Contatti

La view

Nel futuro dell’energia spazio da protagonista al gas naturale e al solare

Eva Cairns illustra il framework rigoroso per il futuro dell'energia sviluppato da Aberdeen Standard Investments: ecco tutte le principali previsioni su settori, aree geografiche e fonti energetiche

di Leo Campagna 13 Agosto 2021 16:14
financialounge -  Clima energia ESG gas naturale

Un approccio solido e trasparente nell'analisi degli scenari climatici che è unico per una serie di motivi. E’ quello sviluppato da Aberdeen Standard Investments che non utilizza esclusivamente contesti climatici standard ma delinea scenari ad hoc in grado di valutare meglio rischi e opportunità collegati al clima.

DIVERSI SCENARI CLIMATICI


Si basa su un processo rigoroso per determinare l'impatto finanziario dei diversi scenari climatici su tutti gli asset in gestione cercando di individuare le ingenti incertezze riguardo al cambiamento climatico: ad ogni scenario viene infatti assegnato un indice di probabilità in funzione di fattori di economia politica e di riduzione delle emissioni. Il tutto con un aggiornamento annuale degli scenari e delle relative probabilità in grado di riflettere sempre gli sviluppi in atto a livello regolamentare, tecnologico e politico.

PREVISIONI ESAUSTIVE E DETTAGLIATE


“Si tratta di un modello rigoroso che ci consente di elaborare previsioni esaustive e dettagliate riguardo all'evoluzione del settore energetico. Una transizione che avrà un impatto determinante sui rischi e le opportunità a cui andranno incontro numerosi settori di mercato, e le singole aziende” fa presente Eva Cairns, Head of Climate Change Strategy di Aberdeen Standard Investments. L’analisi, nel dettaglio, prevede 15 scenari, compreso lo scenario di base e la media ponderata per le probabilità di ogni altro scenario. Le analisi sviluppate dagli esperti di Aberdeen Standard Investments rivelano dimensioni, velocità e implicazioni della grande transizione energetica in corso.

LA QUOTA DI ENERGIE NON RINNOVABILI AL 27% NEL 2050


“Nel nostro scenario di base, quello cioè più probabile, la quota di energie non rinnovabili nel mix energetico globale scenderebbe dall'attuale 68% al 27% entro il 2050. Se invece il si riuscissero a centrare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, la quota di energie non rinnovabili scenderebbe ulteriormente, fino al 12%” sottolinea Cairns che tiene tuttavia a precisare che “la transizione non sarà uniforme tra settori e aree geografiche”.

INDUSTRIA ENERGETICA ED EUROPA DAVANTI A TUTTI


A livello settoriale, specifica la manager, è l'industria energetica quella che sembra procedere alla decarbonizzazione nei tempi previsti dall'Accordo di Parigi mentre i settori dell'edilizia e dell’industria sono in forte ritardo: in una posizione intermedia il settore dei trasporti. A livello geografico, l'Europa ha la più alta probabilità di completare la transizione a emissioni zero entro il 2050, seguita a distanza dagli Stati Uniti e, ancora più indietro, dalle economie emergenti, compresa la Cina.

ENERGIA SOLARE IN POLE POSITION


Per quanto riguarda le fonti energetiche future, in pole position figura l'energia solare che, nello scenario di base di Aberdeen Standard Investments, dovrebbe attestarsi al 25%, e a quasi il 60% negli scenari che prevedono misure particolarmente rigorose. “Ben impostati, anche se a ritmi di crescita inferiori, anche gli impianti eolici, sia onshore che offshore” precisa Cairns. Particolarmente negative, invece, le prospettive per il carbone, il combustibile fossile più inquinante. Nel caso del petrolio, nello scenario di base, la domanda di petrolio sale gradualmente fino a un picco nei primi anni del 2030, per poi attenuarsi a mano a mano che la quota di veicoli elettrici supererà le soglie critiche.

IL RUOLO IMPORTANTE DEL GAS NATURALE


Il ruolo più importante nel mix energetico futuro lo svolgerà il gas naturale. “Nel nostro scenario di base stimiamo un aumento di circa l'1% (annual rate). Tuttavia, negli scenari allineati agli obiettivi di Parigi, le sue prospettive di lungo termine dipendono dall’entità e dalla velocità di discesa dei prezzi delle energie rinnovabili, nonché dalla possibilità che nel tempo le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio diventino più competitive in termini di costi” conclude l’Head of Climate Change Strategy di Aberdeen Standard Investments.
Share:
Trending