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Investimenti alternativi

L'Impact Investing secondo Schroders: quando il benessere delle persone fa bene anche al portafoglio

Secondo l’analisi, può essere una buona diversificazione investire su società che oltre a promettere un ritorno finanziario siano intenzionate a esercitare un impatto positivo sulle persone e sull'ambiente

di Francesco Rapetti 13 Luglio 2022 19:00
financialounge -  impact investing Jonathan Fletcher Schroders

Nell’analisi realizzata da Jonathan Fletcher, EM Fund Manager & Head of EM Sustainability Research di Schroders, l'Impact Investing ha il duplice obiettivo di influire positivamente sulla collettività e il pianeta e di generare rendimento per gli investitori. Si pensa sia possibile raggiungerlo investendo in azioni di società che oltre a promettere un ritorno finanziario siano intenzionate a esercitare un impatto positivo sulle persone e sull'ambiente nelle aree in cui operano. È sentito, in particolare, il desiderio naturale di migliorare prodotti e servizi sanitari in tutto il mondo: purtroppo, in molte aree emergenti mancano ancora prodotti e servizi essenziali, spesso dati per scontati nei Paesi sviluppati. Per gli investitori nei mercati emergenti, questo significa che il settore salute e benessere può dare un contributo significativo alla vita delle persone.

PERCHÈ SVILUPPARE SALUTE E BENESSERE NEI MERCATI EMERGENTI


Sul fronte dell'assistenza sanitaria, Paesi avanzati ed emergenti presentano enormi differenze, dovute in larga misura alle difficoltà di accesso ai farmaci e alle terapie fondamentali, ad acqua pulita e servizi igienici e, in molti, casi anche all'istruzione. Un report dell'UNICEF rivela che nel 2019, 63 bambini ogni 1.000 nati nei Paesi meno sviluppati del mondo sono morti prima dei 5 anni. In confronto, il tasso di mortalità equivalente in Europa e nel Nord America si attesta rispettivamente a 5 e 6. In base alle statistiche di UNAIDS, su 37,7 milioni (dato stimato) di persone affette da HIV, nel 2020 circa 20,6 milioni vivevano nell'Africa orientale e meridionale e 5,8 milioni nella regione Asia Pacifico. Insieme, queste due regioni rappresentano il 70% del totale globale. Passando ad un altro esempio, la Federazione Internazionale del Diabete stima che il 75% dei circa 537 milioni di adulti che soffrono di diabete nel mondo vive in Paesi a basso e medio reddito. Inoltre, le malattie cardiovascolari, che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono la principale causa di morte a livello globale, si registrano per lo più nei Paesi a basso e medio reddito. Tale situazione si deve in buona parte a sistemi sanitari di base carenti e a problemi di accesso ai servizi sanitari, due fattori che impediscono di diagnosticare e curare le malattie. Ecco perché il margine di impatto su salute e benessere nei mercati emergenti è enorme.

PERCHÈ LE AZIENDE CHE SI OCCUPANO DI SALUTE E BENESSERE SVOLGONO UN RUOLO IMPORTANTE


Secondo l’analisi di Schroders, le società dei mercati emergenti hanno un ruolo importante nel raggiungere tali obiettivi. Alcune di queste realizzano prodotti che migliorano in modo diretto igiene e salute. Prendiamo ad esempio Hindustan Unilever, società indiana in rapida espansione, attiva nei beni di consumo. L'azienda sostiene una serie di iniziative, fra cui la campagna per la promozione dell'uso del sapone, uno dei prodotti che realizza. Alcuni studi mostrano che basta lavarsi le mani con il sapone per ridurre il rischio di morte per dissenteria di circa il 30%. Iniziative di questo tipo possono contribuire a ridurre l'incidenza di malattie che si possono prevenire e quindi dei decessi. L'azienda promuove inoltre programmi simili nell'ambito della alimentazione. Offre, ad esempio, in collaborazione con Global Alliance for Improved Nutrition (GAIN), un programma di alimentazione sul luogo di lavoro. Lo scopo è quello di migliorare la dieta e le abitudini igieniche di lavoratori e piccoli coltivatori, nonché delle loro famiglie.

L’ESEMPIO DI CIPLA, AZIENDA FARMACEUTICA INDIANA


Un ulteriore esempio, su cui vale la pena soffermarsi secondo l’analisi di Schroders, è quello di Cipla, un'azienda farmaceutica indiana presente in oltre 80 Paesi che offre più di 1.500 prodotti di varie categorie terapeutiche. Dal 1997 la Cipla Foundation gestisce un centro di cure palliative in India e da allora offre cure gratuite ai pazienti affetti da cancro. Nel 2001 è stata la prima società a lanciare un mix di tre farmaci anti-retrovirali per il trattamento dell'HIV a meno di $1 al giorno, un prezzo decisamente più accessibile di quelli standard. Nel 2020 Cipla è stata proclamata dall'Antimicrobial Resistance (AMR) Benchmark il primo produttore di farmaci generici attivo nei Paesi con maggiore richiesta; l'azienda è inoltre monitorata dall'AMR e ha sganciato gli incentivi dai volumi di vendita. Attualmente Cipla offre più di 1.500 prodotti che coprono circa il 45% delle malattie elencate nella Essential Medicine List dell'OMS. La società sostiene inoltre due centri per la prima infanzia nei pressi dei suoi stabilimenti in India e Sudafrica che provvedono alle esigenze dei bambini dai 2 ai 6 anni in materia di alimentazione, istruzione e sicurezza. Durante la pandemia, Cipla ha lanciato un'iniziativa di apprendimento digitale a favore di 30 scuole ubicate vicino ai suoi impianti produttivi. Il suo obiettivo è diventare un'azienda carbon neutral, water neutral e zero waste entro il 2025. Mira, tra l'altro, alla stewardship antimicrobica. Entro il 2030 Cipla vuole inoltre essere un'azienda carbon positive, water positive e conforme alla AMR.
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