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Investire in obbligazioni

Focus sugli high yield dei settori più colpiti dalla pandemia

Mentre non c’è all’orizzonte nessun brusco aumento dei tassi, i fondamentali del credito restano solidi fornendo ampi margini di crescita per i titoli a spread. La nitida differenza tra vincitori e vinti favorisce la gestione attiva

di Leo Campagna 8 Febbraio 2021 10:01
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NESSUN BRUSCO AUMENTO DEI TASSI ALL’ORIZZONTE


La pandemia, che ha accelerato molti trend già in atto prima del Covid-19, potrebbe invece invertire la dinamica che ha visto negli ultimi quarant’anni i tassi d’interesse continuare a scendere? Secondo Ella Hoxha, Senior Investment Manager, e Andres Sanchez Balcazar, Head of Global Bonds di Pictet Asset Management, è improbabile: i tassi, è il loro parere, sono destinati a restare bassi ancora per parecchio tempo. “Le banche centrali continueranno a garantire un sostegno economico tramite il quantitative easing e a sostenere ulteriori emissioni di debito sovrano”, fanno sapere nell’articolo “Perché i tassi d’interesse sono destinati a restare bassi ancora per parecchio tempo” i due esperti che poi aggiungono: “È vero che nei mercati sviluppati i tassi di interesse sono bassi con livelli di stimolo monetario senza precedenti, tuttavia riteniamo improbabile un imminente aumento dell’inflazione né, tanto meno, una brusca inversione di tendenza del movimento al ribasso dei tassi”.

I FONDAMENTALI DEL CREDITO SONO FAVOREVOLI


Gli esperti di AllianceBernstein, in linea con le previsioni di consenso, ritengono che le insolvenze raggiungeranno probabilmente un picco del 6% circa negli Usa e del 4% in Europa, ma sono anche del parere che il peggio sia passato e si aspettano una riduzione dei tassi d’insolvenza a fronte della progressiva ripresa delle economie. La leva finanziaria delle imprese ha raggiunto livelli record, ma non desta particolari preoccupazioni, mentre il livello di solvibilità dovrebbe rimanere stabile, grazie a emissioni record che hanno rafforzato la liquidità delle imprese, al costo del servizio del debito che resta basso e agli utili previsti in ripresa nella maggior parte dell’economia. Come si legge nell’articolo “Verso il migliore dei mondi possibili per il credito?” ci sono anche altri elementi che giocano a favore: l’offerta è in contrazione, ma la domanda resta sostenuta, grazie ai rendimenti interessanti, e un ulteriore sostegno al mercato del credito verrà da una politica monetaria persistentemente accomodante, dalle misure di stimolo fiscale promesse e dal miglioramento dell’attività economica.

VALORE RELATIVO ATTRAENTE


La domanda globale di credito è attesa in crescita in un mondo di bassi rendimenti, con gli investitori che ripensano la composizione dei portafogli per incorporare maggiori allocazioni sul credito, sia sui mercati regolamentati che sul settore privato. Il tutto risulterà anche in una maggior dispersione e sarà cruciale la capacità di cogliere le opportunità giuste per conseguire risultati apprezzabili. Lo sottolinea nell’articolo “BlackRock vede valore nei corporate bond nonostante i tassi bassi” il colosso d’investimento Usa mettendo in rilievo che il valore relativo del credito rimane attraente rispetto al semplice rendimento espresso dalle cedole del reddito fisso, con la capacità di generare sia ritorni che bilanciamento in un portafoglio in cui il reddito fisso potrebbe non agire come una protezione nei confronti del rischio collegato all’esposizione azionaria. I fondamentali societari sono ragionevolmente in buona salute, sebbene caratterizzati da un’ampia distribuzione soprattutto nei settori più esposti all’impatto della pandemia.

