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Cosa aspettarsi

Quale sarà l'impatto di una guerra prolungata sui mercati finanziari

Erik Knutzen, Chief Investment Officer di Neuberger Berman, analizza gli impatti di un conflitto di lunga durata sulle strategie di investimento

di Redazione 30 Aprile 2022 09:30
financialounge -  Erik Knutzen Morning News Neuberger Berman

La guerra in Ucraina rappresenta ormai una componente rilevante e duratura del contesto di mercato. Una componente inflazionistica che è andata ad innestarsi in un regime esistente già inflazionistico, per questo motivo i mercati sono diventati più sensibili ai dati sull'inflazione e al sentiment sui tassi d'interesse. Ne è convinto Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class di Neuberger Berman, secondo il quale i prezzi di azioni, obbligazioni e materie prime "devono ancora venire a patti con gli effetti inflazionistici più duraturi della guerra in atto".

L'EFFETTO DEL PETROLIO MANCANTE


Al momento le prospettive di pace sembrano essere lontane e comincia a farsi strada l'idea di un lungo conflitto. Knutzen sottolinea che i primi problemi di approvvigionamento energetico e alimentare cominciano a farsi sentire, anche se l'impatto sulle forniture di petrolio raggiungerà il picco solo da maggio, quando il pianeta dovrà colmare un buco da tre milioni di barili al giorno. Non a caso il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le prospettive di inflazione e al ribasso quelle di crescita.

CONSEGUENZE SULLA REDDITIVITÀ DELLE AZIENDE


L'esperto di NB sottolinea come la globalizzazione, che già aveva subito un duro colpo con il Covid, possa subire una brusca battuta d'arresto con la guerra: "Un importante fattore propizio di durata trentennale per la redditività delle aziende e la crescita economica reale potrebbe trasformarsi in un freno", spiega Knutzen. Il mercato, di conseguenza, ha iniziato a lasciarsi alle spalle l'idea della transitorietà dell'attuale episodio inflazionistico.

NELL'AZIONARIO PREFERIRE LA QUALITÀ


Secondo Knutzen il conflitto è ancora in grado di generare shock a livello globale, ma al momento le principali economie globali appaiono abbastanza robuste da riuscire a farvi fronte. "A livello di portafoglio, tutto questo si traduce nella volontà di mantenere un certo equilibrio. Nell’azionario riteniamo opportuno prediligere i titoli di alta qualità e con un minor beta", spiega l'esperto. In secondo luogo, prosegue Knutzen, questa situazione aumenta le prospettive di una volatilità straordinariamente elevata, ma anche di un valore atteso nel lungo termine, nei mercati obbligazionari.
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