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(Un altro) effetto Covid

Pictet AM: la sanità è pronta a reinventarsi nel post-Covid

Pictet Asset Management sottolinea che la pandemia ha esacerbato le disuguaglianze anche nella sanità, ma superata l’emergenza nuovi modelli di business potranno dar vita a sistemi più virtuosi ed efficienti

di Virgilio Chelli 21 Giugno 2021 19:00
financialounge -  Assistenza sanitaria Astra Zeneca Covid-19 Disuguaglianza sanitaria Lydia Haueter Pictet Asset Management vaccini

La disuguaglianza sanitaria è stata una pandemia nella pandemia. L’OMS ha sottolineato le situazioni tanto diverse nelle varie parti del mondo causate dalla carenza di collaborazione internazionale mentre l’Economist ha presentato stime di milioni di morti non dichiarati soprattutto in Asia e in Africa, mentre solo lo 0,2% delle forniture globali di vaccini è destinato ai mercati emergenti, e benché vi siano diversi farmaci in via di sviluppo che potrebbero ampliare l’offerta mondiale, le società produttrici hanno difficoltà e ricevono poco aiuto dai Paesi avanzati, la cui domanda è in gran parte soddisfatta dai vaccini a mRNA.

INGIUSTA REPUTAZIONE DI ASTRA ZENECA


Lydia Haueter, Senior Investment Manager del Pictet-Health e del Pictet-Biotech di Pictet Asset Management, fa il punto sui limiti mostrati dal sistema sanitario globale nella lotta al covid e prefigura nuovi modelli di business della sanità che potranno dar vita a sistemi più efficienti. L’esperta parte dall’esempio del vaccino di Astra Zeneca, che si è guadagnato un’ingiusta reputazione a causa di rari effetti collaterali ma resta di vitale importanza, sottolineando che la società lo vende al prezzo di costo e rappresenta un’alternativa più accessibile per i Paesi con budget ridotti. Infatti è il più utilizzato in India e vanta un’efficacia di oltre il 90% contro le forme gravi, compresa la variante con doppia mutazione.

DISPARITA’ ANCHE NEI PAESI SVILUPPATI


Ma esistono enormi disparità anche nelle aree sviluppate, come Stati Uniti o Svizzera, dove morbosità e mortalità sono più alte tra le fasce più povere, probabilmente per la maggior esposizione legata alla densità umana sia lavorativa che domestica, ma anche per uno stato generale di salute peggiore dovuta a comorbilità come l’obesità e la mancanza di attività fisica. Un altro tema importante per valutare le disuguaglianze riguarda il ‘sapere cosa chiedere’. Haueter fa anche qui l’esempio degli Stati Uniti dove una discriminante costante nell’esito delle cure sanitarie è il livello di istruzione e la capacità di richiedere l’assistenza medica necessaria, perché l’onere del controllo della qualità delle prestazioni e della prevenzione ricade interamente sul paziente.

MODELLI DI BUSINESS INCENTIVANTI


Ma, sottolinea l’esperta di Pictet AM, le cose stanno lentamente cambiando, e nuovi modelli di business allineano gli incentivi per compagnie assicurative e centri medici a quelli dei pazienti, in direzione di un’assistenza sanitaria basata sul valore, che prevede il pagamento di un servizio sanitario in base al risultato e non alla prestazione in sé. Il paziente, o per lui il governo, acquista un “pacchetto sanitario” e poi spetta al fornitore del servizio determinare come meglio implementarlo, incentivando la prevenzione rispetto alla cura.

ACCOMPAGNARE NELLA GIUSTA DIREZIONE


Economicamente, osserva ancora Haueter, è più conveniente assegnare al paziente un ‘case manager’ piuttosto che lasciare decidano tutto l’esito degli esami o procedure non strettamente necessarie, così come può essere più conveniente mandarlo preventivamente in una palestra specializzata anziché sottoporlo a danno fatto a interventi chirurgici altamente invasivi. La bellezza di questo approccio, sottolinea in conclusione l’esperta di Pictet AM, è che toglie un peso al paziente e crea un sistema che lo accompagna nella giusta direzione.
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