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“Milano non ha più solo un centro ma tanti centri di interesse”

L’avvocato Giancarlo Iorio de Marco, esperto del settore immobiliare, vede “segni di ripresa”. Chi cerca casa la vuole più grande e con uno spazio esterno. E in ottica investimento: “Milano è un assegno circolare”

di Fabrizio Arnhold 13 Aprile 2021 16:15
financialounge -  Compravendite immobiliare investimenti mercato milano real estate

Prima in Italia, sesta in Europa e tredicesima a livello mondiale. Milano è tra le città più care dove comprare o affittare casa. Nel Global Wealth and Lifestyle Report 2021 della banca svizzera Julius Bear si sottolinea come nel capoluogo lombardo aumenti la richiesta per immobili di lusso, nonostante il Covid. Tendenza confermata anche dall’Osservatorio sulle Residenze Esclusive pubblicato da Tirelli & Partners, che rivela come la domanda per questo tipo di immobili continua ad essere sostenuta. “Eppure Milano rispetto ad altre grandi capitali europee come Parigi o Londra offre ancora dei prezzi competitivi, seppur più alti rispetto alla media nazionale”, spiega a Financialounge.com l’avvocato Giancarlo Iorio de Marco, esperto del settore immobiliare. “Questo perché la domanda è sempre più alta dell’offerta per queste tipologie di immobili”.

QUAL È LA SITUAZIONE DEL MERCATO IMMOBILIARE A MILANO DOPO UN ANNO DI COVID?


“Con la pandemia c’è stato un rallentamento della vendita e degli affitti. Il mercato è rimasto congelato e paralizzato a causa delle restrizioni. È aumentata inevitabilmente l’offerta degli immobili in affitto, le case in vendita hanno risentito meno del periodo negativo”.

IL MERCATO HA SOSTANZIALMENTE RETTO A MILANO. PERCHÉ?


“Perché è in mano a grandi investitori o famiglie del settore che spesso sono proprietarie di interi palazzi. Questo ha fatto sì che i prezzi non crollassero ma, anzi, hanno tenuto meglio rispetto ad altre città europee. Sono però cambiate le esigenze e le richieste da parte di chi compra casa”.

E IN CHE MODO?


“Si cercano meno appartamenti di piccola metratura in pieno centro, ma case più grandi e con uno spazio esterno all’aperto, che sia un balcone, terrazzo o giardino, magari in quartieri più periferici. A Milano sembra quasi che non ci sia più un centro ma tanti più piccoli centri di interesse. Quartieri che prima erano poco considerati, diventano più attrattivi. Uno su tutti, quello della Fondazione Prada”.

COME SARÀ LO SCENARIO POST-COVID?


“La situazione tornerà a stabilizzarsi, ma alcune tendenze resteranno. Tutto l’hinterland, per esempio, sarà sempre più valorizzato e richiesto, con un aumento conseguente di prezzi. Il desiderio di case più grandi e verdi c’era anche prima del Covid, il virus ha dato un’accelerata. Anche grazie allo smart working che inevitabilmente porta a rivalutare gli spazi domestici che diventano sempre più centrali tra lavoro e famiglia”.

QUALE PROSPETTIVA ANCHE PER IL SETTORE DEGLI AFFITTI?


“Il mercato degli affitti ha sofferto di più ed è stato quello più penalizzato. Hanno registrato un calo soprattutto gli affitti brevi e quelli commerciali. Fino al 30 giugno resta in vigore il blocco degli sfratti, ma dopo la situazione rischia di peggiorare. In generale l’immobiliare sta dando segni di ripresa ma aumentano i cartelli ‘affittasi’ in giro per la città”.

IN OTTICA INVESTIMENTO, PUÒ ESSERE INTERESSANTE?


“Secondo me Milano è un assegno circolare. Soprattutto per quanto riguarda gli immobili ad uso abitativo. Il fatto che la metropoli sia ancora sottovalutata, in termini di prezzi, se paragonata ad altre capitali europee più care, rende l’investimento immobiliare un’opzione assolutamente da valutare”.

E SU QUALI QUARTIERI PUNTARE?


“Quelli vicino alle università, tutti quelli degli ex scali ferroviari dismessi o da dismettere (Farini, San Cristoforo, Porta Romana che ospiterà il Villaggio Olimpico, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, Porta Genova) che nei prossimi anni potrebbero aumentare di valore. Peccato, invece, non siano in programma interventi nell’area dell’Idroscalo che avrebbe urgentemente bisogno di essere riqualificata”.
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