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Transizione energetica

La decarbonizzazione è una sfida immensa, ma non insuperabile

Per il team International Equity di Morgan Stanley IM non mancano motivi di ottimismo: il ruolo di governi e opinione pubblica sarà rilevante, ma il costo finale non sarà insostenibile se gestito con politiche redistributive volte a una transizione equa

di Redazione 25 Novembre 2021 14:48
financialounge -  daily news decarbonizzazione ESG finanza sostenibile Morgan Stanley Investment Management

Il cambiamento climatico è un tema di crescente importanza per l’opinione pubblica e i governi di tutto il mondo, ma le azioni strutturali per ridurre le emissioni di gas serra non sono tuttora sufficienti. Le soluzioni però non mancano e risiedono in una combinazione di politiche, fattori economici da governare e avanzamento tecnologico. Il costo delle rinnovabili è calato e il loro sviluppo cresce rapidamente, le tecnologie pulite fanno progressi, dai veicoli elettrici all’idrogeno, ma questo da solo non basta senza adeguati interventi politici, che possono essere la forza trainante insieme alla regolazione internazionale.

BASTONE E CAROTA


Lo sottolinea Morgan Stanley IM in un approfondimento a cura del team International Equity, nel quale emerge come la decarbonizzazione rappresenti una sfida immensa, ma non insuperabile. Gli esperti del team di gestione forniscono una rassegna delle diverse misure ‘bastone e carota’, in grado rispettivamente di penalizzare l’aumento di emissioni e di favorire comportamenti virtuosi di economie, società e consumatori. I cambiamenti in atto comporteranno senza dubbio vincitori e vinti in tutti i settori, mentre gli investitori in primis dovranno mitigare il rischio climatico nei portafogli monitorando il livello di emissioni delle società in cui investono.

UN PREGIUDIZIO DIFFUSO


Il team International Equity ritiene che esista un diffuso pregiudizio secondo cui una rapida decarbonizzazione comporti un peso insostenibile per l’economia globale con un impatto negativo sugli standard di vita. C’è invece evidenza che il costo netto per le società non sarà proibitivo e che potrà essere gestito con politiche redistributive focalizzate su una transizione equa. Chiarire questo aspetto permetterebbe ai governi di avviare un’accelerazione delle politiche volte alla decarbonizzazione, ed è importante che gli investitori comincino a valutarne l’impatto.

AZIONE GLOBALE, DECISIONI LOCALI


Gli interventi devono dovranno necessariamente coordinati a livello globale, un compito arduo per decisori locali e con mandati notoriamente miopi, concentrati sul breve termine limitati. Anche la competitività tra paesi può essere un freno ad adottare misure percepite come punitive o recessive per le varie economie coinvolte. Ma il team di Morgan Stanley IM ritiene possibile uno scenario in cui la tassazione del carbonio non rappresenti un costo netto significativo per l’economia, se distribuito con dividendi ‘verdi’ o sistemi di scambio di emissioni a somma zero. Le implementazioni già in atto potrebbero dar vita a veri propri ‘climate club’ volti a omogenizzare il prezzo delle emissioni di anidride carbonica nelle diverse aree geografiche, creando un incentivo anche per paesi più piccoli ad aderire per evitare di incorrere in dazi.

CHI SONO I VINCITORI E I VINTI


Ovviamente è un processo che vedrà vincitori e vinti. Tra i secondi gli analisti iscrivono l’industria e l’indotto del carbone, le auto a benzina, produttori di metallo ad alto consumo energetico e nel lungo termine il trasporto aereo e navale tradizionali. Tra i primi invece le energie rinnovabili, i veicoli elettrici e la ristrutturazione e il rinnovamento degli edifici. Per gli investitori, la direzione è chiara: il carbone presto diventerà un fattore chiave nelle analisi societarie, in cui andrà prezzata la sua riduzione con un impatto soprattutto nei settori oil & gas e dei metalli. Inoltre, aumenterà la richiesta di elettricità, a beneficio delle utility più verdi e delle rispettive catene di approvvigionamento.

CHI DECARBONIZZA GUADAGNA QUOTE DI MERCATO


Chi ha già intrapreso il percorso di decarbonizzazione guadagnerà quote di mercato a scapito di chi è rimasto indietro, come nel caso dei veicoli elettrici rispetto a quelli a combustione e l’alluminio prodotto con energia idroelettrica rispetto a quello che usa ancora carbone. Anche i vincitori dovranno comunque poter fare affidamento sul supporto dei regolatori per giustificare valutazioni e attese di utili. Beneficiari saranno anche tutti coloro che offriranno soluzioni di decarbonizzazione in qualsiasi settore.

RAGIONI PER ESSERE OTTIMISTI


Dal punto di vista dei consumi la decarbonizzazione può diventare un driver importante delle decisioni di acquisto e i brand in grado di dimostrare una ‘superiorità carbonica’ saranno vincitori. In conclusione, il team International Equity di Morgan Stanley IM ritiene che ci siano ragioni per essere ottimisti: sta emergendo una convergenza tra spinta tecnologica e richiesta di un maggior allineamento internazionale, che può accelerare ancora di fronte al ripetersi di fenomeni metereologici estremi e catastrofici. I recenti impegni presi dall’Amministrazione Biden e dalla Cina vanno in questa direzione. Politiche di bastone e carota possono guadagnare il supporto delle pubbliche opinioni.
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