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Strada ancora lunga

Parità di genere, Italia ancora in ritardo nonostante la poderosa rimonta

Siamo 14esimi su 28 Paesi Ue: se volessimo entrare tra i primi 10 d’Europa lo sforzo maggiore dovrebbe essere fatto sul lavoro perché nessuno in Europa ha un’occupazione femminile così bassa

di Leo Campagna 29 Luglio 2021 19:00
financialounge -  ESG Etica Sgr finanza sostenibile gender gap Italia-Cina parità di genere

Negli ultimi 10 anni l’Italia è il Paese europeo che ha realizzato i maggiori progressi per quanto riguarda la parità di genere. Se il decennio scorso eravamo in 22esima posizione su 28 Paesi della Ue, adesso siamo 14esimi, esattamente a metà classifica. Facendo 100 l’indice di assoluta parità tra uomini e donne, l’Italia si attesta a quota 63,5 comunque ancora lontani dal podio occupato, nell’ordine, da Svezia (con 83,8 punti), Danimarca (77,4) e Francia (75,1).


LA RIMONTA DELL’ITALIA


La rimonta dell’Italia è stata trainata, secondo il Gender Equality Index 2020 dell’agenzia Ue European Institute for Gender Equality, dai risultati realizzati negli ambiti della conoscenza (+8,1 punti) e, soprattutto, del potere (+23,6 punti). Le rilevazioni relative a quest’ultimo ambito comprendono i dati sulla presenza di uomini e donne ai vertici della sfera economica, politica e sociale mentre quelle sulla conoscenza si riferiscono ai dati riconducibili ai titoli di studio. Gli altri parametri presi in considerazione (denaro, lavoro, salute e tempo libero) hanno invece evidenziato minori progressi nel decennio.

COME ENTRARE TRA I PRIMI 10 D’EUROPA


Se il nostro Paese volesse entrare tra i primi 10 d’Europa dovrebbe concentrare gli sforzi sul lavoro. Il parametro dell’Italia, infatti, non va oltre i 68 punti rispetto a una media europea di 81. Ma c’è di più: secondo l’Istat, l’Italia mostra la maggiore incidenza di donne nell’Unione europea che non hanno mai lavorato per occuparsi dei figli, con una percentuale dell’11,1% rispetto ad una media del 3,7%.

MENO DI UNA DONNA SU DUE HA UN’OCCUPAZIONE


"A parte la Grecia, lo dicono i dati Eurostat, nessuno in Europa ha un’occupazione femminile più bassa della nostra - commentano gli esperti di Etica Sgr - pari 49%: significa che meno di una donna su due, tra i 15 e i 64 anni, lavora. Nell’anno della pandemia il tasso di occupazione femminile è stato in media in Europa del 62,4% per le donne tra i 15 e 64 anni contro il 32,2% nel Sud Italia e del 33,2% nelle isole.

RETRIBUZIONE ORARIA


Un altro aspetto da considerare è la retribuzione oraria. Se è vero che quella femminile non sia molto dissimile da quella dei colleghi di genere maschile (secondo l’unadjusted gender pay gap misurato da Eurostat, il differenziale è al 4,7%, uno dei dati migliori d’Europa) è anche vero che le signore lavorano molte meno ore perché hanno un impiego part time molto più spesso rispetto alla popolazione maschile.

GENDER OVERALL EARNINGS GAP


"Utilizzando la statistica del gender overall earnings gap, che prende in considerazione tre fattori (la retribuzione oraria media, il tasso di occupazione e la media mensile del numero di ore retribuite) si scopre che la situazione delle donne in Italia risulta invece tra le peggiori d’Europa con un differenziale del 43,7% (dato 2018 di Eurostat) contro una media europea del 39,6%", spiegano gli esperti di Etica Sgr.

DONNE NEI GOVERNI


Da notare che anche il Gender Gap Report del World Economic Forum evidenzia come il reddito delle donne italiane sia solo il 52,7% di quello degli uomini. Insomma sono soprattutto le differenze economiche a impedire di raggiungere una maggiore parità di genere. E in politica? Il World Economic Forum ha rilevato che nel governo Conte II il 34% di ministri, viceministri e sottosegretari erano donne. Un risultato mai raggiunto prima che, tuttavia, ha visto un ulteriore miglioramento con il governo Draghi, capace di raggiungere quota 41,2%.

LA PARITÀ DI GENERE CRUCIALE NELL’AGENDA ONU 2030


Il tema della parità di genere e dell’emancipazione della donna – intesa come rafforzamento in termini di percezione di competenza, consapevolezza e autostima – assume un ruolo cruciale nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, il programma d’azione composto da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.

L'IMPEGNO DI ETICA SGR


Nel dicembre 2020 Etica Sgr ha pubblicato il Report di Impatto per misurare l’impatto ambientale, sociale e di buon governo generato dalle imprese in cui investono i fondi. Il dialogo riguardo l’ambito “Parità di genere” si è concentrato in particolare sui temi della diversità di genere in seno al Consiglio di Amministrazione. L’impatto della selezione ha fatto registrare un +8% rispetto al benchmark (MSCI World Index in euro) per quanto riguarda le società con una presenza femminile in ruoli dirigenziali del 20% o maggiore.
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