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Marchio storico

Maxi-svendita per il fallimento di Rifle: jeans, camicie e scarpe a due euro

L’istituto vendite giudiziarie sta organizzando lo smaltimento di oltre 70mila capi di abbigliamento invenduti dalla storica azienda italiana

di Matia Venini 3 Febbraio 2021 11:07
financialounge -  asta fallimento italia jeans Rifle

Cominciano ufficialmente i titoli di coda per Rifle, storica azienda di Barberino del Mugello, in Toscana, tra le prime in Italia a produrre jeans e tra le poche a venderli anche negli Stati Uniti, dichiarata fallita lo scorso ottobre dal Tribunale di Firenze. L’istituto vendite giudiziarie (Isveg) sta organizzando infatti la svendita della merce rimasta invenduta nei tredici negozi dell’azienda. Un’occasione da non perdere per gli appassionati del brand: secondo alcune indiscrezioni, gli oltre 70mila capi di abbigliamento disponibili saranno messi in vendita al prezzo di 2 o 3 euro.

LO SMALTIMENTO DELL’INVENDUTO


Tutto l’invenduto di Rifle verrà smaltito in tre operazioni. Sono già in corso le aste telematiche per vendere i primi lotti di capi di abbigliamento a grossisti e negozianti, che poi rimetteranno jeans, maglie, camicie e scarpe sul mercato. In primavera, curva epidemiologica permettendo, verrà organizzato poi un temporary outlet presso la sede di Barberino al Mugello. Infine gli stock rimanenti verranno smaltiti attraverso un’asta finale.

LA STORIA


Scompare così una delle firme storiche dell’abbigliamento italiano. Nata nel 1958 dai fratelli Giulio e Fiorenzo Fratini, che in North Carolina scoprirono e importarono il tessuto denim, Rifle era da tempo in crisi ma sembrava poter risollevarsi grazie ai capitali della società di investimenti svizzera Kora, diventata azionista di maggioranza con il 55% delle quote nel 2018. L’arrivo di Franco Marianelli, uomo di esperienza nel settore con un passato in Guess e Gas Jeans, avrebbe dovuto rilanciare l’azienda, che però è stata costretta a soccombere sotto i colpi della crisi economica scatenata dalla pandemia.

LAVORATORI IN CIG


Rifle contava in totale 96 dipendenti tra il quartiere generale di Barberino al Mugello e i tredici negozi sparsi sul territorio nazionale. Dopo la dichiarazione del fallimento da parte del Tribunale di Firenze, lo scorso 4 novembre è stato raggiunto l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per dodici mesi per tutti i lavoratori dell’azienda.
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