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Sostenibilità e rendimenti

Investire integrando gli ESG: cosa vuol dire in pratica

Un'analisi di Invesco spiega quali linee guida adottare per scegliere le imprese su cui investire: conoscere i dati è essenziale, ma senza prenderli come oro colato

di Gaia Terzulli 27 Maggio 2021 10:42
financialounge -  daily news engagement ESG governance Responsabilità sostenibilità

L’integrazione ESG è alla base di ogni strategia, indipendentemente dal fatto che l’obiettivo primario sia conseguire performance interessanti o generare benefici maggiori”. È questo il fulcro di un’analisi condotta da Invesco sull’importanza d’incorporare i fattori di Environmental, Social e Governance nei processi d’investimento.

EQUILIBRARE ETICA E PROFITTI


La premessa fondamentale è che l’obiettivo di questo tipo di approccio non è sacrificare i profitti a favore dell’etica, ma fare in modo che i due elementi s’intreccino armonicamente tra loro, laddove possibile. In poche parole, integrare gli ESG significa coniugare la performance finanziaria con la volontà di operare in nome del bene comune. Se paragonassimo un qualsiasi investimento a una bilancia metteremmo da una parte i suoi aspetti virtuosi e dall’altra i rendimenti che ci aspettiamo di ottenere. Naturalmente, alcune tipologie d’investimento pesano più sul primo piatto della bilancia, altre sul secondo.

I CRITERI DI SELEZIONE DEGLI INVESTIMENTI


Esistono vari criteri di selezione degli asset per chi gestisce un portafogli: una è lo screening negativo, praticato, per esempio, dall’investitore che esclude un’impresa i cui valori sono contrari a quelli della sua religione (società attive in aree come tabacco, alcol o gioco d’azzardo). L’approccio inverso, che premia le imprese virtuose, si focalizza sulla sostenibilità quale fattore cruciale. In quest’ottica temi come energia pulita e riduzione di carbonio diventano prioritari.

TANTI INVESTIMENTI ESG PER ALTRETTANTI INVESTITORI


Tuttavia, essendo la gamma di possibili investimenti ESG molto ampia, ne consegue che diversi investitori hanno esigenze differenti e che, dunque, esistano soluzioni ESG adatte a tutti. Per tutti vale una regola generale: si parte dai dati. Questi consentono innanzitutto di selezionare gli asset per le strategie a gestione passiva, che possono offrire soluzioni d’investimento responsabili, economiche ed efficaci. Senza escludere le strategie attive, che secondo gli analisti di Invesco possono essere integrate a quelle passive in un portafogli attento ai fattori ESG.

LE LINEE GUIDA PER ORIENTARSI NELLA SCELTA


“L’enorme crescita dell’integrazione ESG ha causato una proliferazione di strumenti di valutazione e iniziative miranti ad agevolare le decisioni d’investimento responsabile”, si legge nell’analisi di Invesco. “Sono nati dalla volontà di creare un sistema finanziario globale più sostenibile, con asset manager desiderosi di capire meglio come le imprese gestiscono le tematiche ESG e proprietari di asset decisi a comprendere meglio come gli asset manager rispondono alla continua diffusione dell’investimento responsabile”. Oggi iniziative di questo tipo sono assai numerose: dal rating alle schede di valutazione, fino agli strumenti di screening e alle norme di stewardship. Sono metodi efficaci, anche se non sempre perfetti: spesso servono più come indicazioni per orientarsi verso un engagement proattivo tra asset manager e imprese. Un’impresa buona, ad esempio, identificata con uno screening focalizzato sulla sostenibilità, può essere colpevole di “greenwashing”, cioè di aver dato un’impressione artefatta sulle sue credenziali ambientali, fornendo deliberatamente informazioni fuorvianti. “La verità – si legge nel report – è che la linea di separazione tra asset ‘buoni’ e ‘cattivi’ è spesso indistinta ed è per questo che una combinazione di analisi qualitative e quantitative può rivelarsi utile”.

L'IMPORTANZA DELL'ENGAGEMENT CON LE IMPRESE


Infine, non sempre il processo d’integrazione ESG approda a una decisione d’investimento. In linea con il principio che l’investimento responsabile è una questione di proprietà a lungo termine e di solida stewardship, l’engagement con imprese e altre entità in cui si investe è una caratteristica duratura di molti investimenti ESG. “Ricorrendo al dialogo diretto con rappresentanti senior, o al proxy voting nelle assemblee generali annuali – conclude Invesco – gli asset manager e i loro clienti possono fare valere la forza dell’azionariato attivo per promuovere una corporate governance appropriata e migliorare le organizzazioni ‘cattive’ e rendere quelle ‘buone’ ancora migliori”.
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