Contatti

I grattacapi delle cripto

Tracollo del Bitcoin, storia finita?

Da novembre 2021 la più famosa criptomoneta ha perso circa la metà del suo valore. I big del mercato prendono le distanze dalla valuta digitale che è sempre più terreno fertile per la speculazione

di Controredazione 12 Maggio 2022 13:05
financialounge -  bitcoin criptovalute volatilità

La caduta di un mito. In sei mesi, il Bitcoin ha perso circa il 50 per cento del valore. E per due volte è sceso sotto la soglia psicologica dei 30mila dollari nella stessa settimana, navigando oggi attorno ai 28mila dollari. Impensabile pensarlo lo scorso novembre, quando la più famosa valuta digitale viaggiava a ridosso dei 70mila dollari. Gli esperti si sforzano di dare la loro spiegazione, ma resta il fatto che investire in criptovalute è sempre stato rischioso, figuriamoci in un momento di altissima volatilità sui mercati. Secondo il sito CoinMarketCap in un giorno sono stati bruciati qualcosa come 200 miliardi di dollari di valore.

COSA FARSENE DEI BITCOIN?


“Se mi venissero offerti tutti i Bitcoin del mondo per 25 dollari, non li prenderei perché non saprei cosa farmene”. Parola di Warren Buffett. Ma tutto il settore delle critpomonete sta soffrendo, esposto a una raffica di ribassi. Ether ha perso fino al 21 per cento, tanto per dirne un’altra. Ma il sentiment ribassista è quello del mercato delle ultime sedute. Per capire meglio il senso, guardare il Nasdaq.

ALTRO CHE BENE RIFUGIO


Per capire i numeri, torna utile fare qualche raffronto. Il Nasdaq è il listino interessato maggiormente dai sell-off delle ultime sedute. L’indice che raggruppa i principali titoli tecnologici americani è arrivato a bruciare circa 5mila miliardi di dollari dai recenti massimi. E la novità è che anche le cripto seguono il trend del mercato, altro che bene rifugio.

STABLE COIN IN PERDITA


L’altro aspetto da valutare è la stablecoin TerraUSD che resta sotto il cambio fisso a 1 dollaro, dopo che il token relativo Luna è crollato. Come scrive Bloomberg, il ruolo delle stablecoin è importante sul mercato cripto perché è dove i trader sistemano i fondi. Per questo ora si trova di fronte a un importante test di resistenza per tutto l’ecosistema digital. Senza addentrarci in questioni troppo tecniche, se collassa il meccanismo che regola l’algoritmo delle stablecoin, mette a rischio tutto il sistema.

INFLAZIONE E CRIPTO


Ma come, le valute digitali non erano decorrelate, senza banche da cui dipendere, quasi un bene rifugio? Macché. Tra gli esperti c’è sempre chi continua a sostenere che si tratti solo di qualche incidente di percorso ma il crollo è arrivato con i dati sull’amento dell’inflazione Usa, quasi a voler sottolineare che tutta questa estraneità agli investimenti tradizionali è difficile da sbandierare. La verità è che attorno alla cripto c’è molta speculazione, sicuramente di più di quella che ruota attorno agli altri asset più tradizionali.

DELUDE COINBASE


A deprimere ulteriormente il clima è la trimestrale di Coinbase. La maggiore piattaforma di scambio di criptovalute ha archiviato il primo trimestre deludendo le attese degli analisti, a causa soprattutto di un calo degli utenti. Le perdite sono state di 429,7 milioni di dollari su ricavi per 1,2 miliardi. La comunicazione della società alla Sec, in cui si specifica che in caso di bancarotta gli utenti di cripto asset non hanno protezioni, sottolinenando la mancanza di tutele, ha fatto crollare il titolo del 26%.

FESTA FINITA?


I più giovani accusano gli scettici del mondo cripto di essere già vecchi. Senza fomentare la battaglia anagrafica tra investitori, la riflessione di buonsenso porta a una domanda, semplice: la festa è finita? Restano tanti dubbi e nessuna certezza. In questi anni gli inviti alla prudenza si sono sprecati, soprattutto da parte delle istituzioni finanziarie, Bce e Fed in primis. Proprio le banche centrali da cui il Bitcoin vuole da sempre rivendicare la sua indipendenza. Col senno di oggi, non ancora di “poi”, qualche invito non era poi così sbagliato. Basta giocare al casinò.
Share:
Trending