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L'analisi

Goldman Sachs: opportunità dall'ESG nel 2021

Dopo un 2020 in accelerazione, quest'anno i fattori ESG saranno una discriminante sempre più diffusa tra gli investitori: ecco i settori favoriti secondo Goldman Sachs

di Virgilio Chelli 7 Gennaio 2021 07:50
financialounge -  ESG finanza sostenibile Morning News Scenari

Il 2020 è stato indubbiamente un anno chiave per gli investimenti che vanno sotto l’acronimo ESG, che sta per Ambiente, Sociale e Governance, sia in termini di crescita dimensionale misurata in termini di asset gestiti, sia in termini di influenza sulle decisioni di portafoglio a livello globale. Questo nonostante le profonde disruption portate dall’anno della pandemia, o forse proprio a causa di queste. Nell’anno trascorso sono diventati disponibili sempre più dati relativi all’universo ESG, i temi sociali sociali sono saliti alla ribalta, la decarbonizzazione è diventata più accessibile e il tema della sostenibilità ha cominciato ad attrarre sempre più attenzione da parte degli investitori in reddito fisso.

I PASSI AVANTI COMPIUTI NEL 2020


Lo sottolinea Goldman Sachs Equity Research in un report in cui fa il punto sui passi avanti compiuti dagli investimenti ESG nel 2020 e indica le evoluzioni possibili nel 2021. Nell’ambito azionario, sottolinea Goldman Sachs, i top performer nei criteri ESG hanno generato ritorni economici più elevati, e guardando al 2021, le aziende in una varietà di settori, dall’automotive all’acciaio, dalle utility al real estate, dal minerario al trasporto aereo, fino all’oil e all’hardware tecnologico potranno confrontarsi con l’opportunità di costruire un vantaggio competitivo proprio puntando sui fattori ESG, grazie anche alle occasioni transazionali offerte dai pacchetti governativi di stimolo e dalle modifiche regolatorie.

COMMODITY E MATERIE PRIME ESPOSTE


Secondo Goldman, i fattori ESG impatteranno anche le commodity, con la prospettiva di un mercato in rialzo per tuta una serie di materie esposte al tema della sostenibilità. Inoltre, nel 2021 entreranno in vigore una serie di iniziative politiche decise nel 2020, in particolare la tassonomia definita dalla UE. Goldman Sachs si aspetta anche un focus particolare da parte degli investitori sui temi della biodiversità e della decarbonizzazione, in vista della COP15 dedicata alla diversità biologica di maggio 2021 e della COP26 sul cambiamento climatico di novembre 2021.

ESG OPPORTUNITÀ 2021 PER MOLTI SETTORI


Nella sua analisi, Goldman prende in considerazione sia i settori che nel 2021 potranno cogliere opportunità dall’attenzione crescente degli investitori per le tematiche ESG, sia quelli che dovranno confrontarsi con le sfide legate alla transizione energetica e alla decarbonizzazione. Tra le industrie che potranno cavalcare l’ESG come tema di crescita, Goldman Sachs indica al primo posto l’auto, nella previsione che a livello globale i veicoli con motore a combustione scendano al 18% del totale nel 2035 dall’86% del 2020, con prospettive di forte crescita sia per le auto elettriche che per le batterie. Il secondo possibile impatto positivo viene indicato nell’acciaio, settore in cui i produttori giapponesi si stanno già preparando alla transizione alle fornaci elettriche, seguito dalle utility, sempre più orientate alle energie rinnovabili, e dal real estate, spinto verso la sostenibilità dalle nuove esigenze imposte proprio dalla crisi da COVID.

TEMA DI TRANSIZIONE E SFIDA PER ALTRI


I fattori ESG saranno invece un ‘tema di transizione per l’industria mineraria, che secondo Goldman dovrà affrontare la sfida della decarbonizzazione e i relativi costi, stimati in 15 mld di dollari solo per i 4 big minerari australiani, per adeguarsi alla riduzione di emissioni previste dai progetti Scope 1&2. Nello stesso gruppo Goldman colloca il trasporto aereo e i grandi gruppi petroliferi, che soprattutto in Europa dovranno allinearsi con la tassonomia messa a punto dalla UE. Quindi il settore dei motori Diesel e quello dell’hardware tecnologico. Al proposito, Goldman cita l’annuncio di Apple di conseguire il target di emissioni zero entro il 2030, che richiederà a tutta la catena di fornitori del colosso USA di convertirsi alle rinnovabili, impattando margini e investimenti.
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