ESG
Investimenti responsabili, oltre la transizione energetica per un futuro migliore
LGIM, nel suo Sustainability Summit 2022, ha fatto il punto sull’investimento sostenibile dopo che lo shock della guerra ha messo in agenda anche la sicurezza energetica. Un percorso e un approccio in tre tappe
di Virgilio Chelli 14 Giugno 2022 18:00
A fronte di crescente instabilità geopolitica, gli investitori devono affrontare un muro di sfide, e alle risposte è appeso il futuro del pianeta e delle società che lo abitano. Si va dall’eliminazione delle tradizionali dipendenze energetiche, alla sfida della resistenza dei patogeni agli antibiotici, alla difesa dei diritti umani. Sono sfide vitali anche per gli investitori responsabili, che devono operare scelte da cui dipende il futuro delle economie e delle generazioni a venire. LGIM ha dedicato a questo grande tema un Summit virtuale interattivo, condotto dalla CEO Michelle Scrimgeour, cui hanno contribuito anche autorevoli voci esterne, come i CEO di BP e NatWest, Bernard Looney e Alison Rose.
Scrimgeour ha ricordato che dopo lo shock della pandemia economie e società sono state investite da quello della guerra in Ucraina. La transizione energetica è rimasta una priorità per gli investitori, ed è cruciale continuare a lavorarci, anche perché i fattori ESG sono importanti finanziariamente, riguardano non tanto le metriche usate per misurarli ma le decisioni di business, con soluzioni tecnologiche, miglioramenti sociali, e governance, fondamentale per prezzare il rischio, dopo molti anni focalizzati sul ritorno e non su fattori come la salute e il sociale.
I cambiamenti climatici rappresentano solo una parte dei rischi sociali che minacciano economie e società, ha sottolineato la CEO di LGIM. Bisogna essere capaci di guardare anche oltre il clima e oltre la transizione energetica, alle immense issue che riguardano la salute e i diritti umani. LGIM, che gestisce asset per 390 miliardi di dollari gestiti in ottica responsabile, delinea un percorso in tre stadi per realizzare strategie di investimento realmente responsabile, stressando che la creazione di un futuro migliore attraverso gli investimenti responsabili può essere solo il risultato di uno sforzo collettivo.
Prima di tutto occorre accelerare il cambiamento mettendo a fuoco gli aggiustamenti necessari, a partire da regolamentazioni e standard che impattano le economie reali e la finanza, di cui la tassonomia è una parte importante. Quindi la geopolitica, che ha portato alla ribalta il tema della sicurezza energetica con l’invasione russa dell’Ucraina, da coniugare all’obiettivo di emissioni net-zero. E poi le richieste degli investitori, che vogliono capire quale sia l’asset allocation appropriata per conseguire un ritorno sostenibile, un desiderio che si esprime attraverso la crescente adesione alla Net-Zero Asset Owner Alliance.
LGIM sottolinea quindi l’importanza del concetto di ‘financial materiality’, che va approfondito in relazione al costo e alle conseguenze dell’inazione. Un fallimento sul fronte climatico costerebbe tra il 4 e il 18% del PIL globale, fenomeni estremi sono costati danni per 170 miliardi di dollari solo nel 2021, la perdita di biodiversità può costare altri 10.000 miliardi di qui al 2050, le diseguaglianze globali possono costare 160.000 miliardi a livello mondiale e il danno della resistenza dei patogeni agli antibiotici è stimato in una perdita di PIL mondiale del 3,8%. La tempistica dei ritorni finanziari e dei risultati nel mondo reale non è sempre allineata, sottolinea LGIM.
Su queste premesse gli esperti di LGIM hanno delineato il processo dell’investimento responsabile, fatto di approccio olistico e di capacità di ‘tenere per mano’ gli investitori. Si parte dall’analisi e dalla ricerca bottom up, per poi accompagnare aziende e emittenti con l’engagement, anche per elevare gli standard di mercato, con l’obiettivo di costruire un portafoglio ESG su una gamma di strategie, allineando gli obiettivi finanziari ai risultati attesi nel mondo reale, anche utilizzando lo strumento del diritto di voto nelle assemblee societarie.
Il Summit di LGIM si è ovviamente focalizzato sulle conseguenze della guerra in Ucraina, che ha aumentato la consapevolezza sulla sicurezza energetica. Non ci sono rimedi facili o poco costosi. Le peggiori conseguenze del caro energia si scaricano sulle popolazioni e le regioni più povere del mondo. Dalla crisi può anche uscire di buono un impegno più deciso dei policy makers, da cui ci si attende uno sforzo per bilanciare la sicurezza energetica con la transizione verso il ‘net-zero’. Serviranno migliaia di miliardi di dollari per costruire un sistema energetico completamente diverso, che prevede di continuare anche a consumare oil & gas anche nel 2050, che restano tra le fonti del futuro. Le incertezze creeranno grandi opportunità per le aziende giuste, e per l’investitore la chiave è lo stock picking, per andare su aziende con engagement reale.
