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J.P. Morgan: ecco perché la variante Delta influenzerà i rendimenti dei titoli di Stato

Secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management chi investe in obbligazioni dovrà seguire con attenzione l'andamento dei contagi

di Virgilio Chelli 8 Luglio 2021 07:50
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Le vaccinazioni in molti Paesi sviluppati hanno spezzato il filo che legava il numero dei contagi ai tassi di mortalità. Ma gli investitori devono tener conto dei possibili rischi associati alla diffusione della variante Delta del Covid-19, soprattutto in Paesi dove i tassi di immunizzazione restano bassi. Ulteriori misure di lockdown nelle regioni focalizzate sul contenimento della pandemia potrebbero far rinviare eventuali misure restrittive delle Banche centrali e porre un tetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Sono le conclusioni del Bond Bulletin settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, che nei suoi portafogli ha ridotto l’esposizione alla duration ed è andata in sovrappeso sulle valute dei Paesi dove le politiche si avviano verso la normalizzazione.

DATI DISOMOGENEI DA UNA REGIONE ALL’ALTRA


Il team di J.P. Morgan Asset Management sottolinea che con la diffusione della variante Delta i dati continuano a essere disomogenei da una regione all’altra: nel Regno Unito i nuovi casi aumentano rapidamente e pur restando contenuti anche i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive sono leggermente aumentati. Dove il contenimento e i lockdown hanno avuto successo nella prima fase e in quella intermedia, le campagne vaccinali riescono a spezzare il filo che lega il numero di contagi a tassi di mortalità. Mentre Stati Uniti e Regno Unito hanno realizzato con successo i piani vaccinali però, in Australia solo il 5% ha ricevuto la seconda dose.

LA VARIANTE POTREBBE RALLENTARE LA NORMALIZZAZIONE MONETARIA


Mentre le Banche Centrali cominciano a pensare alla normalizzazione, la variante Delta potrebbe rappresentare un rischio per i Paesi con bassi tassi di immunizzazione, ostacolando l’avvio di un inasprimento monetario, osserva il team di J.P. Morgan Asset Management. Vaccini e riaperture hanno stimolato fortemente la ripresa globale, spingendo al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato core, e le Banche Centrali hanno iniziato a discutere di normalizzazione monetaria. Ma la variante Delta potrebbe ostacolare un rialzo dei tassi, soprattutto nei Paesi dove i piani vaccinali sono stati poco brillanti.

IL CASO DELL’AUSTRALIA


In Australia ad esempio il mercato sconta un rialzo dei tassi di un punto e mezzo nel 2022, anche se la Banca Centrale ha dichiarato che non ci saranno inasprimenti fino al 2024. Ma potrebbe essere difficile realizzare questo obiettivo visto che i bassi tassi di vaccinazione e la diffusione della variante Delta in hanno riportato quasi metà della popolazione in isolamento. Campagne vaccinali efficaci nel Regno Unito, Stati Uniti e Canada offrono invece contesti più favorevoli alla crescita. Secondo il team di J.P. Morgan Asset Management i tassi d’interesse potrebbero più verosimilmente aumentare nei Paesi dove i tassi di immunizzazione sono più elevati e le Banche Centrali possono avviare la normalizzazione.

TREASURY VERSO IL 2% PER FINE ANNO


Per quanto riguarda il quadro tecnico, il team di J.P. Morgan Asset Management nota che gli investitori mantengono un sottopeso in USA, Regno Unito, Germania e Canada e continuano a essere sovraesposti verso Giappone e Australia dove i tassi di vaccinazione sono bassi. Negli Stati Uniti, la recente svolta della Fed ha reso più sensibile ai dati il segmento a breve della curva dei rendimenti. J.P. Morgan Asset Management privilegia ancora i titoli più remunerativi e si aspetta che il rendimento del Treasury decennale arrivi quasi al 2% a fine anno. Ma il team di J.P. Morgan Asset Management è anche conscio che un rialzo dei rendimenti potrebbe creare difficoltà a Paesi con bassi tassi di immunizzazione, che stanno ripristinando misure di lockdown.
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