previsione di ulteriori incrementi che renderanno necessari ulteriori significativi aumenti dei tassi di interesse per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo all’obiettivo del 2% nel medio termine.

Per quanto riguarda la riduzione del bilancio della BCE, a partire dagli inizi di marzo 2023, il portafoglio del programma di acquisto di attività sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo della riduzione sarà in media di 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.
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