UNA PIÙ NITIDA DIFFERENZA TRA VINCITORI E VINTI


Secondo Gene Tannuzzo, Vice responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, gli investitori dovrebbero optare per un rischio legato ai tassi di interesse bilanciato concentrandosi sulle obbligazioni societarie. “Gli interventi della banca centrale statunitense sono volti a spingere al ribasso i rendimenti dei titoli di Stato di alta qualità. Questo alimenta la domanda di obbligazioni societarie, anche in considerazione del fatto che gli investitori alla ricerca di reddito tendono ad assumere posizionamenti più rischiosi. Questa domanda, unita alle prospettive di un’ulteriore crescita economica, disegna un quadro favorevole ai corporate bond”, puntualizza Tannuzzo, che suggerisce di diversificare il rischio di credito tra titoli di stato, obbligazioni societarie e debito al consumo. Nello scenario di riferimento di Columbia Threadneedle l’economia dovrebbe proseguire nel recupero per tutto il 2021 ma delineando una più nitida differenza tra i vincitori e i vinti della pandemia. “Meglio tuttavia evitare di essere esposti al rischio di mercato in modo passivo, tramite cioè strumenti che si limitino a replicare gli indici di mercato. Meglio selezionare i titoli per scongiurare potenziali scenari negativi che possano ridurre notevolmente le opportunità di reddito e di rendimento totale”, riferisce nell’articolo “Investire nel credito, ecco come massimizzare i rendimenti” Tannuzzo, convinto che, quest’anno, proprio la selezione dei titoli possa rivelarsi lo strumento di gestione del rischio più valido nel reddito fisso.

AMPI MARGINI DI CRESCITA PER I TITOLI A SPREAD


Nel complesso, scrive invece nell’articolo “Obbligazioni: J.P. Morgan resta ottimista sugli asset a rischio” il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, si mantiene un certo ottimismo sugli attivi di rischio, nella convinzione che ci siano tuttora ampi margini. Il Team traccia un primo bilancio dell’avvio del 2021 segnalando che in alcuni casi le cose non sono andate come ci si aspettava, mandando alcuni attivi di rischio in fase di stallo, alla ricerca di un catalizzatore che possa spingerli di nuovo al rialzo. Sul fronte dei fondamentali l’analisi di J. P. Morgan AM si concentra sugli sviluppi del vaccino, dal cui successo dipende prevalentemente la ripresa economica. Il Team nota anche che i mercati hanno digerito le recenti dichiarazioni meno accomodanti delle banche centrali: ai continui tentativi della Banca del Giappone di irripidire la curva dei rendimenti si sono aggiunte le dichiarazioni della Bce che ha sottolineato come la dotazione del suo programma di acquisti per l’emergenza pandemica non debba essere necessariamente utilizzata appieno, mentre Bank of Canada ha segnalato la sua apertura nei confronti del tapering.

NELL’HIGH YIELD FOCUS SUI SETTORI PIÙ COLPITI DALLA PANDEMIA


All’interno del segmento high yield dell’obbligazionario corporate, le opportunità di valore si trovano in particolare nei settori che sono stati colpiti particolarmente dalla pandemia, tra cui compagnie aeree, tempo libero, materie prime e industrie dell’aerospaziale e della difesa. Si tratta di crediti che hanno in generale registrato buone performance sulla scia del recente ottimismo legato ai vaccini, ma ci sono ancora spazi per un ulteriore restringimento degli spread. L’indicazione è contenuta nell’articolo “Forte potenziale nel debito corporate high yield Usa”, in cui sono riportate le indicazioni del team High Yield di Loomis Sayles, affiliata di Natixis IM, che stima in circa 184 miliardi di dollari il totale delle emissioni obbligazionarie che nel 2020 sono state declassate da investment grade a high yield. Il team di Loomis Sayles spiega che le agenzie di rating hanno scelto la strada del declassamento per i crediti investment grade più deboli, sulla scia del rallentamento innescato dalla pandemia, inondando di fallen angel, vale a dire obbligazioni cadute a livello high yield, il mercato ad alto rendimento e incrementando la quota di debito con rating BB.
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