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Gli NFT sbarcano nei videogiochi, ma non tutti i gamer li amano

Blockchain e non-fungible token stanno affacciandosi nei videogame, con risultati altalenanti

di Stefano Silvestri 25 Febbraio 2022 08:30
financialounge -  gamer NFT smart Videogiochi

NFT e Metaverso sono i trend degli ultimi mesi, capaci di polarizzare l’opinione pubblica tra sostenitori e detrattori. Dietro l’acronimo NFT sta il termine Non-Fungible Token, che potremmo descrivere come un gettone crittografico che rappresenta il certificato di autenticità di un asset digitale. Affinché questo venga univocamente assegnato al legittimo proprietario, l’atto di proprietà dev’essere scritto su un registro contenente dati e informazioni, condiviso e distribuito senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica. Ossia, la famosa blockchain. Gli NFT fino a poco tempo fa avevano trovato applicazione essenzialmente in tre ambiti: arte, moda e lusso. Da qualche tempo si sta provando a portarli nei videogiochi ma gli appassionati, solitamente early adopter, si stanno dimostrando poco ricettivi.

IL CASO UBISOFT


Il colosso franco canadese cui dobbiamo tantissime serie di successo, tra le quali Assassin’s Creed a Far Cry, stando a Statista ha chiuso l’anno fiscale 2020-21 con vendite per 2.23 miliardi di euro, l’82% delle quali in digitale. Valori di tutto rispetto eppure lontani da quelli di Activision Blizzard ed Electronic Arts, e chissà che non sia per ridurre il gap coi leader del mercato che la casa di Yves Guillemot sta puntando forte sugli NFT. Così forte, da ottenere risultati indesiderati. Qualche mese fa, infatti, è stata annunciata Quartz, una piattaforma che consente di guadagnare e acquistare oggetti di gioco abbinati a NFT (ribattezzati Digits) sulla blockchain di Tezos. I Digits sono oggetti digitali da collezionare quali armi, veicoli e parti di equipaggiamento presenti nei videogiochi. Ognuno di essi presenta un numero di serie visibile agli altri, così da gratificare l’esibizionismo insito in molto gamer.

IL VIDEO DI PRESENTAZIONE


Quartz ha esordito con la versione PC di Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint e il video che annunciava l’iniziativa su YouTube è stato un tale fiasco da aver raccolto in poche ore 32.000 “non mi piace” a fronte di appena 1200 “mi piace”. Oggi, a due mesi e mezzo dalla sua pubblicazione, i pollici su sono 1765 a fronte di oltre 236mila visualizzazioni, mentre i pollici giù sono stati oscurati. "Penso che i giocatori non capiscano cosa può offrire loro un mercato di questo tipo”, ha commentato Nicolas Pouard, che sul biglietto da visita riporta VP, Ubisoft Strategic Innovation Lab / Head of Blockchain Initiatives. E chissà mai se lo capiranno in futuro: a oggi è stata scambiata giusto qualche decina degli oltre duemila Digits messi in vendita.

I DIETROFRONT


Mentre Ubisoft non mostra esitazioni, lo stesso non si può dire di Electronic Arts, il colosso dietro la serie FIFA. Inizialmente il CEO Andrew Wilson, durante una riunione con gli investitori, aveva affermato che gli NFT e i videogiochi play to win (software che per essere fruiti richiedono l’acquisto in criptovalute dei personaggi e dei relativi oggetti di gioco unici) rappresentano il futuro del settore: "Penso che nel contesto dei videogame che creiamo e dei servizi che offriamo, il collezionismo digitale avrà un peso importante”. Constatata l’ostilità dei gamer, tre mesi dopo è arrivata la smentita: “Credo che il collezionismo continuerà a essere una parte importante del nostro settore, dei videogame e delle esperienze che offriremo. Resta da vedere se queste includeranno NFT e blockchain, […] in questo momento però non è qualcosa su cui ci stiamo concentrando”.

UN CASO SIMILE


Una situazione analoga l’ha vissuta lo sviluppatore GSC Game World, che inizialmente ha annunciato NFT per il futuro S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl, che i giocatori avrebbero potuto acquistare ed eventualmente rivendere. "Considerando le tendenze globali nei videogame, possiamo fare di più che offrire un'esperienza coinvolgente", aveva affermato il CEO Evgeniy Grygorovych. Dopo settimane di polemiche sui social, il passo indietro è stato affidato a Twitter: "In base al feedback che abbiamo ricevuto abbiamo deciso di cancellare qualsiasi iniziativa relativa agli NFT in S.T.A.L.K.E.R. 2”.

IL SOL LEVANTE CI CREDE


Anche in Giappone gli umori sono alterni. SEGA ha annunciato una collaborazione con l’azienda Double Jump.tokyo Inc. per vendere NFT basati sui suoi franchise più classici. Nintendo, dal canto proprio, durante un incontro con gli investitori si è detta interessata agli NFT, senza però chiarire se e quando vi darà seguito: “Siamo interessati e crediamo che quest’area abbia del potenziale. È però difficile capire quale divertimento possano offrire”.

