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Etica Sgr: l’Italia non investe in acqua potabile e ne spreca troppa

Il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore idrico. L'oro blu si compra in bottiglia, inquinando, perché ci si fida poco di quello che esce dal rubinetto. E non si fa attenzione allo spreco

di Gaia Terzulli 30 Aprile 2021 19:00
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L’acqua potabile è tra i beni più preziosi al mondo, non solo perché ci consente di vivere, ma perché sempre più aree della Terra ne sono carenti. Eppure continuiamo a sprecarla, a investire poco in infrastrutture idriche e a comprare bottiglie rigorosamente di plastica. Lo ripetono ogni anno l’Istat e le rilevazioni condotte da vari istituti, come l’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti che, nel “Libro bianco 2021”, indaga il legame tra acqua, economia e sviluppo sostenibile.

ACQUA, BENE VITALE SU CUI SI INVESTE POCO


Ecco perché l’impegno delle aziende come Etica Sgr è quello di promuovere un consumo consapevole delle risorse naturali e di dare la priorità a strategie d’investimento responsabili e sostenibili. Partendo proprio dal fatto che l’economia dell’acqua, in Italia, vale 310 miliardi di euro, il 17,5% del Pil del Paese. E nonostante sia un bene dal valore inestimabile, non rappresenta affatto un settore di punta per gli investitori: secondo l’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia, con circa 40 euro per abitante all’anno, il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore idrico (la media europea è di 100 euro a testa).

UNO SPRECO ECCESSIVO


Di conseguenza, abbiamo infrastrutture obsolete, con il 60% circa della rete idrica nazionale che ha più di 30 anni e il 25% che ha superato i 50. Infrastrutture non solo vecchie, ma anche inefficienti: quasi la metà dell’acqua potabile (47,6%) viene infatti dispersa, il 10% in più di 10 anni fa. La regione più virtuosa, in questo senso, è la Valle d’Aosta, che spreca il 22,1% d’acqua. Il Nord si attesta sul 34,9%, mentre il Sud arriva al 48,6% con il picco del 55,6% per l’Abruzzo.

L'ACQUA COSTA TROPPO POCO


All’origine di questa scarsa manutenzione del sistema idrico probabilmente c'è il basso costo dell’acqua. “La tariffa di 2,08 euro al metro cubo è quasi la metà rispetto a quelle francese e il 40% di quella tedesca. Probabilmente – si legge nello studio di The European House-Ambrosetti  – questo elemento ci spinge a non prestare troppa attenzione negli usi domestici. Ogni anno preleviamo 153 metri cubi di acqua potabile a testa, il doppio rispetto alla media europea. Basterebbero pochi centesimi di aumento del prezzo dell’acqua che esce dai nostri rubinetti”, prosegue l’analisi, “per sostenere innovazione, efficientamento e qualità del servizio idrico”.

MENO ACQUA POTABILE VUOL DIRE PIÙ PLASTICA


Come se non bastasse, gli italiani bevono quasi il doppio di acqua in bottiglia rispetto agli altri cittadini europei, nonostante il nostro sia il settimo Paese in Europa per qualità dell’acqua potabile. Il risultato è che produciamo montagne di bottiglie di plastica: circa otto miliardi all’anno, di cui solo un terzo riciclabile. Il problema, si legge nello studio, “è la fiducia: solo il 29% delle famiglie italiane si fida di bere acqua dal rubinetto e il dato resta invariato nelle rilevazioni degli ultimi anni”.

L'IMPEGNO DI ETICA SGR


Ecco, quindi, che diventa fondamentale convincere le società a promuovere un utilizzo consapevole delle risorse idriche. L’impegno di Etica Sgr su questo fronte è massimo. Inserire nei programmi di sviluppo aziendale obiettivi di controllo dei consumi energetici e idrici è, per la società di gestione, un dovere e contributo reale allo sviluppo sostenibile”. Per questo l’attenzione all’uso dell’acqua è un punto focale nell’analisi delle società in cui investono i fondi di Etica Sgr.
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