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Mobilità sostenibile

Il boom delle auto elettriche non mette fuorigioco le case tradizionali

Secondo Chris Buchbinder (Capital Group) i produttori di veicoli elettrici tenderanno ad allargare il loro raggio d’azione guardando a compagnie assicurative, utility, media e altro ancora

di Leo Campagna 15 Aprile 2021 20:00
financialounge -  auto elettriche Capital Group mobilità sostenibile Scenari smart

L’automobile appare sempre meno l’oggetto del desiderio delle nuove generazioni, molto più attente all’ambiente e alla sostenibilità, ma resta comunque un bene di prima necessità per molte famiglie e l’auto elettrica è la nuova frontiera a cui tutti guardano.

IL VALORE DI MERCATO DI TESLA BALZATO DA 100 A 800 MILIARDI DI DOLLARI


“Mentre l’attenzione resta su Tesla il cui valore di mercato è balzato da 100 a 800 miliardi di dollari, superando il controvalore complessivo delle nove maggiori case automobilistiche tradizionali messe insieme, i grandi gruppi tradizionali hanno ingranato la marcia nell’elettrico”, sottolinea Chris Buchbinder, Equity Portfolio Manager di Capital Group. È il caso, per esempio, di General Motors e di Volkswagen. La prima ha annunciato a gennaio che entro il 2035 cesserà la produzione di auto alimentate a benzina e diesel. La principale casa automobilistica tedesca e d’Europa, invece, ha avviato un piano d’investimento da 86 miliardi di dollari per sviluppare nei prossimi cinque anni veicoli elettrici, vetture a guida autonoma e fabbriche digitali.

NEL PROSSIMO DECENNIO VENDITE DI AUTO ELETTRICHE +28% L’ANNO


Le prospettive del settore sono promettenti: secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel prossimo decennio le vendite globali di veicoli elettrici aumenteranno del 28% l’anno. Un trend che potrà essere rispettato (se non addirittura accelerato) nel momento in cui il prezzo della batteria scenderà sotto i cento dollari per kilowattora (kWh). “Nell’ultimo decennio, in base ad un’analisi di Bloomberg, il prezzo medio è sceso da 917 a circa 137 dollari per kWh mentre in Cina le previsioni parlano di arrivare sotto i 60 dollari entro il 2030”, spiega il manager di Capital Group, secondo il quale è inoltre probabile che i costi di manutenzione e gestione dei veicoli elettrici possano risultare di gran lunga inferiori rispetto alle vetture che bruciano combustibili fossili.

LA TECNOLOGIA DI GUIDA AUTONOMA


Un aspetto di rilievo sarà poi l’aggiornamento software, che, per alcuni modelli, riguarderà la tecnologia di guida autonoma. “In questo ambito si distinguono Waymo, la divisione di Google dedicata alle auto driverless, con i test avviati già dall’inizio del 2017 nell’area di Phoenix, Cruise (gruppo General Motors), che sta operando a San Francisco, mentre la start-up cinese AutoX ha già messo su strada a Shenzhen un’intera flotta di vetture senza conducenti al volante”, riferisce Buchbinder

LE CASE AUTOMOBILISTICHE TRADIZIONALI NON SONO FUORIGIOCO


Le case automobilistiche tradizionali non sono comunque fuorigioco. Se è vero che dovranno fare i conti con la svalutazione di impianti produttivi vetusti, la gestione dei rapporti con i fornitori e la contrazione dei margini di profitto, è altrettanto vero che dispongono di ingenti risorse e di capacità produttive globali. Per contro, i nuovi player che hanno minori oneri finanziari potrebbero incontrare diverse difficoltà nell’espandere la produzione.

LA TRASFORMAZIONE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA GLOBALE


“La trasformazione dell’industria automobilistica globale impatterà in modo significativo anche in altri settori, tra cui energia, produzione ed estrazione mineraria, servizi di pubblica utilità e assicurazioni. Dal momento che gran parte dell’elettricità viene ancora prodotta usando combustibili fossili, a mano a mano che le auto elettriche si diffonderanno non è probabile un picco nel consumo di petrolio. Serviranno quindi più stazioni di ricarica, più capacità di generazione elettrica ed energia più pulita”, specifica l’Equity Portfolio Manager di Capital Group. Secondo Buchbinder è probabile che i produttori di veicoli elettrici allarghino il loro raggio d’azione e pensino ad aggiudicarsi anche parte dei portafogli di compagnie assicurative, utility, media e altro ancora, con ricadute sulle compagnie di assicurazione e le società di comunicazione.
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