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La censura di Pechino

Microsoft chiuderà LinkedIn in Cina

La stretta del governo cinese costringe Microsoft a "spegnere" il social per chi cerca lavoro entro la fine dell’anno. Al suo posto una versione con meno funzionalità

di Fabrizio Arnhold 15 Ottobre 2021 08:59
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La censura in Cina costringe Microsoft a “spegnere” LinkedIn. Il social che mette in contatto i professionisti di tutto il mondo era già online in una versione limitata per non violare le direttive del Partito. Da fine anno chiuderà definitivamente i battenti e al suo posto Microsoft è pronta a lanciare un nuovo social, InJobs, che non permetterà però di condividere nessun post o articolo.

LA CENSURA CINESE


Era l’ultima piattaforma americana che poteva operare più o meno liberamente nel Paese asiatico. Il “più o meno” è dovuto al fatto che la versione cinese di LinkedIn già aveva delle limitazioni rispetto alle funzione che siamo abituati a usare sul social dei professionisti. Evidentemente non sufficienti per rispettare le direttive della censura cinese.

SU LINKEDIN 50 MILIONI DI UTENTI


La piattaforma social di Microsoft era stata lanciata in Cina nel 2014 e contava 50 milioni di iscritti. La prima stretta regolatoria era arrivata a marzo, con una sorta di ultimatum imposto dal governo che dava 30 giorni di tempo per regolare diversamente i contenuti social. Dovevano risultare più in linea con le imposizioni del governo, come ha riportato il Wall Street Journal.

IL BLOCCO DEI PROFILI


Nelle scorse settimane LinkedIn ha bloccato i profili di diversi giornalisti statunitensi in Cina, che avrebbero condiviso “contenuti vietati” nei loro profili. Secondo le ultime rilevazioni, la Cina è il terzo mercato al mondo più grande per LinkedIn. Microsoft ha acquisito LinkedIn nel 2016 per 26,2 miliardi di dollari.
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