Contatti

Attese e mercati

Attesa per le riunioni di Bce e Fed, finito il rally dei titoli HP e DELL

Per le banche centrali si avvicinano due riunioni-chiave. A Wall Street rientrata l’euforia. Si sta esaurendo il rally dei produttori di PC

di Virgilio Chelli 31 Maggio 2021 17:11
financialounge -  Attese e mercati BCE Dell FED HP Scenari

CONTO ALLA ROVESCHIA PER BCE E FED


Comincia il conto alla rovescia per le due riunioni forse più importanti del 2021 delle banche centrali di Europa e Stati Uniti, la prima a Francoforte il 10 giugno e la seconda a Washington a metà mese. Saranno precedute da dati molto importanti sull’inflazione di maggio, quello europeo esce martedì nella versione "flash" e quello americano poco più di una settimana dopo. Se dovessero segnalare strappi al rialzo potrebbe salire la tensione e il timore di annunci più o meno espliciti di uscita prima del previsto dallo stimolo monetario. In America si aggiunge il job report, sempre di maggio, che esce venerdì e anche in questo caso potrebbe segnalare tensioni sul fronte salariale. In Europa l’inflazione si sta avvicinando rapidamente al target del 2%, fissato dalla Bce come da non superare, a differenza della Fed che ha già detto che tollererà sfondamenti. Questo potrebbe dare ai falchi del Nord argomenti per chiedere la fine del QE e il rialzo dei tassi, una prospettiva contro cui si sono "preventivamente" schierati il capo economista Philip Lane e il membro italiano del Board della Bce Panetta. L’inflazione americana viaggia più veloce di quella europea, ad aprile l’indice delle Personal Consumption Expenditures, che rappresenta il punto di riferimento della Fed, è balzato dello 0,7% sul mese e del 3,1% sull’anno, mentre l’indice generale dei prezzi al consumo è aumentato addirittura del 4,2% sull’anno. Se a maggio dovesse strappare ancora, non sarà semplicissimo per il capo della Fed Powell tranquillizzare i mercati.

TRIMESTRALI ARCHIVIATE, INDICATORI CONTRARIAN RASSICURANTI


Mentre a Wall Street si tirano le somme di un’ottima stagione delle trimestrali, gli indicatori di sentiment segnalano un raffreddamento dell’euforia che aveva caratterizzato la partenza dell’anno, il che significa che i timori si surriscaldamento si allontanano. Su 1.838 società quotate a New York, ben il 75% ha battuto le stime, sia in termini di utili per azione che di ricavi, mentre quasi 2 su 10 hanno migliorato anche la guidance. I settori che hanno battuto più numerosi le attese sono gli industriali, i beni di consumo discrezionali, i tecnologici e i finanziari, mentre utility, consumi di prima necessità e energetici sono rimasti sotto la media. Dal versante del sentiment arrivano segnali rassicuranti, vale a dire di rientro dell’euforia che aveva caratterizzato la partenza dell’anno, mentre alcuni temi si sono sgonfiati rispetto agli eccessi, come le SPAC, il filone "stay home", le scommesse più speculative e, non ultimo, il Bitcoin. Un declino dei "tori" è segnalato da diversi indicatori "contrarian", come i sondaggi dell’American Association of Individual Investors, dell’Investors Intelligence e della National Association of Active Investment Managers. Un ultimo indicatore "contrarian" che manda messaggi rassicuranti è quello delle posizioni al ribasso, vale a dire di chi scommette su una correzione: lo short interest sullo S&P 500 viaggia ai massimi del 2021.

STOP AL RALLY DEI TITOLI HP E DELL


Fino a febbraio del 2020 era comunemente considerato un business abbastanza "maturo", poi la pandemia lo ha bruscamente rivitalizzato, ma ora manda segni di stanchezza. Si tratta dei PC, simbolizzati a Wall Street dai due grandi produttori americani, HP e Dell, che sull’onda dello smart working e del conseguente upgrade del proprio equipaggiamento domestico da parte di milioni di persone avevano messo a segno fino a prima delle trimestrali rialzi dei rispettivi titoli superiori al 30% da inizio anno, surclassando big tech come Microsoft e Apple. Poi la corsa si è fermata dopo trimestrali sicuramente buone, ma che avevano forse suscitato attese eccessive. Entrambi i titoli, nonostante conti migliori delle stime, hanno chiuso la settimana su una nota negativa, inducendo gli analisti interpellati dal WSJ a chiedersi se la nuova primavera indotta da lockdown e pandemia stia giungendo al termine. In effetti, già il secondo trimestre potrebbe segnare per i produttori di PC l’inizio di un ritorno alla normalità pre-pandemia. Dal 2012 al 2018 le vendite globali avevano registrato cali costanti anno dopo anno, interrotti solo nel 2019 quando la decisione di Microsoft di mettere fine al supporto per la versione di Windows 7 aveva fatto scattare un limitato movimento di acquisti per upgrade. Ora il dubbio è che il balzo delle vendite del 2020-21 si riveli un fenomeno transitorio. Gli analisti fanno anche notare però che nonostante il rally da pandemia i titoli di HP e Dell non siano comunque molto costosi, dal momento che i prezzi viaggiano a circa un terzo dei multipli medi del Nasdaq.
Share:
Trending