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Investire in azioni

Generazione di alpha con azioni cicliche e con i temi software e idrogeno

Con il rialzo dei tassi, titoli growth più a rischio: meglio le azioni cicliche. Tengono i temi del software, dell’idrogeno ma le vere opportunità saranno nella disruption e nel processo di decarbonizzazione

di Leo Campagna 31 Gennaio 2022 11:12
financialounge -  abrdn AllianceBernstein Allianz Global Investors BlackRock Columbia Threadneedle Investments Legal & General Investment Management Neuberger Berman NN Investment Partners

TITOLI GROWTH PIÙ A RISCHIO


La nuova linea della Federal Reserve probabilmente costituirà un vento contrario significativo per le azioni in generale, ma in particolare per quelle che hanno fatto registrare negli ultimi anni valutazioni da favola. Sfortunatamente, per gli investitori azionari, proprio la pattuglia di società con multipli da capogiro include alcune dei più grandi e apprezzati titoli degli indici statunitensi. È la riflessione, nell’articolo "Dalla stretta della Fed scarso impatto sugli utili delle aziende Usa"
di James Athey, Investment Director di abrdn, sulle implicazioni delle ultime indicazioni della Fed su azioni, asset a rischio e utili aziendali. Per quest’anno il consenso di mercato prevedeva che una stretta della Fed avrebbe pesato sui titoli più sensibili al rendimento dei Treasury, che si trovano principalmente nel comparto growth e/o nel settore tecnologico, con gli investitori che avrebbero dovuto posizionarsi in vista di una sovra-performance di value e ciclici.

MEGLIO LE AZIONI CICLICHE


Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class di Neuberger Berman nell’articolo Azioni sempre favorite, ma materie prime e liquidità scalano posti segnala che diversi benchmark sono dominati dalle azioni growth, costose e sensibili all’aumento dei tassi mentre le azioni di società cicliche possono offrire esposizione più diretta all’attuale contesto reflazionistico, con valutazioni migliori e minor esposizione all’aumento dei tassi. L’aumento del favore per le materie prime è coerente con la view di Neuberger Berman su quanto sarà importante la diversificazione nel 2022.

GENERAZIONE DI ALPHA DA DISRUPTION E DECARBONIZZAZIONE


Da notare, come si legge nell’articolo Goldman Sachs Asset Management: “Azioni ancora favorite nell'asset allocation globale” che dovrebbero restringersi i differenziali tra i rendimenti fattoriali come value vs growth, USA vs non-USA, large cap vs small cap e altri. In questo scenario, gli esperti di Goldman Sachs Asset Management ritengono che la generazione di alpha diventerà più globale e concentrata ma richiederà solide capacità di selezione dei titoli. “Dalla digitalizzazione alla decarbonizzazione, la disruption aziendale sta riducendo l’elenco dei marchi vincenti sul mercato. L’innovazione dirompente ha infatti accelerato la riduzione della durata media di una società nell’S&P 500: dai 35 anni negli anni ’80 ai circa 20 anni di oggi”, sottolineano gli esperti di Goldman Sach Asset Management.

IL PREMIO DI BUY BACK E DIVIDENDI


Oltre alla redditività in generake, anche premiare gli azionisti con i buy back è importante, e le imprese statunitensi hanno straordinarie disponibilità liquide che consentiranno di riacquistare 872 miliardi di dollari di azioni nel 2022. Insieme ai dividendi, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 590 miliardi di dollari, le società Usa hanno molti modi per remunerare gli azionisti nel corso di quest’anno, e data anche la svolta restrittiva della Fed, i buy back possono costituire una fonte sostitutiva di nuova liquidità. Tuttavia i rischi, avvertono nell’articolo AllianceBernstein: dalle azioni Usa vantaggi duraturi in tempi difficili gli esperti di AllianceBernstein, non mancano, soprattutto quelli legati alla nuova linea restrittiva della Fed che induce alcuni investitori a temere che la straordinaria fase rialzista del mercato Usa stia per finire.

