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L'analisi

Capital Group: ecco come le elezioni di mid term Usa possono influire sui mercati

Le elezioni dell’8 novembre di mid term potranno influire sui listini soltanto nel breve termine: Matt Miller (Capital Group) ricorda che è il valore delle singole società nel tempo a determinare i rendimenti azionari di lungo termine

di Leo Campagna 5 Novembre 2022 09:30
financialounge -  Capital Group elezioni usa investimenti Matt Miller mercati Morning News

Come se non bastassero le preoccupazioni per l'inflazione alle stelle, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche, martedì 8 novembre si terranno negli Stati Uniti le elezioni di metà mandato. Secondo Matt Miller, economista politico di Capital Group, potrebbero essere tra le elezioni di mid term più importanti nella storia americana. Per capire come potrebbero influire sui listini azionari, il manager ha analizzato più di 90 anni di dati ed ha scoperto che il comportamento dei mercati durante gli anni delle elezioni di metà mandato si è rivelato tendenzialmente diverso rispetto alla media storica di tutti gli anni.

IN GENERE IL PARTITO DEL PRESIDENTE PERDE SEGGI AL CONGRESSO


Il primo aspetto che emerge da questa analisi è che, in genere, il partito del presidente perde seggi al Congresso. Per la precisione, nelle ultime 22 elezioni di metà mandato, il partito del presidente ha perso in media 28 seggi alla Camera dei rappresentanti e 4 al Senato. E’ vero che questa dinamica è piuttosto usuale e viene scontata dai mercati all'inizio dell'anno, tuttavia la portata di uno spostamento del potere politico rimarrà incerta almeno fino a fine anno.

RENDIMENTI MEDI INFERIORI


La seconda caratteristica ‘storica’ è che negli anni di metà mandato, i rendimenti del mercato statunitense tendono ad essere deboli fino all'ultimo. “Nella nostra analisi dei rendimenti dell'indice S&P 500 dal 1931 abbiamo rilevato che nei primi mesi degli anni con elezioni di metà mandato, i titoli hanno tendenzialmente archiviato rendimenti medi inferiori e spesso guadagnato poco terreno fino a poco prima delle elezioni” specifica Miller. Finora il 2022 ha confermato questa tendenza anche se, ammette il manager di Capital Group, l'impatto della politica è stato minimo rispetto a quello dell'inflazione e dell'incremento dei tassi d'interesse.

LA VOLATILITÀ TENDE AD ESSERE PIÙ ELEVATA


Inoltre, e siamo al terzo aspetto emerso dall’analisi di Miller negli anni delle elezioni di metà mandato, la volatilità è stata più elevata, in particolare nelle settimane precedenti l'Election Day. Dal 1970, gli anni di mid term hanno registrato una deviazione standard mediana dei rendimenti di quasi il 16%, rispetto al 13% di tutti gli altri anni.

POSSIBILE RIMBALZO DOPO IL VOTO


C’è anche una buona notizia che affiora dall’esame dei dati storici: dopo le elezioni di metà mandato, i mercati hanno avuto la tendenza a rimbalzare in modo significativo nei mesi successivi. Una dinamica che spesso inizia poco prima delle elezioni e non si esaurisce nel breve termine. Infatti i rendimenti si sono attestati su valori superiori alla media per l'intero anno successivo al ciclo elettorale. Dal 1950, i rendimenti medi a un anno dopo le elezioni di metà mandato sono stati del 15%, più del doppio dei rendimenti di tutti gli altri anni su un periodo analogo. “Naturalmente ogni ciclo è diverso e non c’è alcuna certezza che lo stesso avvenga dopo l’8 novembre. Nel corso del prossimo anno, ad esempio, gli investitori dovranno valutare le ripercussioni di una potenziale recessione negli Stati Uniti” spiega Miller.

FOCUS SUL LUNGO TERMINE


A questo proposito il manager suggerisce di evitare di attribuire troppa importanza ai risultati elettorali perché questo potrebbe creare molta confusione e incertezze per le scelte di investimento. Ribadisce che occorre tenere bene a mente che, storicamente, le elezioni hanno avuto un impatto limitato sui rendimenti degli investimenti a lungo termine. “Questi ultimi, infatti, sono determinati dal valore delle singole società nel tempo. Per investire in modo intelligente è opportuno guardare oltre i massimi e i minimi a breve termine e mantenere invece il focus sul lungo termine” conclude l’economista politico di Capital Group.
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