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Anche nella lotta contro il cancro si può costruire un futuro più sano e sostenibile

Come spiega in questa intervista Rudi Van den Eynde (CANDRIAM), sebbene gli studi pre-clinici possano registrare numerosi sviluppi promettenti, solo le sperimentazioni cliniche confermano l’efficacia di un farmaco

di Redazione 8 Febbraio 2021 18:15
financialounge -  Candriam healthcare Lotta contro i tumori Rudi van den Eynde

La pandemia da Covid-19 ha acceso i riflettori sulla ricerca medica, valorizzandone l’importanza e incrementandone le aspettative. In questa intervista per la giornata mondiale contro il cancro celebrata il 4 febbraio scorso, Rudi Van den Eynde, Head of Thematic Global Equity di CANDRIAM, illustra gli sviluppi degli studi pre-clinici e della sperimentazione nella lotta contro i tumori.

Molti ritengono che la svolta segnata dai vaccini per il COVID-19 basati sulla tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA) aprirà le porte a nuovi trattamenti contro il cancro. Lei è d’accordo?


"In realtà, la produzione di massa dei vaccini per COVID-19 che utilizzano l’mRNA si basa su sviluppi nel campo delle biotecnologie che risalgono a oltre 30 anni fa. Si è tentato di utilizzare tale tecnologia per stimolare il sistema immunitario a combattere il cancro, ma si sono registrati effetti collaterali gravi. Stiamo seguendo con molta attenzione il costante sviluppo di diverse immunoterapie, come quelle basate sull’mRNA e molte altre, comprese le tecniche più comprovate come l’uso degli anticorpi in ambito immuno-oncologico. Purtroppo i tumori esistenti sono tra 100 e 200, a seconda del sistema di classificazione che si utilizza. Questa complessità spiega come mai è poco probabile che si trovi una soluzione efficace contro tutti i tumori".

Quindi non state aspettando una cura miracolosa su cui investire, ma monitorate le attività di ricerca su nuovi trattamenti capaci di migliorare le terapie esistenti?


"Esattamente. Si registrano numerosi sviluppi promettenti durante gli studi pre-clinici, ma solo le sperimentazioni cliniche consentono di valutare se un farmaco possa davvero offrire una speranza ai pazienti. Per questo motivo, per prendere le decisioni relative agli investimenti, ci concentriamo prevalentemente sui dati clinici. Investiamo in modo significativo solo nei trattamenti sostenuti da dati clinici promettenti, anche se basati su un numero di pazienti relativamente basso. Nel frattempo la concorrenza è aumentata. La maggior parte degli investitori smart di venture capital è molto competente ed è in grado di riconoscere il potenziale di particolari innovazioni. Le aziende quotate in borsa, dal canto loro, hanno anche la possibilità di raccogliere fondi attraverso l’emissione di partecipazioni. Esistono inoltre molti altri fondi specializzati, come i nostri che, consapevoli dei rischi, finanziano le pipeline di ricerca più solide per conto dei propri investitori".

Quali sviluppi trova al momento più interessanti per gli investitori nel settore dei trattamenti oncologici?


"Una delle tecnologie recenti che riveste maggior interesse è la cosiddetta degradazione selettiva delle proteine. Sono inoltre state intraprese nuove ricerche promettenti nel campo degli anticorpi cosiddetti “bispecifici”, che sono in grado di legare i killer del nostro sistema immunitario, i linfociti T, alle cellule tumorali, e che sono particolarmente indicati contro le neoplasie ematologiche. Si registrano inoltre progressi sul fronte di un nuovo trattamento, progettato per bloccare pathway cellulari su scala molto ridotta che vengono sfruttati dai tumori, ma in cui gli anticorpi sono troppo grandi per inserirsi. Resta il fatto che, per alcuni tumori, potrebbe non essere mai possibile trovare una cura a tutti gli effetti. In questi casi l’obiettivo è trasformare il cancro da malattia acuta a malattia cronica attraverso una serie di trattamenti successivi, prolungando la vita del paziente di molti anni con effetti collaterali ridotti al minimo".

Come ci si può impegnare nella lotta contro i tumori?


"CANDRIAM , per esempio, subito dopo il lancio della strategia oncologica ha deciso di donare il 10% delle commissioni nette di gestione che riceve a varie associazioni e organizzazioni impegnate nella lotta contro il cancro tramite la ricerca scientifica e lo sviluppo di trattamenti, dei progetti sociali per le famiglie, dell’informazione, della sensibilizzazione del pubblico e della prevenzione dei tumori".
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