INTERAZIONE CON I VERTICI AZIENDALI


La dispersione delle performance sarà maggiore e, secondo gli esperti di Columbia Threadneedle Investments, per fare le scelte giuste sarà cruciale affidarsi a una solida attività di ricerca. Inoltre, l'interazione con i vertici aziendali sarà fondamentale per comprendere la posizione competitiva delle società e per capire come reagiranno ai temi principali del 2022. Nicolas Janvier, Responsabile azionario USA (EMEA), Paul DiGiacomo, Responsabile della ricerca azionaria e Benedikt Blomberg, Gestore di portafoglio, nell’articolo I tre temi per il 2022 sull'azionario Usa hanno individuato i tre temi economici principali che influenzeranno l'andamento dei mercati azionari nel corso del 2022.

INCREMENTO DEI DIVIDENDI AZIONARI EUROPEI DELL’8% PER IL 2022


L’incremento medio dei dividendi dell’8% per il 2022 previsto dall’AllianzGI Dividend Study, l’osservatorio di Allianz Global Investors sulla distribuzione dei dividendi azionari europei, è il frutto di differenti tassi di incremento nei diversi listini del Vecchio Continente. AllianzGI prevede infatti un aumento del 10-13% nelle principali economie europee (tra cui Germania, Francia, Italia) con punte anche del 15% o anche del 20% per la Spagna, che ha superato le ondate epidemiche degli ultimi mesi relativamente bene. Al contrario, come segnalato dagli esperti di AllianzGI nell’articolo AllianzGI: "Dividendi azionari europei in aumento nel 2022" l’aumento dovrebbe attestarsi in media al 4% in Gran Bretagna dove le conseguenze della Brexit sull’economia britannica dovrebbero influire anche sulla distribuzione ai soci dei profitti aziendali.

FOCUS SUL SOFTWARE


Governi sempre più consapevoli del cambiamento climatico che varano pacchetti di stimolo mirati. Aziende impegnate a raggiungere il net-zero. Investitori orientati verso le aziende responsabili, e lavoratori sempre più attratti dalle aziende con un'agenda sostenibile. Un contesto che ha propiziato la crescita di Schneider, un'azienda che fornisce soluzioni di gestione dell’energia che si propone come un valido partner digitale per la digitalizzazione e la sostenibilità. L’azienda, che ha ribadito il focus sul software, risulta ben posizionata per raccogliere i benefici della domanda dei clienti per la digitalizzazione e le soluzioni di elettrificazione. “Dovrà fare i conti a breve termine con problematiche globali di natura industriale dovute alla supply chain. Tuttavia, grazie ad una catena di approvvigionamento costruita su basi regionali, sembra evidenziare un vantaggio competitivo”, sottolinea nell’articolo Sostenibilità e innovazione, le scelte di portafoglio di NN IP Paul Schofield, Lead Portfolio Manager, Head of Sustainable & Impact Equity di NN IP.

VALUTAZIONI INTERESSANTI DEI TITOLI DELL’IDROGENO


In molte innovative strategie di investimento, l’idrogeno è considerato come un triangolo, fatto di sostegni di governi e politiche, di costo in calo delle rinnovabili, e di grande quantità di investimenti anche privati per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche. La scelta di LGIM privilegia l’idrogeno verde rispetto alla versione ‘grigia’, che comporta forti emissioni, e anche a quella ‘blu’, una forma intermedia, prodotta dal metano con emissioni di CO2, che però vengono catturate fino al 95% e poi interrate. Per quanto riguarda l’outlook dei titoli dell’idrogeno, nell’articolo Come investire sull'idrogeno verde, chiave della transizione energetica gli esperti di LGIM segnalano la recente volatilità, giudicata però di breve termine, e sottolineato che non si tratta di un tema speculativo. Anche le valutazioni sono giudicate attraenti, intorno a 14 volte gli utili, mentre un anno fa erano tra 16 e 20 volte.

SPESA PER BENI PIÙ CHE PER SERVIZI


Nell’articolo BlackRock: "Le banche centrali devono scegliere tra inflazione e crescita" gli esperti del BlackRock Investment Institute rilevano che la spesa dei consumatori si è spostata massicciamente verso i beni e si è allontanata dai servizi ad alta intensità di contatto durante la ripresa economica seguita all’esplosione della pandemia. Questo ha creato sia “colli di bottiglia”, sia la mancata capacità di accumulare riserve. I prezzi tendono a salire più velocemente a causa dei colli di bottiglia piuttosto che a scendere a causa del mancato utilizzo, con una conseguente inflazione più alta, anche se l'attività economica complessiva non si è completamente ripresa.
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