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Il caso

WhatsApp ci ripensa: niente limitazioni a chi non accetta la privacy

La società ha fatto marcia indietro sulle limitazioni dell'uso del suo programma di messaggistica dopo le recenti polemiche

di Mauro Speranza 4 Giugno 2021 09:35
financialounge -  facebook privacy Smart Life social media Whatsapp

WhatsApp non limiterà più i servizi della sua applicazione agli utenti che non accetteranno le nuove regole per la privacy entrate in vigore il 15 maggio. Le nuove disposizioni imposte, infatti, prevedevano un uso limitato di messaggi e chiamate per quegli utenti che non si erano dichiarati d'accordo.

LA MARCIA INDIETRO DI WHATSAPP


L'annuncio della società di proprietà di Facebook è arrivato “date le recenti discussioni con varie autorità ed esperti di privacy”, spiegano nel corso di un'intervista, specificando di voler “chiarire che attualmente non abbiamo in programma di limitare la funzionalità per coloro che non hanno ancora accettato l’aggiornamento. Continueremo invece a ricordare agli utenti di volta in volta le novità dell’aggiornamento”. Inoltre, la pagina di supporto agli utenti spiega di non prevedere la trasformazione in permanente del promemoria sull'aggiornamento delle regole sulla privacy come annunciato in prima battuta.

LE RAGIONI DEL DIETROFRONT


WhatsApp si era trovata al centro delle polemiche per la sua politica sulla privacy in quanto molti utenti temevano che avrebbe iniziato a condividere più dati personali con Facebook, provocando un travaso di iscritti verso altre chat concorrenti come Telegram e Signal. Da WhatsApp erano intervenuti smentendo questa ipotesi e specificando che l'aggiornamento della politica riguarda i messaggi inviati alle aziende tramite WhatsApp, che possono essere memorizzati sui server di Facebook. A generare ulteriore incertezza era stata la decisione della Germania di bloccare la raccolta dei dati di WhatsApp. “Dobbiamo prevenire i danni e gli svantaggi legati a una tale procedura condotta a scatola chiusa”, aveva affermato il Garante Privacy di Amburgo.

SCONTRO COL GOVERNO INDIANO


Per WhatsApp, intanto, si è aperto un altro fronte di scontro, quello con il governo indiano dopo l'approvazione delle nuove linee guida per regolare i contenuti sui social media e le piattaforme di streaming. Secondo tali regole, le piattaforme di messaggistica sono obbligate a mettere in atto degli strumenti per identificare il soggetto che per primo ha diffuso le informazioni.
Come reazione, WhatsApp è arrivata addirittura a far causa al governo, spiegando che le nuove regole sono l'equivalente della tenuta di “un'impronta digitale di ogni singolo messaggio inviato sul servizio". In una dichiarazione, un portavoce di WhatsApp ha detto che le regole "romperebbero la crittografia end-to-end e minerebbero fondamentalmente il diritto delle persone alla privacy". "Ci siamo coerentemente uniti alla società civile e agli esperti di tutto il mondo per opporci ai requisiti che violerebbero la privacy dei nostri utenti. Nel frattempo, continueremo anche ad impegnarci con il governo indiano su soluzioni pratiche volte a mantenere le persone al sicuro, tra cui rispondere a valide richieste legali per le informazioni a nostra disposizione", hanno dichiarato da WhatsApp.
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