Produzione sostenibile

Dalle soluzioni circolari una triplice risposta alle sfide dell’approvvigionamento

Robeco, in un’analisi della Senior Portfolio Manager Natalie Falkman, spiega le opportunità offerte dalle soluzioni circolari per superare problemi di catene di approvvigionamento sempre più fragili e vulnerabili

di Virgilio Chelli 21 Giugno 2022 15:45

financialounge -  economia circolare Natalie Falkman Robeco
I problemi di approvvigionamento si ripercuotono inevitabilmente su aziende, consumatori ed economie. Il Covid continua a turbare intere regioni nel mondo, con lockdown che intasano i porti, paralizzano gli autotrasporti e riducono i flussi internazionali, evidenziando quanto siano diventate fragili e vulnerabili le catene di fornitura. Queste sono ormai così lunghe, complesse e frammentate che i consumatori finali non hanno idea di cosa provochino. I fattori produttivi vengono estratti, processati e assemblati a monte da operatori diversi in paesi diversi, per essere destinati ai clienti a valle. La produzione di una cella fotovoltaica inizia estraendo sabbia di quarzo in Cina, che poi viene fusa in lingotti, sezionata in fette sottili e finalmente assemblata in Malesia, Cambogia, Vietnam e Thailandia.

TUTTO COMINCIA DALLA CINA


Natalie Falkman, Senior Portfolio Manager di Robeco, indica la risposta nelle “Soluzioni Circolari”, che rappresentano la triplice risposta alle sfide delle catene di approvvigionamento, partendo dal fatto che oggi la Cina è il primo esportatore al mondo e rappresenta il 12% del commercio globale, valutato 28.500 miliardi di dollari nel 2021. La produzione mondiale è sempre più concentrata e pericolosamente dipendente da fornitori cinesi. Fattori produttivi più convenienti hanno facilitato un modello lineare, che parte dall'estrazione di materiali e termina con la loro eliminazione da parte dell’utente finale. Così, sottolinea Falkman, non solo si perde il valore insito nel prodotto, ma si avviano nuovi percorsi produttivi che richiedono più materie prime, processi e logistica. E ogni volta danno vita a un nuovo ciclo di rischi ambientali e di fornitura.

ALLUNGARE LA VITA DEI PRODOTTI


I modelli circolari invece aggirano i cicli produttivi, e i prodotti non vengono eliminati ma reintegrati nella supply chain. Produzione e vendite dipendono meno dalle grandi forniture offshore e si concentrano sull’innovazione finalizzata alla qualità onshore, vale a dire prodotti non solo costruiti per durare, ma anche dotati di vantaggio competitivo. L’esperta di Robeco segnala soluzioni circolari di diverse forme e dimensioni, adattabili alle caratteristiche e ai flussi dei vari settori. I segmenti di alta gamma possono essere offerti a fasce più basse del mercato, i modelli Product as a service (Paas) consentono di noleggiare un servizio invece di acquistare un prodotto, le organizzazioni specializzate in produzione e riparazione offrono una vasta gamma di componenti, affinché un macchinario costoso possa essere riparato piuttosto che sostituito. Mantenendo i prodotti in servizio più a lungo, si dematerializzano le catene di approvvigionamento riducendone i rischi.

RIGENERARE LA PRODUZIONE DAL VECCHIO AL NUOVO


L’esperta di Robeco fa l’esempio dei produttori di apparecchiature per semiconduttori che smontano, riparano e rigenerano regolarmente i macchinari dei clienti più sofisticati, per poi riutilizzarli in segmenti di mercato a minor complessità. Un’azienda leader sostiene addirittura che, a trent’anni di distanza, il 90% dei suoi macchinari è ancora in uso negli impianti di tutto il mondo. La produzione circolare offre flussi aggiuntivi di ricavi, con ricorso minimo alla logistica. Un metodo simile è utilizzato sempre più per prodotti meno sofisticati nella sanità e nella ricerca sulle bioscienze.

CAPITALIZZARE L’INTANGIBILE


I sensori integrati e il cloud consentono a chi usa i modelli PaaS di offrire servizi personalizzati mai visti prima. Gli utili vengono generati non tanto dalla produzione di volumi maggiori ma dal miglioramento della qualità e del valore di quelli già in circolazione, dai beni più semplici come lampadine, tappeti e pneumatici, a quelli più complessi come motori di jet, reti elettriche e turbine eoliche.

SUPERMERCATI INDUSTRIALI


Le organizzazioni specializzate in produzione e riparazione (MRO) sono come veri e propri ipermercati con scorte enormi, fatte di milioni di componenti, e detengono know-how tecnico. Se un macchinario o un componente si guasta, ci si affida a una di queste organizzazioni per ripararlo invece di ordinarne uno nuovo. La vicinanza o comunque la presenza onshore riduce o elimina i rischi legati all’approvvigionamento e alla logistica offshore. Partendo dalle utility e dalla distribuzione energetica fino ad arrivare alla robotica, passando per l’automazione industriale, i materiali per le costruzioni, l’edilizia, l’industria chimica e gli imballaggi, l’esperta di Robeco sottolinea che le MRO offrono numerose opportunità di investimento in vari settori.

PER ORA PIÙ INTERESSANTE IL B2B


Le soluzioni circolari sono particolarmente adatte ai produttori con margini elevati ed alti costi di proprietà intellettuale e R&D. Per Robeco le opportunità più interessanti sono a livello business to business. Alimentari e moda per ora non rientrano in quest’ambito, ma potrebbero non appena le preferenze dei consumatori si trasformano. Le giovani generazioni esigono maggiore flessibilità negli acquisti, servizi di qualità superiore e processi sostenibili privi di emissioni e rispettosi dei diritti umani. Catene di approvvigionamento dotate di intelligenza digitale potrebbero aiutare le aziende ad anticipare questi trend e si potrebbe assistere alla nascita di prodotti innovativi anche nel retail.

UN ARSENALE COMPLETO


L’esperta di Robeco conclude la sua analisi sottolineando che i modelli di economia circolare si stanno rivelando non solo una risposta efficace, ma anche “un completo arsenale” per combattere molteplici rischi e scoprire nuove opportunità.

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