Niente panico, Wall Street sta solo smaltendo la grande ripresa post-pandemica

I mercati guardano alla Fed e alle trimestrali dei big tech in arrivo in cerca di rassicurazioni. Il repricing dopo gli eccessi post pandemia di alcuni segmenti è n corso e durerà. Cosa dice l’offerta di Microsoft su Activision

di Stefano Caratelli 24 Gennaio 2022 08:08

financialounge -  azionario big tech Bulletin microsoft Wall Street
Le due forze che dalla parte finale del 2021 si contrappongono a Wall Street, e di conseguenza sull’intero universo azionario globale, nell’ultimo paio di settimane hanno visto prevalere il partito di chi preferisce portare a casa il profit dopo due anni di corsa al rialzo rispetto a chi ritiene che i prezzi siano scesi abbastanza da comprare sui presunti minimi. Anche la settimana scorsa i tentativi di S&P 500 e soprattutto del Nasdaq di rimbalzare sono stati implacabilmente venduti, facendo finire il secondo in territorio di ‘correzione’ vale a dire a una distanza superiore al 10% dai massimi recenti, che in questo caso sono anche massimi storici. A Wall Street comanda l’Orso? Forse è un po’ esagerato, se si pensa che chi ha in portafoglio da 2-3 anni titoli come Netflix, che hanno accusato in pochi giorni una perdita del 20%, può ancora contare su un margine di guadagno di 2-3 volte il prezzo di carico. Più che di Orso al comando forse è più corretto affermare che l’emozione ha preso la guida delle operazioni, alimentata da non poche preoccupazioni: inflazione, svolta aggressiva della Fed, delusioni in arrivo dalle trimestrali, rischi geopolitici dalla Russia alla Cina.

LA FED PREOCCUPA SUL FRONTE LIQUIDITÀ


Il tutto rende difficili se non impossibili previsioni a breve termine. Cominciamo dall’inflazione e dalla Fed, il cui FOMC si riunisce martedì 25 e mercoledì 26 per la prima volta nel 2022. Un mercato che sembra aver smussato i timori su tassi e prezzi in aumento è quello dei Treasury, che proprio mentre gli investitori vendevano i tentativi di rimbalzo del Nasdaq ha visto il rendimento del decennale tornare sotto l’1,8%, forse perché ritenuto accettabile per parcheggiare i soldi delle prese di beneficio sulle azioni di Wall Street. Ora il mercato vuol ascoltare qualche parola rassicurante dalla Fed, non tanto sul numero di rialzi dei tassi nella pipeline per il 2022, tanto alla fine un quartino alla volta al massimo i Fed Fund arrivano all’1-1,25% per fine anno, ma sul drenaggio di liquidità che potrebbe seguire la fine del tapering, andandosi a sommare con l’esaurimento di diversi stimoli fiscali, prosciugando le risorse di consumatori e investitori.

L’ONDA POST PANDEMICA HA TOCCATO IL PICCO


Ma gli investitori, forse più che alla Fed, stanno guardando alle trimestrali dei big tech in arrivo in settimana, a cominciare da Microsoft, Apple e Tesla, anche qui in cerca di rassicurazioni, visto il 12% lasciato sul terreno dal Nasdaq da inizio anno. L’onda lunga dell’euforia per lo slancio impresso al tech dalla pandemia ha sicuramente toccato il suo picco, ma non è affatto esaurita. Si tratta di capire quale è il prezzo giusto. Un indizio ce lo può dare proprio Microsoft, che ha lanciato un’offerta da quasi 70 miliardi di dollari tutti cash per prendersi Activision, con una valutazione da 95 dollari per azione, facendo schizzare il titolo da 65 a 85 dollari. Un anno fa ne valeva 104 di dollari, e facendo le proporzioni, allora il premio che avrebbe dovuto mettere sul piatto la casa di Seattle avrebbe dovuto portare l’offerta nell’area dei 130 miliardi. Microsoft ci sta dicendo che ora il prezzo di mercato è quello giusto per i big del tech a stelle e strisce?

COSA RACCONTA IL CASO MICROSOFT ACTIVISION


Ma il caso Microsoft-Activision ci dice anche qualcos’altro, anzi ce lo conferma. Se l’ondata spinta dalla pandemia su internet e il tech fatta di stay home economy e di accelerazione dell’automazione ha fatto il picco e si sta stabilizzando su livelli comunque più alti di prima, quella collegata al metaverso, con tutte le implicazioni e applicazioni che si porta dietro, è invece appena iniziata. Quindi non è il momento di accalcarsi alle porte di emergenza del teatro in fiamme, ma di capire bene cosa far fuori portando a casa il profit e cosa invece comprare a prezzi scontati per puntare sul futuro. Dal punto di vista tecnico il momento sembra favorevole. L’indice ‘Fear & Greed’ di CNN Business segna ‘paura moderata’, con la componente ‘opzioni’ del tutto sbilanciata sulle scommesse al ribasso, mentre l’ultima survey dell’American Association of Individual Investors registra un sentiment rialzista ai minimi da 18 mesi e il suo opposto ai massimi da 16 mesi, con i ‘tori’ a un modestissimo 21% degli intervistati contro una media storica del 38%.

BOTTOM LINE


E’ molto probabile che gli scossoni emotivi a Wall Street continuino per tutta la prima metà del 2022, provocando qualche abuso dei termini ‘correzione’ e ‘crash’ nei titoli delle news. Dal punto di vista dell’investitore che guarda lontano si apre un periodo ricco di opportunità, nel quale il gioco sarà decisamente meno facile che negli ultimi due anni. Ma è una sfida che può dare soddisfazioni da incorniciare.

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