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I numeri

Vini di pregio, classifica dominata dai Borgogna

I vini provenienti dalla regione francese guidano il Liv-ex, il mercato secondario dei Fine Wine

di Paola Jadeluca 30 Novembre 2022 09:34
financialounge -  mercati Mood vino

Borgogna, in alto i calici. Tanto, forse anche troppo. I Grand Cru di questo territorio francese sono al top sul Liv-ex, il mercato secondario dei Fine Wine. La Borgogna regna sovrana nel Power 100 di quest'anno, e lo slancio rialzista registrato l'anno scorso si è esteso a quest'anno e si riflette in un continuo ampliamento dei vini scambiati e di corrispettivi aumenti dei prezzi.

LIV-EX POWER 100


Il Liv-ex Power è prodotto in collaborazione con The Drink Business Magazine, la lista annuale dei marchi più potenti nel mercato del vino pregiato: un'istantanea del panorama in continua evoluzione del mercato secondario.  Il barometro del mercato delinea un 2023 di grandi rivolgimenti. Per la prima volta non ci sono etichette di Bordeaux nella top 10: una svolta storica per un mercato finora dominato e guidato proprio dai Grand Cru della zona-mito dell’enologia mondiale. Per contro, si è affermata, poi, per la prima volta, una predominanza di trading a favore delle migliori etichette della Borgogna. Il ranking di quest’anno ha catturato la Borgogna al culmine della sua ultima ripresa.



BORGOGNA


Il precedente aumento della Borgogna è stato nel 2018-2019. I prezzi si sono poi stabilizzati, ma hanno ripreso il volo nel corso della pandemia. Ma lo stanno facendo sullo sfondo di un mercato molto più ampio per la Borgogna stessa: si è affermata come  la regione in più rapida espansione nel mercato secondario, basti dire che nel 2018 erano  829 i vini della Borgogna scambiati, nel 2022 sono balzati a 1.859 più del doppio. Una delle peculiarità della regione è il numero di vini che un singolo dominio può produrre e l'aggiunta di etichette négociant non fa che aumentare questo pool. In alcuni casi sono questi i vini dove i recenti aumenti di prezzo sono stati maggiori. Un trend roseo, ma qualche nube si addensa all’orizzonte. “Proprio come abbiamo visto nel 2019, l'ultima ondata della Borgogna potrebbe essere vertiginosa - racconta Rupert Millar, managing editor di Liv-ex - ma potrebbe essere rapidamente ostacolata dalla mancanza di offerta e da una crescente riluttanza a pagare prezzi così alti per poche. Più in alto si vola, più rarefatta è l'aria e meno acquirenti ci sono”.

Qualche esempio arriva da Domaine Leroy, il campione della Borgogna, e anche la seconda etichetta più potente di quest'anno, Domaine Arnoux-Lachaux. La tenuta è da qualche anno una delle stelle nascenti della regione, ma la domanda è esplosa nel 2021-2022. La sua performance di prezzo media è stata del 487,2%, ma alcuni vini sono aumentati di oltre il 1.000%. Alcuni dei maggiori aumenti di prezzo sono stati per l'etichetta négociant Charles Lachaux, che (come Leroy) ha offerto un punto di ingresso accessibile a un marchio in ascesa e da allora ha raggiunto nuovi massimi.

Al contrario, il commercio sia per Arnoux-Lachaux che per Charles Lachaux è diminuito nel corso del 2022, soprattutto per quest'ultimo. È possibile che si tratti di un marchio che è già diventato “too hot”, troppo bollente per permetterne l’acquisto ad alcuni. Ciò solleva ancora una volta la questione della sostenibilità dei prezzi della Borgogna, sostengono gli esperti del Liv-ex. La speculazione è senza dubbio un problema, ma alla fine non c'è ancora abbastanza offerta se la domanda continua a salire.




Tutti i marchi nella top 100 sono aumentati di prezzo in quello che è stato uno scenario commerciale rovente.

GLI CHAMPAGNE


La stella dello Champagne ha continuato a crescere, con qualità e valore come fattori chiave. Lo champagne è stato una presenza discreta nel Power 100 di quest'anno con solo nove marchi in classifica. Tuttavia, è una forza costruttiva nel mercato secondario che ha davvero iniziato a sfondare; accumulando alti livelli di scambi, mostrando forti performance di prezzo e con un numero crescente di marchi che si qualificano per l'inclusione, anche se non sono ancora riusciti a raggiungere la vetta. Il marchio di spicco è stato il Cristal di Louis Roederer, uno dei tre champagne nella top 10. È stato il vino più scambiato per volume e il terzo più scambiato per valore nell'ultimo Power 100 dell’anno.

FIRST GROWTH


L'andamento dei prezzi di Bordeaux è stato oscurato da Borgogna e Champagne, ma i First Growth hanno tenuto testa in termini di valore scambiato.

L’ITALIA


L’impennata italiana si è leggermente attenuata. Molti vini italiani sono scesi in fondo alla lista. Un po' come il Bordeaux, il commercio totale in valore e volume è ancora forte ma l'andamento dei prezzi è rallentato, soprattutto rispetto a Borgogna e Champagne. Il Tignanello ha messo a segno una prestazione stellare, balzando di 16 posizioni fino al 49 posto,  grazie a una combinazione di scambi elevati in volume (settimo in assoluto) e quindi di un valore commerciale totale elevato. Restando in tema di prezzi, da notare che, sempre secondo gli esperti di Liv-ex, aiuta anche il fatto che il Tignalello sia il vino italiano più economico tra i primi 100, con un prezzo medio per cassa di 1.076 sterline. Quintarelli Giuseppe e Poggio di Sotto sono tornati quest'anno tra i primi 100, e sono tra quelli a maggior tasso di crescita. Sul trono resta il  Sassicaia, il primo vino italiano sia per valore che per volume.
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