Bernard Looney di BP ha stressato il ruolo dell’agricoltura e dei biocarburanti e le prospettive occupazionali aperte dalla transizione energetica. Alison Rose ha esposto il punto di vista di una grande istituzione finanziaria indicando tre obiettivi: net-zero, riduzione dell’esposizione finanziaria all’oil & gas limitandola alle imprese impegnate nella transizione, misurazione dell’investimento responsabile di aziende e settori. Sarà importante creare incentivi e incoraggiamenti a comportamenti coerenti con la transizione energetica fornendo fondi e finanza, in collaborazione trasversale con policy makers.
IMPORTANZA FINANZIARIA DEI FATTORI ESG
Scrimgeour ha ricordato che dopo lo shock della pandemia economie e società sono state investite da quello della guerra in Ucraina. La transizione energetica è rimasta una priorità per gli investitori, ed è cruciale continuare a lavorarci, anche perché i fattori ESG sono importanti finanziariamente, riguardano non tanto le metriche usate per misurarli ma le decisioni di business, con soluzioni tecnologiche, miglioramenti sociali, e governance, fondamentale per prezzare il rischio, dopo molti anni focalizzati sul ritorno e non su fattori come la salute e il sociale.
LE GRANDI ISSUE DI SALUTE E DIRITTI UMANI
I cambiamenti climatici rappresentano solo una parte dei rischi sociali che minacciano economie e società, ha sottolineato la CEO di LGIM. Bisogna essere capaci di guardare anche oltre il clima e oltre la transizione energetica, alle immense issue che riguardano la salute e i diritti umani. LGIM, che gestisce asset per 390 miliardi di dollari gestiti in ottica responsabile, delinea un percorso in tre stadi per realizzare strategie di investimento realmente responsabile, stressando che la creazione di un futuro migliore attraverso gli investimenti responsabili può essere solo il risultato di uno sforzo collettivo.
PARTIRE DA REGOLE E STANDARD
Prima di tutto occorre accelerare il cambiamento mettendo a fuoco gli aggiustamenti necessari, a partire da regolamentazioni e standard che impattano le economie reali e la finanza, di cui la tassonomia è una parte importante. Quindi la geopolitica, che ha portato alla ribalta il tema della sicurezza energetica con l’invasione russa dell’Ucraina, da coniugare all’obiettivo di emissioni net-zero. E poi le richieste degli investitori, che vogliono capire quale sia l’asset allocation appropriata per conseguire un ritorno sostenibile, un desiderio che si esprime attraverso la crescente adesione alla Net-Zero Asset Owner Alliance.
IMPORTANZA DELLA FINANCIAL MATERIALITY
LGIM sottolinea quindi l’importanza del concetto di ‘financial materiality’, che va approfondito in relazione al costo e alle conseguenze dell’inazione. Un fallimento sul fronte climatico costerebbe tra il 4 e il 18% del PIL globale, fenomeni estremi sono costati danni per 170 miliardi di dollari solo nel 2021, la perdita di biodiversità può costare altri 10.000 miliardi di qui al 2050, le diseguaglianze globali possono costare 160.000 miliardi a livello mondiale e il danno della resistenza dei patogeni agli antibiotici è stimato in una perdita di PIL mondiale del 3,8%. La tempistica dei ritorni finanziari e dei risultati nel mondo reale non è sempre allineata, sottolinea LGIM.
APPROCCIO OLISTICO E ENGAGEMENT
Su queste premesse gli esperti di LGIM hanno delineato il processo dell’investimento responsabile, fatto di approccio olistico e di capacità di ‘tenere per mano’ gli investitori. Si parte dall’analisi e dalla ricerca bottom up, per poi accompagnare aziende e emittenti con l’engagement, anche per elevare gli standard di mercato, con l’obiettivo di costruire un portafoglio ESG su una gamma di strategie, allineando gli obiettivi finanziari ai risultati attesi nel mondo reale, anche utilizzando lo strumento del diritto di voto nelle assemblee societarie.
GUERRA E SICUREZZA ENERGETICA
Il Summit di LGIM si è ovviamente focalizzato sulle conseguenze della guerra in Ucraina, che ha aumentato la consapevolezza sulla sicurezza energetica. Non ci sono rimedi facili o poco costosi. Le peggiori conseguenze del caro energia si scaricano sulle popolazioni e le regioni più povere del mondo. Dalla crisi può anche uscire di buono un impegno più deciso dei policy makers, da cui ci si attende uno sforzo per bilanciare la sicurezza energetica con la transizione verso il ‘net-zero’. Serviranno migliaia di miliardi di dollari per costruire un sistema energetico completamente diverso, che prevede di continuare anche a consumare oil & gas anche nel 2050, che restano tra le fonti del futuro. Le incertezze creeranno grandi opportunità per le aziende giuste, e per l’investitore la chiave è lo stock picking, per andare su aziende con engagement reale.
LA VISIONE DI GRANDI AZIENDE
Bernard Looney di BP ha stressato il ruolo dell’agricoltura e dei biocarburanti e le prospettive occupazionali aperte dalla transizione energetica. Alison Rose ha esposto il punto di vista di una grande istituzione finanziaria indicando tre obiettivi: net-zero, riduzione dell’esposizione finanziaria all’oil & gas limitandola alle imprese impegnate nella transizione, misurazione dell’investimento responsabile di aziende e settori. Sarà importante creare incentivi e incoraggiamenti a comportamenti coerenti con la transizione energetica fornendo fondi e finanza, in collaborazione trasversale con policy makers.