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Energia pulita

L’ETF di Invesco per contrastare il cambiamento climatico

Invesco Global Clean Energy UCITS ETF punta a replicare le performance del rendimento totale netto dell’indice WilderHill New Energy Global Innovation, composto da 100 aziende in sette settori dell'energia pulita

di Redazione 5 Maggio 2021 15:59
financialounge -  ESG ETF Invesco investimenti green transizione energetica

Il tema della transizione energetica è sempre più attuale. Nella bozza del Recovery plan, approvata dal governo, la dote per la rivoluzione verde è significativa e raggiunge 68,6 miliardi di euro, su 222,1 miliardi in totale assicurati dal Pnrr. Il cambiamento climatico è probabilmente il problema più complesso e urgente che il mondo si trova ad affrontare. Il passaggio dall'utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili è una necessità che riguarda tutti, dalla politica alla società, passando per le istituzioni fino agli investimenti.

DA DOVE NASCE L’INTERESSE PER L’ENERGIA PULITA?


Iniziamo ad analizzare l’universo dell’energia pulita dal punto di vista degli investitori. “In termini più generali, o forse più precisi, possiamo definirlo in base all’obiettivo: decarbonizzazione”, spiega Rob Wilder, amministratore delegato di WilderHill, azienda leader nel settore dell’energia pulita con sede in California. “È questo lo scopo finale. Quella solare, eolica e gli altri tipi di energia pulita sono alcune delle soluzioni per raggiungere questo obiettivo”. Una volta appurato questo aspetto, diventa normale introdurre anche modi per utilizzare e immagazzinare energia in modo più efficiente, riducendo la quantità delle emissioni di carbonio.

COME SI PUÒ SVILUPPARE L’UNIVERSO DEGLI INVESTIMENTI “PULITI”?


Il futuro è adesso. “I nuovi progetti solari ed eolici sono già più competitivi delle centrali energetiche a combustione fossile più economiche”, continua Wilder. “Tuttavia, ci aspettiamo di assistere a investimenti molto più ingenti in energie, efficienza e infrastrutture rinnovabili per promuovere la transizione energetica. Per raggiungere gli obiettivi concordati a livello globale, l’investimento complessivo nel sistema energetico tra il 2015 e il 2050 dovrà aumentare di circa il 30%, da 93 trilioni di dollari, secondo le politiche in corso o in programma, a 120 trilioni”.

IL BENCHMARK SULL’ENERGIA PULITA


Per approfondire l’aspetto dell’energia pulita come settore e tema di investimento, è utile esaminare l’indice WilderHill New Energy Global Innovation (NEX). “Abbiamo lanciato l’indice WilderHill New Energy Global Innovation nel 2006 per offrire un’esposizione più diversificata al tema globale dell’energia pulita rispetto a quella attualmente disponibile sul mercato”, spiega Rob Wilder. “L’indice NEX è stato il primo benchmark globale sull’energia pulita al mondo.È composto da società di tutto il mondo le cui tecnologie innovative si concentrano su energia pulita, energie rinnovabili, decarbonizzazione ed efficienza”.

I VANTAGGI DELL’INDICE


Molti indici concorrenti hanno una preferenza per le large cap e questo può far perdere di vista alcuni dei più interessanti “pure plays” che sono invece catturati nell’indice NEX. In questo modo diminuisce il rischio di concentrazione e la ponderazione in base alla capitalizzazione di mercato. Questo può certamente essere una buona base di partenza per prendere in considerazione investimenti mirati a promuovere soluzioni per il cambiamento climatico.

L’ETF DI INVESCO


Invesco Global Clean Energy UCITS ETF punta a replicare le performance del rendimento totale netto dell’indice WilderHill New Energy Global Innovation. L’indice è composto da società impegnate nell’eolico, nel solare, nel settore dei biocarburanti, idroelettrico, del moto ondoso, delle maree, geotermico e altre importanti attività di energia rinnovabile. Si tratta di un indice ampio e diversificato, con un portafoglio di circa 100 componenti in sette settori dell’industria dell’energia pulita.

L’IMPEGNO CRESCENTE NELLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO


L’ultimo anno ha visto un impegno senza precedenti delle maggiori economie per raggiungere la neutralità carbonica. Gli obiettivi sono ambiziosi, con molti Paesi che puntano a diventare neutrali entro il 2050, la Cina nel 2060. Con la nuova presidenza Biden, gli Stati Uniti sono rientrati nell’accordo di Parigi e hanno proposto investimenti per 2 trilioni di dollari in energia pulita per fornire elettricità senza emissioni di carbonio entro il 2035. Secondo i dati Bloomberg New Energy Finance (dicembre 2020), considerando l’Europa, la Cina, il Giappone e la Corea del Sud, il 41% del Pil globale (e il 44% delle emissioni) partecipa attualmente al piano zero emissioni nette.
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