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La giornata dei mercati

Le Borse europee ritracciano nel finale tirate indietro da Wall Street

L’azionario del Vecchio Continente torna più o meno dove era partito, con solo Francoforte che riesce a tenersi in territorio positivo. Nasdaq pesante per i rendimenti del Treasury in salita, euro sempre debole

di Virgilio Chelli Aggiornato al 10/10/2022 17:25
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10/10/2022 17:25


L’azionario europeo si conferma dipendente da quello americano anche quando come oggi Wall Street viaggia a scambi ridotti per il Columbus Day. Le Borse del Vecchio Continente, dopo una partenza pesante, un buon recupero a metà seduta trainato soprattutto dal DAX di Francoforte, nel finale tornano poco sopra il punto d’avvio, in una giornata priva di spunti importanti. Gli indici USA dopo una partenza mista sono passati in rosso con il Nasdaq pesante, che soffre di più gli effetti della stretta monetaria e i rendimenti dei Treasury in continuo rialzo, anche se oggi non ci sono scambi proprio per il Columbus Day.

Gli investitori restano concentrati sul dato sull’inflazione USA in uscita giovedì e dell’avvio della stagione delle trimestrali, che dovrebbe dire quanto il mix di inflazione, rallentamento economico e tassi alti impatta sugli utili aziendali. L’euro si mantiene debole su dollaro, il petrolio cede qualcosa ma continua a viaggiare vicino ai massimi recenti, l’oro cede quasi il 2 per cento. Anche Piazza Affari scivola indietro intorno alla parità dopo aver tentato di riagguantare senza successo quota 21.000 punti a metà seduta, trovando supporto nei bancari e negli industriali.

Oltre ai tecnologici del Nasdaq, su Wall Street pesano i titoli dell’auto dopo un downgrade del settore da parte degli analisti, che vedono un rischio recessione che potrebbe causare forti cali della domanda. Penalizzati in particolare i due big Ford e General Motors, declassate rispettivamente da Neutral a Sell e da Buy a Hold.

10/10/2022 16:15


Partenza mista per Wall Street oggi in clima semifestivo per il Columbus Day che tiene chiuso il mercato dei bond. Alle prime battute il Nasdaq è in territorio negativo e il Dow positivo tra scambi rarefatti e gli operatori in attesa del dato chiave sull’inflazione di settembre che esce giovedì e la partenza il giorno dopo della stagione delle trimestrali con le grandi banche. L’azionario europeo è riuscito a recuperare una partenza pesante e si è riportato in territorio positivo vicino al traino dell’indice DAX di Francoforte, che ha sfruttato guadagni di alcuni industriali, titoli dei materiali e bancari, che hanno sostenuto anche la Borsa di Milano che ha recuperato livelli vicini alla parità.

In Europa l’attenzione degli investitori è anche per Bank of England che ha annunciato nuove misure per assicurare stabilità finanziaria dopo le recenti turbolenze su titoli di Stato e sterlina. Ora la banca centrale introdurrà dal 14 ottobre ulteriori accorgimenti per una conclusione ordinata ai suoi acquisti di titoli di Stato, anche aumentando la dimensione delle aste. Ma intento i tassi dei mutui continuano a salire.

L’euro continua a viaggiare ai minimi di seduta su dollaro, ancora appesantito dai dati USA e dalle dichiarazioni della Fed della scorsa settimana, e potrebbe ritestare i minimi in area 0,95 toccati a fine settembre. Il petrolio invece continua a mantenere i recenti guadagni e si scambia oltre i 92 dollari nella versione brent e appena sotto i 100 dollari in quella WTI. Oro debole insieme alle principali criptovalute.

10/10/2022 11:35


L’azionario europeo, come tutte le altre piazze globali, da quelle asiatiche in apertura di giornata fino ai futures sui principali indici di Wall Street, oggi però a scartamento ridotto per il Columbus Day, si muove in territorio negativo. Pesano i persistenti timori sull’’inflazione alta e tenace, aumento del costo del denaro e recessione in arrivo, a cominciare proprio dall’Europa, con l’azionario in calo per la quarta sessione consecutiva, mentre in USA la Fed mantiene l’approccio restrittivo e aggressivo contro l’inflazione. Un tema è il calo dei titoli dei semiconduttori, che ha interessato soprattutto l’Asia, dopo i nuovi controlli alle esportazioni introdotti dagli USA.

L'euro continua a deprezzarsi contro dollaro puntando verso il minimo di 20 anni toccato il 27 settembre a quota 0,95 contro il biglietto verde dopo i dati sull’occupazione USA più forti delle attese. Sull’euro pesano anche i timori di una recessione incombente nell’ Eurozona, il che complica non poco le cose per la BCE che continua a seguire la Fed nella stretta monetaria, con il mercato che si aspetta nuovi rialzi dei tassi importanti sia a ottobre che a dicembre, anche se prevede un rallentamento del ciclo restrittivo l’anno prossimo. Gli ultimi dati puntano alla frenata dell’economia con le prospettive invernali peggiorate dalla crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina.

Mercati e investitori si interrogano sulla tenuta o meno dei minimi di metà giugno delle Borse e si preparano a un’altra settimana fitta di dati e appuntamenti finanziari e politici: a Washington si tiene il primo meeting in presenza dal 2019 di FMI e Banca Mondiale, a Pechino si apre il Congresso del Partito che potrebbe incoronare Xi a vita, mentre dagli USA cominciano a uscire da venerdì le trimestrali, con le grandi banche che inaugurano la stagione degli utili. Ma gli occhi sono puntati soprattutto sul nuovo ‘magic number’ in arrivo giovedì, quello dell’inflazione a settembre. Il consenso punta a un lieve calo all’8,1%, che sicuramente non basta a trasformare Powell e colleghi in colombe, mentre se esce più forte può scatenare una retorica ancora più aggressiva di quella attesa dai verbali dell’ultima riunione del FOMC
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