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Investimenti sostenibili

Inquinamento degli oceani, un’emergenza che gli investitori non possono ignorare

Edmond de Rothschild sottolinea l’importanza del ruolo che gli investitori finanziari possono giocare per preservare le risorse marine. Le indicazioni emerse e gli impegni assunti dai governi all’“One ocean summit”

di Virgilio Chelli 29 Marzo 2022 07:55
financialounge -  Edmond de Rothschild Asset Management ESG finanza sostenibile mare Morning News Oceani

Il primo “One Ocean Summit” che si è tenuto lo scorso febbraio a Brest raccogliendo quaranta capi di stato e leader di governo ha riproposto la formula “One Planet Summit” dedicato all’emergenza climatica per stimolare la politica e aumentare la consapevolezza di tutti gli stakeholders sull’importanza di preservare le risorse marine. Edmond de Rothschild sottolinea che gli Oceani rappresentano un’emergenza dal moment oche coprono il 70% del pianeta, concentrano il 93% del carbonio della terra, regolano l’equilibrio climatico e forniscono una molteplicità di risorse chiave per la crescita economica e sociale.

OCEANI MESSI SOTTO PRESSIONE


Oggi gli oceani del pianeta sono messi sotto pressione da numerosi fattori, tra i quali Edmond de Rothschild cita gli effetti sul cambiamento climatico, l’iper sfruttamento delle risorse marine, l’inquinamento, soprattutto quello causato dalla plastica, che ha anche un notevole impatto sulla biodiversità. Un recente rapporto del World Wildlife Fund stima tra 86 e 150 milioni le tonnellate di plastica oggi presenti negli oceani, pari al peso di 3-5 milioni di balene.

LA PIAGA DELLA PLASTICA


Tra il 60% e il 90% di questa plastica è fatta di ‘usa e getta’ che si degrada nel tempo in “nanoplastica”, particolarmente dannosa per l’ecosistema marino. Edmond de Rothschild cita proiezioni secondo cui il numero di microplastiche potrebbe raddoppiare, anche se le emissioni cessassero a partire da oggi, o persino quadruplicare entro il 2050.

ASSUNZIONE DI UNA SERIE DI IMPEGNI


Il Summit ha prodotto l’assunzione di una serie di impegni su ciascuno dei quattro grandi temi affrontati: la protezione dell’ecosistema marino e la promozione di pratiche di pesca sostenibili, lotta all’inquinamento, contrasto al cambiamento climatico, e governance degli oceani. Edmond de Rothschild cita ad esempio l’obiettivo del 30% di spazio marino protetto entro il 2030, la messa al bando di tutte le pratiche di pesca dannose con uno stretto sistema sanzionatorio e di controllo, studio di un trattato legalmente vincolante sull’inquinamento da plastica, mappatura dell’80% dei fondali oceanici, lancio dell’High Ambition Coalition per sottoscrivere un High Seas Treaty per la biodiversità che copra il 60% dei mari e degli oceani del pianeta.

LA RESPONSABILITÀ DEGLI INVESTITORI


Edmond de Rothschild sottolinea che il primo “One Ocean Summit” rappresenta in sé un importante passo avanti perché troppo spesso gli oceani restano in secondo piano nelle principali sedi globali di dibattito sul clima e la biodiversità. Di fatto, i legami intrinsechi tra oceani, clima e biodiversità sono indiscutibilmente una chiamata per una governance integrata dei fattori ambientali che gli investitori non possono ignorare.

IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITÀ


Edmond de Rothschild cita in particolare al proposito l’Articolo 29 della legislazione francese su clima e energia che richiede agli investitori finanziari di rendicontare anche sulla biodiversità a partire dal 2022, misurandone l’impronta e il contributo concreto per ridurre l’impatto. Biodiversità e oceani, sottolinea in conclusione Edmond de Rothschild, sono la stessa cosa: proteggere gli oceani vuol dire proteggere una fonte di biodiversità e un regolatore del clima.
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