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L'analisi

Le retribuzioni dei manager vanno agganciate ai fattori ESG, ecco perché

AllianceBernstein sottolinea che i pacchetti retributivi devono essere correlati ai giusti obiettivi e spiega perché i programmi di engagement creano un dialogo positivo per migliorare il business a lungo termine

di Virgilio Chelli 9 Ottobre 2021 10:00
financialounge -  AllianceBernstein Diana Lee Michelle Dunstan

La retribuzione dei dirigenti aziendali è un potente fattore motivante, ma gli investitori devono verificare che gli incentivi siano pienamente allineati con gli obiettivi del business. Le aziende che integrano obiettivi ESG significativi nei loro pacchetti retributivi tendono infatti ad avere una comprensione più profonda di fattori fondamentali, utilizzano specifici indicatori chiave di performance (KPI) e hanno maggiori probabilità di raggiungerli. Il problema è rappresentato dal fatto che la retribuzione dei dirigenti è aumentata nettamente negli ultimi anni, soprattutto negli USA, e gli investitori devono assicurarsi che sia correlata ai giusti obiettivi.

UNA SPECIFICA TESI D’INVESTIMENTO


Partendo da queste premesse, Diana Lee, Director—Corporate Governance; ESG Analyst—Responsible Investment, e Michelle Dunstan, Global Head—Responsible Investing; Portfolio Manager—Global ESG Improvers Strategy, di AllianceBernstein, sviluppano la tesi d'investimento secondo cui comprendere correttamente l’importanza dei fattori ESG per il futuro a lungo termine del business può migliorare la chiarezza e l’efficacia dei target retributivi dei dirigenti. In un’analisi titolata ‘ESG in azione’ le due esperte sottolineano che il programma di engagement di AllianceBernstein punta a creare un dialogo positivo con il management aziendale, nel perseguimento delle best practice.

MIGLIORARE IL VALORE A LUNGO TERMINE


Una struttura retributiva efficace necessita di obiettivi corretti sulla base di un concetto semplice: deve essere associata a una performance che migliora il valore a lungo termine dell’azienda. Ma per essere efficaci, i pacchetti retributivi dei dirigenti devono avere obiettivi chiari sostenuti da KPI specifici allineati con l’orientamento strategico dell’azienda. La tesi è confermata da una recente analisi condotta da AllianceBernstein sugli utili per azione delle aziende comprese nell’Indice Russel 3000. Inoltre, la nostra campagna di engagement pan-aziendale condotta sempre da AllianceBernstein, ha rilevato che le aziende che comprendono approfonditamente i fattori ESG sono in grado di definire target retributivi per i dirigenti specifici e significativi, nonché più efficaci nel portarle al livello successivo.

QUATTRO COMPONENTI DELLE RETRIBUZIONI


Le due esperte di AllianceBernstein indicano quattro componenti di un piano retributivo efficace: parametri accurati, che riflettono il focus e l’orientamento strategico dell’azienda, reale impegno a livello dirigenziale, con KPI solidi e impegnativi e tali da richiedere un forte impegno per ottenere l’incentivo, salvaguardie contro i guadagni improvvisi o altre remunerazioni eccessive, e infine benchmark chiari, applicati sulla base di una solida metodologia per confrontare le retribuzioni con le controparti.

UNO STRUMENTO A DISPOSIZIONE DEGLI INVESTITORI


La tesi di investimento di AB sottolinea che la capacità di influenzare i piani retributivi dei dirigenti è uno dei pochi strumenti a disposizione degli investitori per fare pressione sull’azienda, e dovrebbe essere messo a frutto per garantire che le aziende siano gestite in maniera efficace e responsabile e in un’ottica di lungo periodo. Il successo a lungo termine integra gli interessi di numerosi stakeholder, tra cui azionisti, dipendenti e clienti, e ignorarli è una minaccia per l’esistenza stessa dell'azienda.

LE CONFERME DA DATI E RICERCHE


Lee e Dunstan citano una ricerca recente del NYU Stern Center for Sustainable Business che supporta l’idea di AB sull’importanza di integrare KPI e target ESG nelle strutture retributive, rilevando una correlazione positiva tra performance finanziaria e integrazione attiva dei fattori ESG nelle strategie di investimento. La stessa AllianceBernstein ha analizzato una serie di società britanniche e statunitensi con diverse capitalizzazioni attive in vari settori dimostrando che le aziende che hanno adottato target ESG specifici hanno versato una percentuale inferiore di ricavi agli executive rispetto a quelle ccon KPI legati all’ESG più vaghi, a conferma del fatto che le aziende più consapevoli dei fattori ESG gestiscono le spese in maniera più responsabile.

RISULTATI POSITIVI DELL’ENGAGEMENT


La campagna di engagement panaziendale di AB ha prodotto alcuni importanti esempi di buone prassi nella definizione degli obiettivi ESG, tra cui Gerresheimer, che nel 2021 ha condiviso il suo piano ESG, Danaher Corp impegnata soprattutto nella riduzione delle emissioni di gas serra, e XPO Logistics, che ha aggiornato i suoi parametri ESG elaborando un approccio scorecard altamente specifico. Le due esperte di AB sottolineano in conclusione che i parametri ESG continueranno ad evolvere e che allineare le retribuzioni richiede tempo. Ma iniziando dagli obiettivi giusti e imparando dalle best practice in tutti i settori, la fase di recupero dovrebbe essere rapida ed efficace.
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