IL CASO DI SQUARE ENIX


Diverso il caso di Square Enix, il cui presidente Yosuke Matsuda crede fortemente nella blockchain affermando che è una delle nuove tendenze in cui la società vuole investire. Salvo poi ammettere di essere rimasto colpito dalla risposta negativa dei gamer agli NFT in seguito all’annuncio di Quartz. Konami invece non ha alcun dubbio: il colosso dietro le serie PES e Metal Gear lo scorso 12 gennaio ha messo in vendita 14 NFT contenenti asset digitali legati al franchise di Castlevania. Ciascun pezzo è stato venduto su Opensea a una media di 12mila dollari, anche se due NFT sono stati collocati rispettivamente a oltre 17mila e 26mila dollari. Il contenuto? Musiche e filmati di gioco, oppure grafiche in pixel art.

TRA BOICOTTAGGI E CRITICHE


Gli NFT hanno procurato a Team17 qualche grattacapo. Dopo aver annunciato l’intenzione di venderne alcuni dedicati alla serie Worms, ha subito le critiche di alcuni studi che avevano collaborato con l’azienda britannica, tra cui gli Aggro Crab Games, autori di Going Under. I quali si sono così espressi in un comunicato stampa: “Noi di Aggro Crab condanniamo la decisione di Team17 di operare con gli NFT. Crediamo che non siano né rispettosi dell'ambiente, né utili e che siano una bufala. Per favore, non prendetevela coi dipendenti di Team17 o con gli sviluppatori sotto il loro ombrello, poiché questa decisione sembra aver colto tutti alla sprovvista e probabilmente è arrivata dall'alto. Inutile dire che non lavoreremo più con loro in futuro”. Già, perché ormai il trend è che quando i gamer sono scontenti, se la prendono coi dipendenti sui loro account social personali.

"NFT PIÙ STUPIDI DELL'ASTROLOGIA"


Josef Fares, creatore dell’acclamato It Takes Two (vincitore degli ultimi The Game Award, gli Oscar dei videogame), è famoso per le sue prese di posizione capaci di fare impallidire chiunque abbia l’ingrato compito di curargli le public relation. Non stupisce dunque che commentando il trend degli NFT l’abbia voluta toccare piano: “Preferirei farmi sparare a una gamba”. Non meno tenera la star di Twitch, Asmongold, che ha definito gli NFT “più stupidi dell'astrologia”. Chiude Yanis Varoufakis, ex Ministro delle Finanze greco con un passato in Valve (ne parliamo qui sotto), secondo il quale “l'idea che le persone debbano giocare come dei robot per guadagnarsi da vivere è l'apoteosi della misantropia". Salvo poi osservare (da sinistra) che “gli NFT non offrono nulla di nuovo all'interno dei mondi digitali, tranne forse il potenziamento del capitalismo".

GLI STORE DIGITALI


Al netto delle varie prese di posizioni, i videogiochi vanno pur sempre venduti e su PC la parte del leone la recita Valve con la celeberrima piattaforma di digital delivery Steam, capace lo scorso novembre di toccare la cifra record di 26,85 milioni di utenti unici… in contemporanea. Ebbene Valve pochi mesi fa ha annunciato la rimozione dello store dei videogiochi basati su blockchain. I rivali di Epic Games, l’azienda dietro a Fortnite, hanno al contrario annunciato che il loro Epic Games Store è “aperto ai videogame basati su blockchain, NFT e criptovalute”. È plausibile che gli sviluppatori respinti da Steam troveranno qui un lido più accogliente e non ci stupiremmo di trovare tra loro vecchie glorie come Peter Molyneux (che coi suoi 22cans lancerà il crypto-game Legacy) e Will Wright, l’inventore di The Sims, che invece coi suoi Gallium Studios sta lavorando a Proxi.

MA IL MERCATO?


Dire che la ricezione degli NFT nel gaming sia stata finora controversa, pare allora un eufemismo. E al netto di quei pochi che ci credono fermamente, la sensazione è di un mercato che procede alla spicciolata. GameStop sta facendo all-in sugli NFT assumendo specialisti in blockchain e criptovalute. Krafton, che detiene il celebre Player Unknown’s Battleground (il papà di Fortnite), dichiara di voler aggiungere gli NFT al suo popolare battle royale. Xbox, ossia la divisione games di Microsoft, per bocca del presidentissimo Phil Spencer si dimostra invece tiepida (“sono in corso molte speculazioni e sperimentazioni […] che paiono più strumentali che incentrate sull'intrattenimento").

L'OROLOGIO SPECIALE


CD Projekt Red, autrice del discusso Cyberpunk 2077, ha unito le forze con Błonie per un orologio speciale chiamato T-2077: costa 500 dollari e viene venduto insieme al relativo token NFT. Ma il punto di vista più interessante forse ce lo dà la società di ricerche di mercato Interpret: secondo uno studio basato su 1.500 giocatori di console e PC, il 56% degli intervistati sarebbe interessato a guadagnare NFT attraverso i videogame. E ripensando agli ostruzionismi cui abbiamo assistito in passato verso i contenuti scaricabili a pagamento (DLC), i free-to-play, il digital download, i servizi di gioco in abbonamento e i battle-pass, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che NFT e blockchain vengano accettati dai gamer.
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