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Strategia di investimento

La pandemia ha mandato in soffitta i vecchi schemi monetari e fiscali

Pictet Asset Management sottolinea che la recessione indotta dal virus è stata profonda ma meno dannosa di altre mentre ha impresso una svolta storica alla vecchia ortodossia della disciplina monetaria e fiscale

di Virgilio Chelli 15 Febbraio 2021 21:00
financialounge -  asset allocation investimenti Pictet Scenari

L'anno della pandemia è stato anche quello che ha consegnato alla storia la vecchia ortodossia delle politiche monetarie e di bilancio. Agli investitori occorrerà un po’ di tempo per comprendere veramente gli effetti dello shock da virus, ma è già chiaro che ha trasformato per sempre la politica monetaria e fiscale. Le banche centrali hanno abbandonato l'ortodossia monetaria mentre istituzioni come il Fondo monetario internazionale, in passato devote sostenitrici della disciplina fiscale, stanno spingendo i governi a spendere liberamente. Nel 2020 sono stati erogati stimoli fiscali d'emergenza pari a circa 12mila miliardi di dollari, pari al 14% del PIL mondiale.

L’AUSTERITÀ NON FUNZIONA PIÙ


Lo sottolinea nella sua analisi sull’eredità della pandemia Luca Paolini, Chief Strategist di Pictet Asset Management, rilevando che anche la Germania, la nazione dello schwarzer null, ossia zero deficit, ha preso atto che l'austerità non funziona più. L'aumento della spesa pubblica è stato accompagnato dal ritorno del "Big Government" anche nei Paesi più liberisti, come Stati Uniti e Regno Unito, dove i governi hanno salvato alcuni settori, offerto integrazioni salariali e sussidi estremamente generosi. Secondo Paolini, sarà difficile abbandonare queste politiche, mentre è più probabile che nasca un nuovo Contratto Sociale, con intervento statale più marcato, maggiore ridistribuzione e diritti dei lavoratori più estesi.

UNA NUOVA ERA DI ALLENTAMENTO


La pandemia ha inoltre dato vita a una nuova era di estremo e innovativo allentamento monetario. Le banche centrali mondiali hanno fornito stimoli per 8mila e 800 miliardi di dollari lo scorso anno, quasi il triplo rispetto alla crisi finanziaria globale, segnando una svolta per i mercati finanziari, turbati dalla prospettiva di una catastrofe economica. Molte banche centrali hanno lanciato politiche innovative, superando un punto di non ritorno, come la Fed con l'acquisto diretto di obbligazioni societarie, comprese quelle declassate a "titoli spazzatura", mentre l'Australia ha seguito il Giappone nella politica pionieristica di controllo della curva dei rendimenti.

NOTEVOLE RIPRESA A ‘V’


Quasi tutte le principali economie hanno vissuto la recessione più brusca del secolo o, nel caso del Regno Unito, da più di tre secoli, ma contrariamente alla visione prevalente durante la prima ondata della pandemia le economie hanno registrato una notevole ripresa a V, superando anche le nuove restrizioni nella seconda metà dell'anno per contenere le successive ondate del virus. L'economia Usa pare destinata a uscire dal 2020 relativamente indenne, con una perdita in linea con le precedenti recessioni, mentre la ripresa della Cina è stata ancora più impressionante, con l'attività tornata sopra i livelli pre-pandemici in quasi tutti i settori.

RECESSIONE DURA MA MENO DANNOSA


La lezione per gli investitori, secondo l’esperto di Pictet AM, è che una recessione profonda ma breve è meno dannosa per i mercati di una recessione superficiale ma lunga, che può lasciare cicatrici profonde, come maggior disoccupazione a lungo termine, insolvenze e crediti inesigibili. I crolli causati da shock esogeni di breve durata, come le catastrofi naturali, possono essere meno problematici, purché affrontati con il giusto mix di politiche. Nel 2020, gli investitori hanno assistito a uno shock temporaneo eclissato da un calo permanente dei rendimenti obbligazionari e dalla risalita dei mercati azionari.

LA UE GRANDE EMITTENTE DI DEBITO


Anche nella Ue la crisi ha aiutato ad aguzzare l'ingegno, ha rotto con il paradigma passato per lanciare misure fiscali che potrebbero prevedere una maggiore integrazione, prima con il SURE a contrasto della disoccupazione, e poi con il Next Generation Eu da 750 miliardi per far ripartire l’economia con particolare attenzione agli investimenti sostenibili. Sia SURE sia NGEU saranno finanziati da obbligazioni emesse dall'Ue, il che rende il blocco uno dei maggiori emittenti obbligazionari in Europa, in linea con i maggiori emittenti sovrani.

SILENZIATI I FALCHI DELLA BCE


Anche la Bce ha svolto un ruolo importante, silenziando i falchi e lanciando un programma d'emergenza, oltre a offrire un'ampia liquidità agevolata al settore bancario. Economia e mercato azionario europei sono rimasti indietro lo scorso anno, ma nessun altro Stato membro ha seguito la scelta della Gran Bretagna di uscire dall'Unione ed anzi appare sempre più evidente che l'Ue è più resistente di quanto credano gli scettici. Anche per questo, secondo Pictet AM, il mercato azionario europeo ha il potenziale per sorprendere quest'anno, date le sue valutazioni interessanti e la forte incidenza di settori ciclici nei suoi indici.

LA MARCIA ESG CONTINUA


Con la pandemia, il trend che ha dimostrato davvero tutta la sua forza è stato quello dell'investimento responsabile. Alla fine del 2020, gli asset detenuti dai fondi ESG globali hanno superato i 13mila miliardi di dollari. Il Covid-19 ha messo a nudo le disuguaglianze sociali ed economiche e messo in guardia i governi sulla necessità di uno sforzo globale per affrontare le minacce del cambiamento climatico. Europa, Stati Uniti e Cina sono impegnati a raggiungere obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni, nel solco più generale del cammino verso un capitalismo responsabile, capace di dare priorità agli stakeholder rispetto agli azionisti e ai criteri ESG rispetto agli utili. Secondo Pictet AM è un trend che nessun investitore può permettersi di ignorare.

Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.
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