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Come investire sull'idrogeno verde, chiave della transizione energetica

Gli esperti di Legal & General Investment Management spiegano come individuare player e settori meglio posizionati e come è costruito l’ETF messo a punto per investire nella nuova economia dell'idrogeno

di Redazione 25 Gennaio 2022 07:30
financialounge -  ESG finanza sostenibile idrogeno Legal & General Investment Management Morning News

L’economia dell’idrogeno è la chiave per raggiungere lo zero netto di emissioni di CO2 a cui puntano in tutto il mondo governi, imprese e investitori. L'idrogeno verde in particolare, è da molto tempo un tema di grande interesse per il settore delle energie rinnovabili e diventerà un punto di svolta grazie al suo notevole contributo alla transizione verso l'energia pulita. Gli impegni assunti da governi e aziende di tutto il mondo per l'economia dell'idrogeno stanno creando un'opportunità di investimento di lungo periodo con catalizzatori a breve termine. Legal & General Investment Management ha tenuto sul tema un webinar con i suoi esperti, Giancarlo Sandrin, Italy Country Head, ed Elisa Piscopiello, analista ETF di LGIM.

ALLA RICERCA DEI PLAYER ‘PURI’


Sandrin ha spiegato che LGIM si contraddistingue nel segmento degli ETF tematici perché mette insieme la ricerca attiva con l’investimento sistematico indicizzato, andando a individuare i player puri e i leader del segmento idrogeno con un ribilanciamento ogni 3-6 mesi. LGIM lavora su temi green cercando di catturare non solo la ‘purezza’ dei player ma anche del tema. Oggi si parla molto di value, growth e disruptive technology. Sandrin fa notare che, come avvenuto nel solare, i costi stanno scendendo a forte ritmo anche nell’idrogeno: il costo degli elettrolizzatori, che separano idrogeno e ossigeno, negli ultimi 5 anni si è ridotto del 50% e un altro 40-60% di calo è atteso di qui al 2030.

PILASTRO DELLA TRANSIZIONE VERDE


Elisa Piscopiello ha inquadrato il tema transizione verde di cui l’idrogeno è un pilastro, sottolineando l’importanza anche della produzione di rinnovabili, comprese soluzioni, servizi e componenti che vedono attivi nomi come Erg e Saipem, lo stoccaggio e la distribuzione con player come BMW e Tesla, entrambi segmenti seguiti da LGIM con ETF dedicati. Nell’idrogeno, LGIM va su tutta la catena del valore, dalla produzione alla distribuzione alle applicazioni. Oggi il grosso dell’idrogeno globale è prodotto con combustibili fossili con numeri molto preoccupanti di emissioni, per cui è fondamentale l’idrogeno verde.

EUROPA MOLTO ATTIVA


Un fattore chiave per l’uso su larga scala è il costo degli elettrolizzatori, così come molto importanti sono i costi delle rinnovabili utilizzate, i grandi investimenti in tecnologie, il tasso di utilizzo degli stessi elettrolizzatori, che hanno costi elevati anche di mantenimento. Oggi il più grande elettrolizzatore del mondo è in Giappone, ma il prossimo sarà in Germania, e molti in Europa stanno pensando, come Air Liquide, a impianti sempre più grandi e efficienti. Le applicazioni, ha spiegato Piscopiello, sono in varie industrie come ad esempio nel mercato della mobilità, anche aerea e marina, fino all’immobiliare.

IL TEMA DEI COSTI DESTINATO A RIDIMENSIONARSI


L’idrogeno non è fonte di energia ma vettore, con cui si può immagazzinare l’energia prodotta in eccesso come nell’eolico e solare, e può consentire un uso più costante dell’elettricità prodotta col rinnovabile. Ma è molto utile anche nell’industria pesante, come le acciaierie, per farla diventare più sostenibile. Inoltre, potendo essere unito al metano, non richiede la creazione di nuove infrastrutture di distribuzione. Oggi il tema è il costo, ma quello dell’idrogeno verde però può scendere molto. Inoltre, il 40% della capacità globale di elettrolizzatori si trova in Europa, e anche l’Italia ha lanciato una strategia nazionale per l’idrogeno e la decarbonizzazione.

SELEZIONE ATTIVA E PASSIVA


La selezione delle imprese da tenere in portafoglio nello specifico ETF di LGIM dedicato all’idrogeno ‘puro’ avviene in modo attivo e passivo, anche con l’aiuto anche di specialisti come Global Data, che indagano ogni segmento della catena del valore. In portafoglio l’ETF ha molte aziende, dai produttori di componenti di celle fino ai distributori e agli applicatori ai diversi impieghi industriali. Il data base è organizzato per segmenti, a cui segue una selezione centrata sia sui criteri ESG sia sulla liquidità. Una volta selezionati i titoli LGIM va ad ‘equipesare’ il portafoglio su tutta la catena del valore per non dipendere troppo da titoli singoli.

VALUTAZIONI INTERESSANTI DEI TITOLI


In questa strategia di investimento, l’idrogeno è considerato come un triangolo, fatto di sostegni di governi e politiche, di costo in calo delle rinnovabili, e di grande quantità di investimenti anche privati per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche. La scelta di LGIM privilegia l’idrogeno verde rispetto alla versione ‘grigia’, che comporta forti emissioni, e anche a quella ‘blu’, una forma intermedia, prodotta dal metano con emissioni di CO2, che però vengono catturate fino al 95% e poi interrate. Per quanto riguarda l’outlook dei titoli dell’idrogeno, gli esperti di LGIM hanno segnalato la recente volatilità, giudicata però di breve termine, e sottolineato che non si tratta di un tema speculativo. Anche le valutazioni sono giudicate attraenti, intorno a 14 volte gli utili, mentre un anno fa erano tra 16 e 20 volte.
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