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Energy crunch

Gas e luce, ecco perché rischiamo non solo nuovi rincari ma anche blackout

La “tempesta perfetta” che ha travolto l’energia potrebbe portare il rischio di stop alle forniture in caso di un inverno molto rigido

di Fabrizio Arnhold 1 Ottobre 2021 11:55
financialounge -  bollette energia Energy crunch Gas luce

La stangata è servita. Da oggi, primo ottobre, aumentano i prezzi di luce e gas, con conseguenti salassi in bolletta. Secondo i dati dell’Autorità dell’energia, i rincari attesi sono del 29,8% (si tratta di un record assoluto dal 2003), mentre il gas aumenta del 14,4%. Facendo due conti, su base annua la spesa di una famiglia cresce in media di 300 euro, per un importo totale di 1.761 euro: 631 euro di luce e 1.130 euro di gas. Tutta colpa della crisi energetica.

L’INTERVENTO DEL GOVERNO


L’emergenza non è solo italiana. L’aumento del costo delle materie prime, quindi dell’energia, è un problema globale, con ripercussioni sui mercati che temono l’aumento dell’inflazione. Ma perché stiamo affrontando una crisi così grave? Le materie prime costano di più, principalmente perché è aumentata fortemente la domanda, dopo mesi di lockdown e di forte riduzione delle scorte e delle attività. Il governo ha messo sul tavolo oltre 3 miliardi di euro per tagliare gli oneri di sistema e ridurre l’Iva sul gas. Senza questo intervento, gli aumenti in bolletta sarebbero stati ancora più alti.

LA TEMPESTA PERFETTA


A far correre i prezzi delle materie prime sono intervenuti più fattori contemporaneamente. L’offerta di gas metano dalla Russia è diminuita senza una spiegazione precisa, l’energia pulita da fonti rinnovabili che arriva dal Nord Europa è stata ridotta a causa di scarsità di venti e altri fattori ambientali avversi. Se aggiungiamo il fatto che lo scorso inverno è stato particolarmente rigido, ecco spiegato un maggiore consumo di energia, con le scorte che si sono praticamente azzerate. Il mondo ho bisogno di comprare energia, soprattutto in vista dell’arrivo della stagione fredda, l’offerta scarseggia e la domanda è alle stelle. E il prezzo si impenna. La solita legge del mercato.

“DISTRUZIONE DELLA DOMANDA”


Che fare? Jeff Currie di Goldman Sachs propone una “demand destruction”, ossia una distruzione della domanda, che tradotto nella pratica equivale a ridurre l’utilizzo dell’energia. In linea teorica la ricetta potrebbe funzionare, ma è difficile pensare di limitare il consumo con l’arrivo dell’inverno. In Cina per fronteggiare l’energy crunch, le fabbriche fermano la produzione. Con le fabbriche a regime non si riusciva già a rifornire i mercati di beni, i famosi “colli di bottiglia” che hanno provocato un aumento dell’inflazione. Figurarsi ora, con gli stabilimenti del Nord Est della Cina costretti a razionare l’elettricità e rallentare la produzione.

RISCHIO BLACKOUT


Allargando il punto di vista, la crisi dell’energia rischia di rallentare la ripresa post Covid e il piano di transizione verso forme di energia green. Se gli stabilimenti possono razionalizzare l’utilizzo di energia, con una limitata operatività, c’è sempre il rischio che le scorte di carbone si esauriscano prima del previsto, con conseguente blackout per milioni di famiglie in Cina ma non solo. Il caro energia comporta anche l’aumento dei prezzi degli alimenti. Il pericolo di rincari per pasta, pane è caffè è concreto ed è collegato all’incremento del costo delle materie prime per produrli.
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