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Il vento è cambiato per le azioni value

Secondo Neuberger Berman i settori value come finanza, materiali, energia e industria sono tornati in auge dopo essere stati trascurati per 13 anni, e sono pronti per una ripresa pluriennale

di Virgilio Chelli 19 Marzo 2021 14:36
financialounge -  Azioni value daily news David Levine Eli Salzmann mercato azionario Neuberger Berman Scenari

Tra i gestori attivi oggi, i più giovani non hanno mai assistito a una sovra-performance duratura delle azioni value statunitensi nel corso della propria carriera. E ci sono anche analisti che frequentavano ancora le scuole medie l’ultima volta che i titoli value registrarono una lunga fase di rialzo. Il fatto è degno di nota per uno stile d’investimento che, stando a numerosissimi studi accademici, registra sottoperformance ormai da decenni. Preferire titoli scambiati a multipli relativamente bassi è spesso stato indicato come il tratto caratteristico degli investimenti prudenti, ma da oltre un decennio il segmento value rincorre quello growth.

DUE SPINTE FONDAMENTALI AL VALUE


Ora però il vento sta finalmente cambiando, affermano nelle ‘Prospettive settimanali del CIO’ Eli Salzmann, Senior Portfolio Manager e David Levine, Portfolio Manager, entrambi di Neuberger Berman. Secondo i due esperti, due dei motivi principali del ritorno in auge delle azioni value stanno nelle notizie che nelle ultime settimane hanno dominato la scena, vale a dire l’aspettativa di una crescita dell’economia e l’aspettativa di un aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, la crescita è avanzata a rilento, e gli investitori hanno cercato soprattutto asset con una crescita attesa degli utili più rapida rispetto a quella del PIL, rendendo le azioni growth da preferire.

LA CRESCITA AVVICINA GLI UTILI


Ma ora, secondo l’analisi dei due gestori di Neuberger Berman, in un contesto in rapida crescita è più facile trovare utili in rialzo, e l’attenzione degli investitori si concentra sul prezzo pagato per quegli utili, il che per definizione favorisce le azioni value. Recentemente l’OCSE ha aggiornato le previsioni sull’economia globale stimando per quest’anno una crescita del 5,6%, con una significativa revisione al rialzo rispetto al 4,2% di dicembre, in parte per le migliorate aspettative di ripresa dalla recessione causata dalla pandemia, ma anche per una visione migliore in prospettiva, che ha portato a rivedere al al rialzo anche la crescita per il 2022, dal 3,7% al 4,0%.

TASSI IN RIALZO AIUTANO IL VALUE


Le nuove stime si basa sugli effetti attesi dai 30.000 miliardi di dollari di stimoli già approvati a livello globale, da politiche monetarie ultra-accomodanti come mai in passato e dall’impennata dei risparmi, che ora aspettano solo di essere spesi. Nel tira e molla tra growth e value giocano, secondo i due esperti di Neuberger Berman, anche i tassi di interesse perché determinano il tasso di sconto utilizzato per valutare gli utili futuri. Gli utili delle società growth vengono valutati in termini futuri più lontani rispetto ai value, per cui le valutazioni aumenteranno di più in un contesto di calo dei tassi. Nel 2007, ricordano i due gestori, il rendimento dei Treasury a 10 anni era al 5% e durante la pandemia dell’anno scorso era sceso sotto 0,4%.

CURVE DEI RENDIMENTI PIÙ RIPIDE


Ora invece l’aumento delle aspettative di crescita e inflazione lo fatto rimbalzare il rendimento del Treasury a 10 anni ben sopra all’1,5%, facendo anche diventare più ripide le curve dei rendimenti, con le azioni growth che subiscono un forte contraccolpo, mentre le azioni value ne risentono molto meno. Inoltre, il settore value dei titoli finanziari opera in un business avvantaggiato da questo scenario perché raccoglie a breve e impiega a lungo.

AZIONI GROWTH DIVENTATE MENO CONVENIENTI


Ma le aspettative su crescita, inflazione e tassi non sono gli unici motivi che spingono i due esperti di Neuberger Berman a rivalutare gli investimenti value: dopo 13 anni di sovraperformance, credono infatti che le azioni growth siano diventate relativamente poco convenienti e forse fanno la parte del leone nei portafogli più di quanto meritino. Nei fatti da inizio anno l’indice Russell 1000 Value ha sovraperformato il Russell 1000 Growth di quasi 10 punti percentuali, mentre si osserva la stessa dinamica tra l’MSCI World Value e l’MSCI World Growth. Queste condizioni, dettate dal nuovo ciclo e favorevoli al value, secondo i due esperti Neuberger Berman possono permanere a lungo.
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