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Tasso fisso o variabile? Come scegliere il mutuo nel 2022 con l'inflazione in aumento

A dicembre l'inflazione dell'Eurozona è cresciuta del 5%, ben al di sopra del target del 2% perseguito dalla Bce. Ecco perché il carovita influisce sui tassi d'interesse e sulla scelta del mutuo

di Antonio Cardarelli 7 Gennaio 2022 11:59
financialounge -  BCE inflazione mutui Tassi d'interesse

Non tutti lo sanno, ma tra inflazione e mutui esiste un legame molto stretto. In questi ultimi mesi, a causa della ripresa economica post pandemia, l'inflazione è tornata a crescere in modo sostanzioso. Dopo anni di inflazione fin troppo blanda, i prezzi al consumo sono tornati ad aumentare. Nel mese di dicembre, in Italia, l'inflazione è cresciuta del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2020 mentre nell'Eurozona è salita addirittura del 5%.

MUTUI E TASSI


Ma per quale motivo i prezzi in aumento hanno a che fare con il costo dei mutui? Semplice: perché i tassi di riferimento dei mutui (e dei prestiti) erogati dagli istituti italiani dipendono dal costo del denaro fissato dalla Banca Centrale Europea. I famigerati "tassi di interesse" di cui si parla spesso nelle pagine economiche dei telegiornali. Uno dei compiti della Bce, infatti, è tenere sotto controllo l'inflazione. Il target ideale è stato fissato intorno al 2%, quindi ben al di sotto del 5% dell'ultima rilevazione a livello europeo.

BCE E INFLAZIONE


Questo perché un'inflazione troppo alta o troppo bassa non fa bene all'economia. Nel primo caso si riduce il potere d'acquisto delle famiglie e delle aziende, col risultato di rimandare gli investimenti importanti e, di fatto, rallentare la crescita economica. Nel secondo caso, un'inflazione troppo bassa penalizza i salari e l'economia in generale. La Bce, quindi, prova a tenere sotto l'inflazione sotto controllo. Come? Attraverso i tassi di interesse, che definiscono il costo del denaro e quindi l'erogazione di mutui e prestiti. Se l'inflazione è troppo alta, la Bce tende ad aumentare i tassi per rallentare la circolazione di denaro e far raffreddare i prezzi. Se è troppo bassa, abbassa i tassi per favorire il trasferimento di denaro dalle banche alle aziende e alle famiglie.

AUMENTO DEI TASSI IN VISTA?


I tassi dei mutui sono dati dalla somma dei vari tassi di riferimento decisi proprio dalla Banca Centrale Europea. Parliamo dell'Euribor per i mutui variabili e dell'Irs per quelli a tasso fisso. Attualmente, e lo sono da diversi anni, i tassi di riferimento della Bce sono a zero, un modo per favorire la ripresa economica. Ma con l'inflazione al 5% i tassi saliranno? È plausibile, ma finora la Bce non ha stabilito un calendario di aumento dei tassi (a differenza della banca centrale Usa che a marzo quasi sicuramente procederà col primo rialzo). L'aumento attuale dell'inflazione, infatti, viene considerato "transitorio" dalla Banca Centrale Europea, che quindi finora non ha palesato l'intenzione di aumentare i tassi.

COSA GUARDARE


Tuttavia, nei prossimi anni con molta probabilità i tassi andranno ad aumentare, soprattutto se l'inflazione continuerà a crescere. Inoltre, secondo l'ultima rilevazione di mutuionline.it, nel mese di novembre l'Irs (valore di riferimento per i muti a tasso fisso) è tornato a scendere (da 0,25%. 0,19% sulla scadenza a 20 anni) e allo stesso tempo, secondo Kiron Partner, anche lo spread aggiuntivo applicato dalle banche è di nuovo in calo. In questo momento storico i mutui a tasso variabile offrono rate più contenute rispetto a quelli a tasso fisso. Però, come si accennava poco fa, è plausibile (anche se non certo) un aumento dei tassi nei prossimi anni. Quindi il consiglio è valutare quale opzione scegliere tenendo conto di due fattori: la durata del mutuo e la capacità del reddito familiare di reggere l'urto di un aumento della rata nel caso si scelga il tasso variabile.
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