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Al bivio

Il settore dell’energia si evolverà o regredirà?

In AllianceBernstein non credono che per il settore sia giunto l’inizio della fine, ma nel tempo sarà sicuramente necessario un sostanziale cambiamento in ambito energetico e le società dovranno adattarsi

di Mariano Mangia 16 Aprile 2021 11:13
financialounge -  AllianceBernstein petrolio transizione energetica

L’Accordo di Parigi, che limita le emissioni al fine di mantenere l’aumento delle temperature globali entro i due gradi centigradi, ha indotto le aziende di tutto il mondo a concentrarsi sul loro impatto ambientale. Il settore energetico è tra quelli maggiormente coinvolti in questo processo e, come viene sottolineato da AllianceBernstein, a guidare gli sforzi per ridurre le emissioni e diversificare l’attività nel campo delle energie rinnovabili ci sono le compagnie europee di esplorazione e produzione integrate, non solo perché l’Europa ha un vantaggio in termini di pianificazione e preparazione ai cambiamenti climatici, ma anche perché dispone dei giusti finanziamenti.

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SUL SETTORE DEL PETROLIO


A questo quadro non facile per il settore energetico si è aggiunta la pandemia che ha paralizzato la domanda di petrolio, proprio mentre la concorrenza tra Arabia Saudita e Russia aveva determinato un’eccedenza di offerta, facendo crollare i prezzi. Una situazione che ha indotto le compagnie di esplorazione e produzione ad assumere un atteggiamento ancor più prudente in termini di investimento di capitale, con l’effetto di rallentare il business delle società di servizi petroliferi. Gli esperti di AllianceBernstein non sono certi che la domanda di petrolio tornerà ai livelli pre-Covid, ma ritengono che le prospettive a breve termine dei prezzi siano promettenti, soprattutto se l’offerta aumenterà più lentamente della domanda. E’ prevedibile, spiegano, che la spesa in conto capitale si sposterà verso le energie rinnovabili, ma i combustibili fossili continueranno a ricoprire un ruolo importante nel mix energetico dei prossimi decenni.

GLI IMPATTI SUI RATING DELLE SOCIETÀ SARANNO DIVERSI


Un aumento del prezzo del petrolio, osservano gli esperti della casa d’investimento statunitense, dovrebbe rafforzare i flussi di cassa e limitare i timori di declassamenti per le società di esplorazione e produzione investment grade che hanno già risanato i bilanci, ridotto le spese operative e preservato la liquidità. Minori rischi di declassamento sono previsti per le imprese che mantengono un rating BBB e anche i fallen angel, gli emittenti investment grade declassati a high yield, hanno rafforzato i loro bilanci e i flussi di cassa, in molti casi hanno razionalizzato le operazioni e ceduto attività per ridurre più velocemente il debito. La ripresa delle società di servizi petroliferi, invece, richiederà più tempo perché le previsioni, tanto nel segmento del petrolio da scisto che in quello tradizionale, sono di una riduzione della spesa rispetto all’era pre-Covid.

SOLO I PIÙ VERDI SOPRAVVIVRANNO


Gli esperti di AllianceBernstein non ritengono che per l’industria del petrolio e del gas sia giunto l’inizio della fine. La domanda di petrolio non calerà a breve, ma il calo potrebbe essere raggiunto prima del previsto, dato l’impulso verso la riduzione del carbonio e l’adozione di fonti di energia rinnovabile. La maggior parte delle aziende agirà laddove possibile, subendo danni altrove; vincoli di bilancio e scelte fatte in passato potrebbero impedire ad alcune di loro di cambiare, altre invece saranno in grado di farlo. Per poter riconoscere queste due tipologie di società, è la conclusione, gli investitori devono osservare attentamente i cambiamenti nei modelli di business e nei bilanci con l’evolversi delle valutazioni e delle aspettative e l’engagement attivo è il perno di queste valutazioni, nonché un momento di confronto per sostenere le migliori prassi.
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